Le prospettive di crescita dell’Italia diventano più fosche in un contesto internazionale che si fa sempre più incerto. E le cose non miglioreranno con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca che, secondo gli esperti, avrà effetti positivi per gli Stati Uniti solo nel breve periodo, mentre l’Europa si trova fra due fuochi, ancora in cerca di una sua autonomia. Sono alcune delle evidenze che emergono nell’ultimo rapporto Prometeia sulle previsioni macroeconomiche.
Prometeia taglia le stime sul Pil 2024
Prometeia ha rivisto al ribasso la crescita 2024 dell’Italia, portandola dal +0,8% di settembre al +0,5%. Per il 2025, la previsione rimane invariata a +0,5%.
Il calo italiano, secondo gli analisti di Prometeia, è da imputare soprattutto a due ragioni: la revisione al ribasso del Pil 2023 ha ridotto l’effetto di trascinamento statistico per il 2024 e la crescita nel terzo trimestre che è stata inferiore alle attese (0 contro +0,1% previsto). A questi due fattori si aggiunge l’attività economica moderata dei mesi autunnali, legata alla debolezza della manifattura ed al calo della domanda esterna e degli investimenti residenzial.
Usa: da Trump effetti positivi solo nel breve
L’analisi si concentra poi sugli Stati Uniti. “Lo scenario di Prometeia prevede che la nuova amministrazione Trump annunci subito dopo l’insediamento a gennaio 2025 aumenti tariffari significativi, ma ne attui solo alcuni nei confronti della Cina e di altri paesi e prodotti specifici per rafforzare la posizione statunitense nelle discussioni con i partner commerciali, con l’obiettivo di ridurre i deficit commerciali bilaterali americani”, si legge nel report. L’imposizione di dazi estesi a tutti i prodotti di importazione da parte di Trump, continuano gli esperti, potrebbe innescare un impatto inflazionistico elevato, rallentando il passo nel processo di convergenza dell’inflazione verso l’obiettivo della Fed. Inoltre, c’è anche preoccupazione per lo stato delle finanze pubbliche americane. Il pacchetto di misure di Trump, tagli delle imposte ed aumento della spesa, potrebbe avere un effetto positivo solo nel breve periodo, ma negativo nel medio. Prometeia prevede quindi una crescita media annua del Pil in rallentamento al 2,4% dal 2,8% nel 2025 e con decelerazione negli anni successivi (+1,7% nel 2026).
Eurozona tra l’incudine e il martello
Infine l’Europa, sempre più tra l’incudine e il martello. L’incertezza globale e le sempre più elevate tensioni tra Stati Uniti e Cina potrebbero aumentare le difficoltà dell’Europa.
La dipendenza europea da alcuni prodotti cinesi, incluse le materie prime strategiche, potrebbe infatti influenzare negativamente le prospettive di crescita. “Solo un’Europa capace di rispondere con una voce sola e con scelte di politica industriale condivise, partendo dall’agenda Draghi, potranno contribuire a ridurre l’incertezza”, sostiene Prometeia che prevede per l’Area euro un Pil a +0,7% anche nel 2025, trainato dalla frenata della Germania. Per questo motivo, siritiene che la BCE possa adottare un atteggiamento più deciso sui tassi d’interesse e si aspetta che entro giugno 2025 un calo del tasso di interesse al 2%.