La crisi politica francese manda in tilt Parigi e le borse europee inaugurano il mese di dicembre con una seduta molto volatile, che termina contrastata, in un contesto in cui gli indici Pmi del manifatturiero della zona euro appaiono ancora deludenti. I drammi politici ed economici del blocco non si traducono in una debacle per i mercati, perché alimentano le speranze di una Bce più disponibile a un robusto taglio dei tassi nella riunione del 12 per stimolare l’economia. Gli effetti si vedono invece sull’euro, in ritirata dell’1% contro il dollaro e un cambio in area 1,0468. È poco mosso invece il petrolio.
Piazza Affari guadagna lo 0,21%, limitata da Stellantis (-6,3%) dopo le dimissioni con effetto immediato dell’ad Carlo Tavares per divergenze con il cda. La decisione non è arrivata inattesa, ma gli investitori si interrogano sul successore, mentre per ora il volante passa a un comitato esecutivo guidato dal presidente John Elkann.
La crisi dell’auto investe d’altra parte tutta Europa, anche se la tedesca Volkswagen oggi limita i danni in Borsa allo 0,3% nel giorno dell’avvio dello sciopero di protesta contro i tagli salariali e possibili licenziamenti da parte del gruppo automobilistico. La piazza di Francoforte è la migliore, +1,44% e segna nuovi massimi. Tra i titoli delle quattro ruote Bmw si mette in luce con un progresso del 2,73%.
Cauta Londra, +0,3%.
Parigi in parità e Oat sotto pressione
La piazza più debole è Parigi, +0,02%, mentre l’esecutivo della Francia è ormai al capolinea. Per tenerlo in piedi il primo ministro Michel Barnier avrebbe fatto qualche concessione in manovra sul finanziamento della previdenza sociale ma non sarebbe abbastanza per Marine Le Pen, che ha annunciato l’intenzione di votare la sfiducia.
L’incertezza politica si riflette anche sull’obbligazionario con l’Oat nuovamente sotto pressione e uno spread tra decennale francese e tedesco che si avvicina nuovamente a 90 punti base (88), mentre il rendimento del titolo di Stato d’oltralpe sale al 2,91%.
Wall Street pronta a nuovi record
Anche Wall Street si muove si muove mista dopo le prime ore di scambi, (DJ -0,28%, S&P 500 +0,14%, Nasdaq +1%), ma si muove in zona record dopo aver archiviato un novembre d’oro. Tra i titoli brillano Tesla (+2,36%) e Intel (+3,64%), premiata dopo l’addio dell’amministratore delegato, Pat Gelsinger, che ha lasciato la carica dopo quasi 40 anni di carriera nel colosso dei chip.
Manifatturiero ancora in contrazione in Eurolandia
La recessione del manifatturiero nella zona euro peggiora ancora e le opinioni dei responsabili acquisti delle aziende raccolte S&P Global producono un indice in ribasso oltre le attese e sotto la linea di 50 che separa espansione e contrazione. In novembre il PMI è sceso a 45,2 da 46 di ottobre segnalando “un forte peggioramento delle condizioni” dovute a “contrazioni maggiori dei nuovi ordini manifatturieri, produzione, attività di acquisto e giacenze”.
Nella nota del centro studi si legge che anche il livello occupazionale ha registrato “il declino più forte da agosto 2020” e in particolare “la Germania e l’Austria hanno riportato forti tagli del personale”.
“I dati raccolti a novembre appaiono terribili – sostiene Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank – È come se la recessione del manifatturiero dell’eurozona non fosse destinata a diminuire e, con i nuovi ordini in calo veloce e accelerato, non ci sono segni di una imminente ripresa”. Il settore, nel quarto trimestre, prevedibilmente scenderà dello 0,7% rispetto al terzo trimestre indicando che il crollo si estenderà probabilmente al prossimo anno.
Anche oltreoceano il PMI e l’ISM manifatturiero di novembre restano sotto la linea di 50, ma salgono comunque più del previsto. Il PMI cresce a 49,7, da 48,5 di ottobre; l’ISM passa a 48,4 punti da 46,5 e attese a 47,5. Inoltre l’indice sui nuovi ordini sale di 3,3 punti a 50,4, quello sulla produzione di 0,6 punti a 46,8, quello sull’occupazione da 44,4 a 48,1. L’indice sui prezzi scende da 54,8 a 50,3.
In Piazza Affari denaro per Nexi, Campari e Leonardo
In Piazza Affari chiudono una seduta in denaro Nexi +5,5%, Campari +2,36%, Leonardo +1,49%, Generali +1,7%. La regina dei pagamenti digitali beneficia del giudizio di alcuni broker. Intermonte vede una pressione competitiva potenzialmente in ribasso da parte di Worldline dopo i recenti disservizi causati negli ultimi giorni dal gruppo dei pagamenti francesi. Il ‘down’ di Worldline “non dovrebbe avere impatti rilevanti sui risultati del quarto trimestre di Nexi anche se avvenuto in un contesto di mercato già complesso per la crescita”, aggiunge il broker. Equita aumenta il peso del titolo di 50 pb nel suo portafoglio principale grazie alla sostenibilità del free cash flow e alle valutazioni attraenti.
Le blue chip in maggior ribasso, oltre a Stellantis, sono Italgas -2,11%, Erg -1,92%, Telecom -1,63%.
Banche miste: bene Unicredit +1,15%, mentre arretrano Mediobanca -0,65% e Banco Bpm -0,56%.
Sale lo spread
La seduta si chiude in rosso per la carta italiana, in una giornata in cui i Bund sono risultati particolarmente attraenti. Lo spread tra decennale italiano e tedesco termina la giornata a 123 punti base, con rendimenti in calo rispettivamente al 3,26% e 2,04%.
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