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Fs lancia il piano 2024-2029: 100 miliardi di investimenti e apertura a capitali terzi per l’Av. Donnarumma: “Nessuna privatizzazione”

Il primo piano industriale targato Donnarumma mira ad aumentare del 30% i ricavi, migliorare la puntualità e potenziare la rete ferroviaria, ma Fs dovrà anche affrontare sfide economiche e ridurre la dipendenza dai fondi pubblici. “Netta discontinuità con il passato”

Fs lancia il piano 2024-2029: 100 miliardi di investimenti e apertura a capitali terzi per l’Av. Donnarumma: “Nessuna privatizzazione”

Il piano industriale 2025-2029 di Ferrovie dello Stato è pronto a partire con oltre 100 miliardi di euro sul tavolo. L’obiettivo è trasformare l’azienda e dare una spinta allo sviluppo del Paese, mantenendo però uno sguardo costante sull’Europa. “Quando parliamo di mercato domestico, dobbiamo includere l’Europa,” ha dichiarato l’amministratore delegato e direttore generale Stefano Donnarumma, ribadendo la portata internazionale del piano. “Vogliamo imprimere una netta discontinuità”, ha aggiunto.

Gli obiettivi economici sono chiari: Fs prevede una crescita del 30% nei ricavi, che nel 2029 dovrebbero superare i 20 miliardi di euro rispetto ai 15,4 miliardi stimati per il 2024. L’Ebitda, invece, è previsto in aumento a 3,5 miliardi, dai 2,2 miliardi del 2023, mentre il risultato netto dovrebbe quintuplicarsi, arrivando a 500 milioni.

Non mancano però le criticità. Donnarumma ha sottolineato la necessità di contenere i costi operativi, con un taglio del 5% entro il 2029, e di trovare nuovi modelli di finanziamento per ridurre il peso sulle casse dello Stato. Con questo piano, Fs si prepara a scrivere un nuovo capitolo sotto la guida di Donnarumma.

Fs, le linee strategiche del nuovo piano: treni, puntualità e sostenibilità

Articolato in otto linee guida, il piano punta a rafforzare il sistema ferroviario e stradale del Paese, prevedendo 50 miliardi per il mantenimento delle infrastrutture esistenti e 60 miliardi per nuovi progetti. In particolare, oltre 50 miliardi saranno destinati a migliorare i 17mila chilometri di linee ferroviarie gestiti da Rfi, mentre 15 miliardi dei 40 miliardi complessivi per le strade andranno a potenziare la rete di Anas.

I piano prevede anche l’introduzione di 46 nuovi treni Alta Velocità, 145 treni regionali e 1.260 autobus a basso impatto di CO2, con l’obiettivo di aumentare del 30% la popolazione servita dalla rete AV in Italia. Nei prossimi cinque anni, si prevede che oltre 100 milioni di passeggeri in più sceglieranno Trenitalia e 95 milioni Busitalia, mentre il trasporto internazionale crescerà con l’obiettivo di aumentare del 40% i viaggiatori oltre i confini italiani. Ferrovie dello Stato prevede che i passeggeri che usufruiranno dell’Alta Velocità in Europa supereranno i 14 milioni, mentre quelli dell’Urban Mobility raggiungeranno i 140 milioni e quelli del business regolato europeo arriveranno a 150 milioni entro il 2029. Per gestire in modo più coordinato le attività estere, il gruppo sta lavorando alla riorganizzazione di Fs International, che diventerà una realtà con 3 miliardi di fatturato e 12mila dipendenti.

Uno degli aspetti più critici per Fs è la puntualità dei treni, un problema che l’azienda intende affrontare con interventi su oltre 50mila convogli all’anno, accompagnati dalla creazione di una nuova infrastruttura dedicata ai servizi di connettività a bordo treno, con l’obiettivo di “raggiungere la miglior performance di sempre”.

Sul fronte della sostenibilità, il grupppo prevede di installare oltre 1 gigawatt di fotovoltaico entro il 2029 e di coprire il 100% della rete Core Extended con il sistema ferroviario avanzato Ertms entro il 2040.

Anche la governance sarà rivoluzionata, eliminando i poli e riportando al centro il gruppo Fs come unico punto di riferimento.

Il Pnrr e le criticità nelle grandi opere

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) mette a disposizione circa 25 miliardi di euro per Fs, anche se il gruppo ha già dovuto fare i conti con una riduzione di 2 miliardi. Di questi, 11 miliardi sono stati allocati, ma rimangono difficoltà legate a ritardi e imprevisti.

Un esempio è il Terzo Valico, rallentato negli ultimi 700 metri da una vena di gas. Donnarumma ha assicurato che il problema è stato risolto, ma non ha risparmiato critiche al passato: “Con questo governo avremmo fatto scelte diverse, alcune delle soluzioni adottate sono troppo complesse.”

Tra le opere principali, il gruppo investirà 9,7 miliardi nella linea Palermo-Catania-Messina e 3,2 miliardi nella Napoli-Bari, a conferma della centralità del Sud nel piano di sviluppo.

Nuovi modelli di finanziamento

Per sostenere i cambiamenti delineati nel piano industriale, Ferrovie dello Stato sta esplorando nuovi modelli di finanziamento che possano ridurre il ricorso ai fondi pubblici. Tra le opzioni sul tavolo, un approccio in logica Rab (Regulated Asset Base) potrebbe garantire la sicurezza degli investimenti e favorire un maggiore autofinanziamento, con la possibilità di coinvolgere capitali di terzi.

“Il piano non è privatizzare o fare a pezzi il gruppo Fs,” ha precisato Donnarumma, che guarda a “Cdp e F2ii”, chiarendo che l’obiettivo è piuttosto “riportare sotto il nostro controllo parti della nostra filiera” attraverso progetti strategici. Tuttavia, ha evidenziato una sfida strutturale: “Il 20% dei 25 miliardi della manovra di quest’anno vanno a noi”, ma ogni anno lo Stato “deve finanziarci per garantire la sicurezza dei passeggeri e mantenere l’azienda in piedi”. Una dipendenza dai fondi pubblici che, a suo dire, sta diventando sempre più difficile da mantenere.

Una trasformazione che non si misurerà solo in miliardi, ma soprattutto in treni puntuali, passeggeri soddisfatti e infrastrutture al passo con i tempi.

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