Donald Trump torna a farsi sentire con una chiara minaccia nei confronti degli alleati Nato: “Devono pagare i loro conti”. In un’intervista a ABC News, il presidente eletto degli Stati Uniti ha avvertito che gli Stati Uniti potrebbero seriamente considerare l’idea di uscire dall’alleanza se non saranno trattati “giustamente” dagli altri membri. Le sue parole rilanciano il dibattito internazionale sul contributo finanziario dei partner alle spese per la difesa comune, mettendo in discussione la sostenibilità del patto di difesa collettiva e i ruoli all’interno della Nato. E sull’Ucraina avverte “è possibile che riduca gli aiuti”.
La Nato e il peso dei conti
Trump ha ribadito la sua posizione, dichiarando che l’eventualità di uscire dalla Nato non è una mossa simbolica, ma una possibilità concreta. Il presidente ha indicato che non esiterà a rivedere il ruolo degli Stati Uniti nell’alleanza se gli altri membri non dimostreranno il giusto impegno economico. Una posizione che suscita preoccupazione tra i membri della Alleanza atlantica, che temono una destabilizzazione delle relazioni transatlantiche in un momento in cui la cooperazione tra gli alleati è fondamentale per affrontare minacce globali, come quelle provenienti dalla Russia e dalla Cina.
Il contributo alla difesa: la critica di Trump
La critica principale di Trump riguarda il contributo sbilanciato: gli Stati Uniti, a suo avviso, hanno sostenuto una quota eccessiva delle spese di difesa, mentre gli altri membri non rispettano l’impegno di destinare il 2% del loro PIL alla difesa, come stabilito dagli accordi. Questo punto, già sollevato durante il suo primo mandato, continua a essere centrale nelle sue dichiarazioni. La sua politica estera si fonda su un approccio rigoroso sui costi e su un’attenzione particolare alle risorse che gli Stati Uniti devono investire per garantire la sicurezza collettiva.
Le dichiarazioni del Tycoon susciteranno forti reazioni anche sul piano politico interno. Mentre alcuni repubblicani sostengono la sua linea dura sulla Nato e sugli aiuti esteri, altri temono che una politica isolazionista possa indebolire la posizione globale degli Stati Uniti e compromettere le alleanze strategiche. Il neo presidente eletto (sarà ufficiale il 20 gennaio 2025) non ha mai nascosto la volontà di rivedere gli impegni internazionali, ma la sua proposta di ritiro dalla Nato rappresenta una mossa che potrebbe compromettere il ruolo degli Stati Uniti come leader globale.
Il Tycoon minaccia anche meno aiuti all’Ucraina
L’arrivo di Trump alla Casa Bianca potrebbe portare a un cambiamento nella politica degli Stati Uniti riguardo al conflitto tra Ucraina e Russia. In un altra intervista a NBC News, prima di partire per la Francia, Trump ha dichiarato che una riduzione degli aiuti a Kiev è “possibile” e “probabile”, un’inversione rispetto al sostegno incondizionato all’Ucraina mostrato sotto l’amministrazione Biden. Sabato, invece, Trump ha incontrato, a margine della riapertura di Notre-Dame, a Parigi, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente francese Emmanuel Macron.
Trump ha sollecitato un “cessate il fuoco immediato” in Ucraina e ha proposto l’avvio di “negoziati”, affermando che Zelensky “vorrebbe concludere un accordo” con Mosca per porre fine al conflitto.
Al suo primo viaggio internazionale da presidente eletto, Trump è stato accolto calorosamente da Macron, che ha ricordato la solidarietà americana durante l’incendio di Notre-Dame. Prima di entrare a Palazzo, Trump ha dichiarato: “Il mondo sembra essere un po’ impazzito in questo momento, ed è di questo che parleremo”. Macron dopo l’incontro ha scritto su X: “Stati Uniti, Ucraina e Francia. Insieme in questo giorno storico. Riuniti per Notre-Dame. Continuiamo i nostri sforzi congiunti per la pace e la sicurezza”.
Zelensky ha definito l’incontro “positivo e produttivo”, lodando la determinazione di Trump. Ha spiegato: “Abbiamo parlato del nostro popolo, della situazione sul campo di battaglia e di una pace giusta per l’Ucraina. Vogliamo tutti porre fine a questa guerra nel modo più rapido ed equo possibile. Ringrazio il presidente Macron per aver organizzato questo incontro a Parigi.”
Successivamente, Zelensky ha condiviso sui social le sue impressioni, dichiarando che “non si può finire la guerra con un pezzo di carta” e ribadendo che l’Ucraina conta sull’America e sugli alleati per fermare Putin. Ha accusato Mosca di cercare di conquistare la Georgia e di avere mire sulla Moldova, aggiungendo che i russi, pur ritirandosi dalla Siria, continuano a destabilizzare altre regioni, inclusa l’Africa. Zelensky ha concluso che, per ottenere una pace effettiva con la Russia, sono necessarie “garanzie” che assicurino che la Russia non distrugga la pace ottenuta.