Il Banco Bpm chiede aiuto alla Consob. Il cda della banca milanese, terminato ieri in serata, ha pianificato una serie di mosse difensive contro l’ops lanciata da Unicredit sul Banco “con le tempistiche, gli strumenti e secondo le modalità previste dalla legge”. Ma intanto si è rivolto alla Commissione di Borsa chiedendole di intervenire e adottare “provvedimenti a tutela di tutti gli stakeholder della banca e del mercato, nonché dell’offerta pubblica promossa sulle azioni di Anima” dice una nota del Banco al termine del Cda.
L’esposto, firmato da tre legali esterni, punta ad accertare se l’offerta di scambio da 10,1 miliardi sia corretta o non sia piuttosto “improcedibile”, dato l’intento strumentale di imbrigliare Banco Bpm con la passivity rule e ingessare la sua Opa da 1,6 miliardi su Anima.
I tre punti che Banco Bpm ha messo sul tavolo della Consob
Tre sono gli aspetti che il cda del Banco Bpm ha chiesto di far luce nella sua missiva alla Consob. Il primo è il fatto che i prezzi Bpm “incorporano le informazioni comunicate” al mercato nelle scorse settimane, dall’ingresso in Mps, all’Opa su Anima. “Ogni riferimento al prezzo” di Bpm definito “undisturbed”, è “inappropriato e non pertinente”. Il secondo è il fatto che il premio calcolato “sulla base del prezzo ufficiale delle azioni Unicredit al 22 novembre rispetto al prezzo ufficiale delle azioni BBPM al 6 novembre non è il 14,8% riportato nel Comunicato: il dato corretto è pari al 3,9%”. Infine come terzo punto Bpm sottolinea come “sulla base dei prezzi ufficiali di ieri, lo sconto (e non il premio) implicito nel corrispettivo annunciato da UniCredit lo scorso 25 novembre è salito al 14,2%”.
L’importanza della diversificazione geografica
Non solo, per Castagna è anche “molto importante chiarire il punto della diversificazione geografica“. Il fatto che Banco BPM abbia “un così forte radicamento nel Nord Italia, in una delle aree più dinamiche e industrializzate d’Europa, ci consente di affrontare serenamente il futuro, al riparo dall’incertezza che caratterizza invece la presenza di UniCredit in Paesi come la Germania, alcune nazioni dell’Est Europa e soprattutto la Russia”. Per il manager è importante che “i nostri azionisti abbiano il diritto di conoscere quali sono i possibili sviluppi, i rischi e i costi associati, sia in riferimento all’operazione Commerzbank sia all’eventuale dismissione delle attività in Russia, peraltro, secondo alcuni media, già richiesta dalle Autorità europee.
Più che gli esercizi finanziari contano le scelte industriali
Ciò che Castagna vuole sottolineare è che quella valutazine fatta sulla base del prezzo di borsa non rapprresneta tutto il lavoro fatto dal Banco per migliorare le performance, tanto da portarlo a miglorare il Piano industriale. “Ricordiamo infine che la continuità di risultati che potremo mostrare grazie all’aggiornamento del Piano Industriale 2023/2026, resosi necessario avendo già raggiunto i risultati target al 2026 nel primo anno di Piano, l’entrata a regime del contributo commissionale delle fabbriche prodotto, vita, danni e monetica, insieme con l’apporto che deriverà dall’operazione Anima, consolidano e rafforzano un track record di redditività fondato su scelte strategiche industriali – e non su esercizi finanziari“, aggiunge ancora il manager.
Il contesto, conclude il manager, “può anche variare ma siamo certi della nostra forza, perché abbiamo lavorato molto per costruirla e vogliamo che rimanga al servizio dei nostri clienti, con le nostre persone, nel nostro Paese. Siamo convinti che i nostri azionisti, con i quali il dialogo è costante e proficuo, ci supporteranno in questa scelta, certi che la banca possa continuare a crescere e generare profitti e dividendi, proseguendo il percorso di sviluppo concreto e credibile che abbiamo intrapreso”