In arrivo una possibile fusione storica nell’automotive. Honda e Nissan, rispettivamente il secondo e il terzo produttore automobilistico giapponese, stanno valutando una fusione che potrebbe dar vita al terzo gruppo automobilistico più grande al mondo, subito dopo Toyota e Volkswagen. La mossa, se confermata, rappresenterebbe un punto di svolta per un settore in piena trasformazione, segnato dalla transizione verso l’elettrificazione e dalla crescente pressione dei produttori cinesi.
Le due aziende, già legate da una partnership strategica, starebbero esplorando l’idea di operare sotto una nuova holding. Secondo il quotidiano economico giapponese Nikkei, un memorandum d’intesa potrebbe essere firmato entro il 23 dicembre. Nell’operazione potrebbe essere inclusa anche Mitsubishi Motors, di cui Nissan è il principale azionista. Con questa fusione, il gruppo risultante produrrebbe circa 7,4 milioni di veicoli all’anno, arrivando a 8,5 milioni includendo Mitsubishi. Renault, che possiede il 36% di Nissan, guarda con interesse alla possibile fusione: una fonte vicina al gruppo francese ha dichiarato che un rafforzamento dei legami tra Nissan e Honda potrebbe “essere solo positivo”.
L’accelerazione dell’intesa sarebbe emersa dopo che è spuntato l’interesse della taiwanese Foxconn per Nissan, che avrebbe accelerato i colloqui tra i due costruttori nipponici. “Come annunciato a marzo e agosto, stiamo discutendo possibilità di cooperazione in molti settori, e una fusione è tra le opzioni”, ha affermato un portavoce di Honda. Nissan, dal canto suo, ha dichiarato di esplorare varie collaborazioni per sfruttare al meglio i punti di forza reciproci. Honda sta valutando diverse opzioni, inclusa la creazione di una holding, e secondo la televisione giapponese Tbs, l’annuncio ufficiale potrebbe arrivare anche in giornata.
Fusione Honda-Nissan: i motivi dell’unione
Il settore automobilistico globale sta affrontando una crisi senza precedenti. La Cina domina l’innovazione nei veicoli elettrici grazie a politiche aggressive e costi competitivi, mettendo sotto pressione i produttori tradizionali. Nissan, in particolare, sta attraversando una fase critica: il Ceo Makoto Uchida ha recentemente annunciato un piano d’emergenza con il taglio di 9.000 posti di lavoro, una riduzione del 20% della capacità produttiva globale e una revisione completa dei modelli di business. Questo piano è stato reso necessario dal calo dei profitti del 90% nel 2024 e dalla riduzione del 70% delle previsioni di utile operativo annuale. Male anche il titolo in borsa che ha subito una perdita del 40% nell’ultimo anno. Honda, sebbene in una posizione più stabile, ha registrato una perdita del 12% del proprio valore di mercato quest’anno.
Unendo le forze, le due case automobilistiche puntano a ottimizzare le risorse, ridurre i costi e accelerare lo sviluppo di tecnologie avanzate come piattaforme elettriche e software per veicoli connessi. La fusione potrebbe permettere loro di competere con colossi emergenti come Tesla e BYD, creando sinergie tecnologiche e industriali per rispondere più rapidamente alle esigenze del mercato.
Honda-Nissan: le problematiche della fusione
Nonostante i potenziali benefici, la fusione presenta numerose sfide. Tra queste, la definizione delle quote di controllo e la gestione della governance rappresentano nodi cruciali. Le differenze culturali e organizzative tra Honda e Nissan potrebbero inoltre complicare il processo. La storia recente dell’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi, segnata da tensioni interne, evidenzia la complessità di integrare strutture aziendali diverse.
Anche le ripercussioni sull’occupazione e sull’industria automobilistica giapponese non sono trascurabili. Il governo di Tokyo, preoccupato per la crescente concorrenza cinese, sostiene la necessità di consolidare il settore domestico per mantenere la competitività globale.
L’impatto sui mercati
La notizia di una possibile fusione ha già influenzato i mercati finanziari. Alla Borsa di Tokyo, le azioni di Nissan hanno registrato un balzo del 23,7%, mentre quelle di Mitsubishi sono aumentate del 19,6%. In controtendenza, Honda ha subito un calo del 3%, riflettendo le incertezze degli investitori sulla gestione della futura entità. A Parigi, Renault guadagna oltre il 6%, grazie alle possibili ricadute del rafforzamento tra le due case automobilistiche.