Un Nasdaq effervescente che ha chiuso ieri per la prima volta sopra i 20.000 punti ha ispirato gli acquisti anche nelle borse asiatiche. Il dato ieri sull’inflazione Usa ha convinto gli investitori che la Fed taglierà i tassi il prossimo 18 dicembre. Le Borse europee attendono oggi il taglio dei tassi della Bce di un quarto di punto. Anche la Banca Nazionale Svizzera è attesa oggi allentare la sua politica monetaria.
Il Nasdaq sale per la prima volta sopra i 20.000 punti
Il Nasdaq ieri, focalizzato sulla tecnologia, è salito dell’1,8% chiudendo per la prima volta sopra i 20.000, mentre l’S&P 500 è salito dello 0,8%. L’indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti è aumentato dello 0,3% il mese scorso, il guadagno maggiore da aprile, ma è risultato esattamente come previsto dagli economisti interpellati in sondaggio Reuters e non è aumentato abbastanza da impedire ai funzionari della Fed di allentare ancora la politica monetaria, dicono gli analisti. Gli operatori ora scommettono il 97% su un taglio di un quarto di punto da parte della Fed il 18 dicembre.
Tra i best performers del Nasdaq 100, Broadcom (+6,58%), Tesla Motors (+5,92%), Alphabet (+5,56%). Il Dow Jones invece lima lo 0,22%.
Il dollaro statunitense si è mantenuto stabile vicino al massimo delle ultime due settimane, sostenuto dai rendimenti più elevati dei titoli del Tesoro, mentre i dati che mostravano un crescente deficit di bilancio degli Stati Uniti hanno suggerito cautela sul debito. I rendimenti dei titoli del Tesoro USA a 10 anni sono saliti al 4,2828%, il livello più alto dal 27 novembre.
Asia: Nikkei sopra i 40.000
Le azioni asiatiche sono in rialzo, seguendo il rally notturno di Wall Street. Il Nikkei giapponese ha superato quota 40.000 per la prima volta da metà ottobre, guidato dai progressi delle azioni del settore dei chip. L’indice, che punta molto sugli esportatori, ha ricevuto una spinta anche da uno yen in indebolimento, poiché i trader hanno ridotto le scommesse su un aumento dei tassi della Banca del Giappone la prossima settimana, ma anzi non avrebbe problemi ad aspettare qualche mese, nel caso le indicazioni macroeconomiche dovessero peggiorare o cambiare in modo brusco, lo scrive stamattina Bloomberg. Nel board della banca ci sono posizioni diverse sulle prossime mosse di politica monetaria, alcuni sarebbero a favore di un rialzo a breve, già nella prossima riunione-
Il dollaro australiano è salito dopo che i dati sull’occupazione hanno superato ampiamente le stime, rimbalzando dalla debolezza di mercoledì in seguito a un rapporto della Reuters secondo cui Pechino sta valutando di consentire allo yuan di deprezzarsi ulteriormente l’anno prossimo. La Cina è il principale partner commerciale dell’Australia e l’Aussie è spesso utilizzato come proxy liquido per lo yuan.
Lo yuan si è mantenuto sopra il minimo di una settimana dopo che la banca centrale ha fissato un fixing ufficiale leggermente più forte.
Il Nikkei ad alta tecnologia è balzato dell’1,5%, mentre il più ampio Topix è salito dell’1,2%. Kospi della Corea del Sud ha aggiunto lo 0,7%, mentre il benchmark di Taiwan ha guadagnato l’1%. In rialzo anche Hong Kong: Hang Seng +1,7%, Hang Seng China Enterprises +2,1%. L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen guadagna lo 0,7%. Salgono le società delle vendite al dettaglio e dei consumi come China Resources Beer +8%, Mengniu Dairy +8,4% e Haidilao +5,3%. Secondo indiscrezioni, a breve, Pechino, Changzhou e Shanghai inizieranno a emettere voucher per la ristorazione, i viaggi e lo sport: i buoni spesa contribuiranno a rafforzare la fiducia e lo sviluppo delle industrie correlate, secondo quanto riportato da un professore dell’Università di Wuhan citato dall’Economic Information Daily.
