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Juve, la rivoluzione di Giuntoli è un flop: scudetto e Champions sempre più lontani dopo un mercato fallimentare

Risultati di campo molto deludenti per la Juve ma soprattutto un bilancio disastroso del mercato. Il fallimento della gestione sportiva del Direttore bianconero Cristiano Giuntoli è senza appello e prima poi la società ne tirerà le somme

Juve, la rivoluzione di Giuntoli è un flop: scudetto e Champions sempre più lontani dopo un mercato fallimentare

Ai primi dicembre dell’anno scorso la Juve di Max Allegri lottava testa a testa con l’Inter per la conquista dello scudetto. A un anno di distanza e dopo la rivoluzione estiva del Direttore sportivo Cristiano Giuntoli la Juve di Thiago Motta è sesta in classifica a 6 punti di distacco dalla capolista Napoli di Antonio Conte e attualmente è fuori anche dalla zona Champions, che è l’obiettivo minimo di una società che in estate ha speso circa 200 milioni per tornare protagonista in Italia e in Europa. Anche nell’attuale Champions, la Juve, dopo un buon inizio, si è inceppata e per bene che vada può aspirare ai play off per tentare di arrivare agli ottavi.

Pur mettendo nel conto il rodaggio che si deve concedere al nuovo allenatore e pur considerando la serie infinita di infortuni (che però non sono tutti uguali perché quelli muscolari interrogano sulla bontà dei metodi di preparazione atletica e anche sulla storia medica dei calciatori infortunati) i risultati del campo parlano da soli e per il nuovo corso di Giuntoli il fallimento è sotto gli occhi di tutti. Ma il flop più clamoroso non è nemmeno quello della squadra in campo ma quello del mercato. Come è possibile che dopo quattro mesi ci siano due stelle come Douglas Luiz, che è costato 50 milioni, e Nico Gonzales, che costerà oltre 30 milioni, che non hanno quasi mai giocato (per la verità qualche minuto in campo Douglas Luiz l’ha fatto e ha collezionato una tale serie di errori da renderlo inguardabile) e che la Juve, almeno per quanto riguarda il brasiliano, pensa addirittura di sbolognare a gennaio? E’ la certificazione del fallimento senza appello del supponente Giuntoli che finora alla Juve ne ha azzeccate davvero poche, se si escludono i giovani Conceicao e Thuram. Per fortuna di Giuntoli la proprietà della famiglia Agnelli-Elkann ha oggi ben altri problemi a cui pensare (dalla crisi di Stellantis alla successione di Tavares e alla contesa giudiziaria tra Margherita Agnelli e i figli di prime nozze) ma prima o poi i conti andranno fatti e una gestione sportiva della Juve così disastrosa non è sostenibile. Giuntoli subito giù dalla torre.

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