Un segno di rinascita. Per la prima volta nella storia, Bergamo conquista il primo posto nella classifica della Qualità della Vita del Sole 24 Ore, scalando ben quattro posizioni rispetto al 2023. Un risultato che arriva a meno di cinque anni dalla drammatica primavera del 2020, quando la città lombarda divenne tristemente nota per essere uno dei territori più colpiti dalla pandemia di Covid-19.
L’indagine annuale del Sole misura il benessere nelle province italiane basandosi su 90 indicatori, suddivisi in sei macro-categorie: ricchezza e consumi, affari e lavoro, ambiente e servizi, demografia e salute, giustizia e sicurezza, cultura e tempo libero. Bergamo ha brillato in particolare nell’Indice di Sportività dove è risultata vincitrice nel 2024 trascinata dai anche grandi successi dell’Atalanta.
Sul podio, accanto a Bergamo, si trovano due province del Trentino-Alto Adige: Trento, in crescita di una posizione, e Bolzano, che compie un balzo di dieci gradini rispetto al 2023, grazie alle eccellenze in ambiti come demografia e salute, depositi bancari e tasso di occupazione.
Nord-Est protagonista: le province medie crescono
La top 10 della classifica conferma il dominio del Nord-Est italiano. Accanto alle consuete presenze di Trento e Bolzano, spiccano le province lombarde di Monza e Brianza (4ª) e Cremona (5ª), oltre a Udine (6ª), vincitrice dell’edizione 2023. Verona e Vicenza, rispettivamente 7ª e 8ª, rafforzano la presenza veneta.
A sorpresa, Ascoli Piceno si inserisce al 10° posto, distinguendosi anche per il primato nella categoria “Giustizia e sicurezza”.
Le grandi città metropolitane in affanno
Le grandi città italiane mostrano segnali di affaticamento. Milano perde quattro posizioni, piazzandosi al 12° posto, pur mantenendo la leadership nella categoria “Affari e Lavoro”. Firenze crolla al 36° posto (-30 rispetto al 2023), mentre Roma scende al 59° (-24), un risultato che evidenzia le difficoltà delle metropoli nel sostenere i costi della vita e gestire la crescente disuguaglianza sociale.
Forte crollo anche per Torino (58ª, -22 posizioni) e Venezia (46ª, -14). Tra le grandi città, solo Bologna, seppur in calo, riesce a resistere, grazie al suo storico primato nella qualità dei servizi e nella vivibilità mentendosi anche nella top 10, seppur calando di sette posizioni rispetto al 2023.
Il Sud resta fanalino di coda ma con segnali di speranza
Il Mezzogiorno continua a occupare le posizioni più basse della classifica, con Reggio Calabria ultima tra le 107 province. Napoli (106ª), Palermo (100ª) e Messina (91ª) seguono a ruota.
Vi sono, però, anche segnali incoraggianti: Palermo, Caltanissetta e Nuoro registrano un aumento del PIL pro capite, mentre Isernia, Frosinone ed Enna segnano incrementi nelle presenze turistiche. Inoltre, l’accessibilità economica nel Sud migliora grazie a un mercato immobiliare meno caro e a una minore inflazione rispetto al resto del Paese, elementi che potrebbero favorire un rilancio a lungo termine.
“Il Sud, seppure in termini relativi, sta registrando tassi di crescita del Pil più elevati – commenta Gaetano Fausto Esposito, direttore del Centro Studi Guglielmo Tagliacarne – e ha cambiato marcia. Quanto questa crescita riuscirà a smuovere gli ampi divari lo dobbiamo ancora vedere”. Per Esposito “le aree metropolitane rimangono il baricentro della produzione di ricchezza: il 41% del Pil nazionale si concentra in questi 14 territori e Roma e Milano, da sole, fanno circa il 20 per cento. Quasi l’80% del valore aggiunto delle grandi città deriva dal terziario di mercato e pubblico, trainato dal turismo in crescita”.