Intanto sta per terminare l’importante riunione di uno degli organi di governo della Cina: “la conclusione del Conferenza Economica Centrale sul Lavoro dovrebbe portare maggiore chiarezza sul percorso politico e dovrebbe rispecchiare il tono della riunione del Politburo”, afferma Marvin Chen, analista di Bloomberg Intelligence.
Oro e greggio in rialzo
L’oro è salito a un massimo di oltre un mese in mezzo alla promessa di rendimenti obbligazionari più bassi mentre la Fed e altre importanti banche centrali allentano la politica. Ha raggiunto 2.725,79 dollari per la prima volta dal 6 novembre prima di scendere a 2.710,45 dollari.
Il greggio statunitense si è attestato vicino al picco delle ultime due settimane e mezzo, a fronte della minaccia di ulteriori sanzioni che potrebbero soffocare la produzione di petrolio russo. I future sul greggio statunitense West Texas Intermediate sono stati scambiati l’ultima volta a 70,20 dollari al barile, in calo di 9 centesimi rispetto a mercoledì, quando erano saliti fino a 70,53 dollari per la prima volta dal 25 novembre. I future sul greggio Brent sono scesi di 3 centesimi, attestandosi a 73,49 dollari al barile.
Borse europee attendono oggi il taglio dei tassi della Bce
Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in lieve rialzo sulla base del Future EuroStoxx50 a +0,1%. Ieri il FTSEMIB di Milano ha chiuso con un guadagno dello 0,6%, Dax di Francoforte +0,3%. Cac 40 di Parigi +0,4%.
Oggi la Francia conoscerà il nome del nuovo primo ministro, assicura l’Eliseo. Macron lo annuncerà in serata, al rientro da una visita in Polonia. Dopo la riunione di ieri in cui il presidente e le forze politiche – escluse le estreme, Rn di Marine Le Pen e Lfi di Jean-Luc Mélenchon – hanno fatto passi avanti sul concetto inedito per la Francia di “non sfiducia”, adesso viene il difficile: sul nome del premier, l’esile costruzione “di metodo” voluta da Macron rischia di crollare. E’ ancora il centrista François Bayrou il candidato più gettonato, ma su di lui ci sono opposizioni sia da sinistra che da destra.
In tema di tassi oggi è il giorno della Bce, ma anche della Banca Nazionale Svizzera. Quest’ultima è attesa tagliare i tassi di 50 punti base. Alla Bce, una riduzione più standard di un quarto di punto è considerata il risultato più probabile, ma le probabilità del 15% su un taglio di mezzo punto suggeriscono che i trader lo vedono come un rischio non trascurabile.
Saipem ha ricevuto l’aggiudicazione definitiva dei due progetti Northern Endurance Partnership (NEP) e Net Zero Teesside Power (NZT) per lo sviluppo delle strutture offshore per il trasporto e lo stoccaggio di CO2 nell’East Coast Cluster nel Regno Unito. Il valore complessivo dei due progetti, della durata di 30 mesi, è di circa 650 milioni di euro. Lo scorso 15 marzo Saipem aveva comunicato di aver firmato per i suddetti progetti una lettera di intenti.
Camfin, azionista storico di Pirelli controllato da Marco Tronchetti Provera, è al lavoro su un maxi-rifinanziamento per dotarsi delle munizioni necessarie per crescere ulteriormente nel capitale di Pirelli di cui già oggi detiene il 26,1%. Lo scrive il Messaggero, spiegando che l’operazione è guidata dall’AD di Camfin, Giovanni Tronchetti Provera, con un pool di banche capeggiate da Unicredit e Intesa Sanpaolo (azioniste della stessa Camfin) insieme a Banco BPM. Il rifinanziamento, di durata tre anni, si attesta a 650 milioni di euro per Camfin, Camfin Alternative Assets e Longmarch Italia, società con la governance controllata da Marco Tronchetti Provera. Le nuove risorse consentiranno di ottimizzare il debito consolidato delle tre società, di circa 450 milioni, abbassandone il costo e allungandone la scadenza a fine 2027 e dotare il gruppo Camfin delle risorse per raggiungere il 29,9% di Pirelli, scrive il quotidiano.
Brunello Cucinelli. Sulla base delle vendite positive degli ultimi mesi i vertici del gruppo del cachemire hanno rivisto al rialzo le precedenti stime, indicando un incremento del fatturato compreso tra l’11% e il 12%, con una crescita attesa del 4° trimestre in linea con il risultato dei precedenti tre mesi.
Leonardo. Il Financial Times riporta che i paesi dell’Europa stanno parlando di un incremento della spesa per la difesa. E’ stata costituita formalmente l’agenzia governativa Gigo tra Italia, Regno Unito e Giappone per il Global Combat Air Programme, il programma per i nuovi caccia che dal 2035 andranno a sostituire gli Eurofighter. Il prossimo step sarà l’intesa per joint venture industriale a cui parteciperà Leonardo per l’Italia. L’agenzia che farà da ‘regista’ istituzionale è stata creata qualche giorno fa a Londra – secondo quanto risulta a Radiocor – e si è insediato il comitato direttivo che ha approvato la nomina del primo general manager che sarà l’ex viceministro alla Difesa giapponese, Masami Oka. Nel comitato direttivo l’Italia è rappresentata attualmente dal generale Luca De Martinis, direttore della Direzione Informatica, Telematica e Tecnologie Avanzate della Direzione Nazionale degli Armamenti.
Banco BPM . Al termine del processo Srep la Bce ha fissato per il 2025 un requisito minimo di capitale, per il Cet1, del 9,18%. Il requisito patrimoniale complessivo Pillar 2 è pari al 2,25% dal 2,52% per il 2024.
Unicredit . Al termine del processo Srep la Bce ha fissato per il 2025 un requisito minimo di capitale, per il Cet1, del 10,27%. Il requisito patrimoniale Pillar 2 rimane fissato a 200 punti base.
Monte dei Paschi I coefficienti patrimoniali di B.Mps sono superiori a quelli richiesti dalla Bce a conclusione del processo annuale di revisione e valutazione prudenziale condotto nel 2024. La Banca centrale ha conseguentemente rimosso l’obbligo di autorizzazione preventiva per la distribuzione dei dividendi da parte della banca. Sulla base dei risultati al 30 settembre 2024, la banca rispetta “ampiamente” i nuovi requisiti, con coefficienti patrimoniali a livello consolidato pari al 18,4% per il Common Equity Tier 1 ratio, rispetto a un requisito dell’8,78%; al 21,7% per il Total Capital ratio, rispetto al requisito del 13,37%.
Prysmian . L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato italiana ha effettuato un’ispezione presso gli uffici della consociata italiana Prysmian Cavi e Sistemi Italia Srl, nell’ambito di un’investigazione promossa dall’Agcm relativamente a una possibile intesa restrittiva della concorrenza volta al coordinamento dei prezzi e delle condizioni commerciali di vendita nel mercato italiano dei cavi in rame a bassa tensione.
Stellantis estenderà la sospensione della produzione nello stabilimento di Mirafiori fino al 20 gennaio. Lo ha detto Gianni Mannori, responsabile del sindacato Fiom-Cgil a Mirafiori. La decisione, anticipata questa mattina da MF, non è stata ancora ufficializzata dalla società, ha aggiunto Mannori. Un portavoce di Stellantis non ha risposto al momento a una richiesta di commento. A fine novembre il gruppo automobilistico aveva comunicato la sospensione della produzione del reparto Carrozzerie di Mirafiori per tutto il mese di dicembre, fino al 5 gennaio, principalmente a causa della debole domanda per la Fiat 500 elettrica.