In Asia si pensava che la sessione post-Ringraziamento sarebbe stata tranquilla in Asia. Invece una raffica di dati in Giappone e soprattutto la salita dei prezzi al consumo più del previsto hanno spinto gli investitori a inseguire lo yen, che è sulla buona strada per chiudere la sua migliore settimana in quattro mesi. Lo yen ha anche oltrepassato la soglia dei 150 dollari, portando così i trader ad aumentare le scommesse su un aumento dei tassi da parte della Banca del Giappone il mese prossimo. Gli swap ora implicano una probabilità del 60% per un aumento di un quarto di punto allo 0,5%, che sarebbe il tasso più alto dal 2008. Resta acceso il faro sulla geopolitica.
Se da una parte il cessate il fuoco in Medio Oriente sembra funzionare, sul fronte dell’Europa Centrale restano i timori. Ieri il Presidente russo Vladimir Putin ieri ha avviato un altro attacco contro le infrastrutture energetiche ucraine, mettendo in atto le minacce, dopo che Kiev ha fatto uso delle armi fornite dall’Occidente. Le borse europee sono viste aprire poco variate, mentre resta acceso il faro di Unicredit. Orcel va a Parigi a incontrare Credit Agricole
Le borse dell’Asia Pacifico sono contrastate in una seduta priva dell’orientamento fornito da Wall Street, il mercato finanziario degli Stati Uniti è stato chiuso per il Giorno del Ringraziamento: oggi riapre ma solo mezza giornata.
ll Nikkei del Giappone, penalizzato dalla forza dello yen, è sceso dello 0,3% portando le perdite dell’indice a novembre a oltre il 2%, la sua performance mensile più debole da aprile. I prezzi al consumo nella capitale giapponese hanno registrato un’accelerazione a novembre, mantenendosi al di sopra dell’obiettivo del 2% della banca centrale, segno di una crescente pressione sui prezzi. Inoltre l’indice di fiducia si è attestato a novembre a 36,4 punti dai 36,2 di ottobre, in linea con le attese. L’indice della produzione industriale in ottobre è salito del 3% su base mensile, dopo il +1,6% registrato a settembre. Le stime degli analisti però erano per una crescita più forte, del 3,8%. Crescono meno delle attese le vendite al dettaglio dell’1,6% su base annuale, contro attese del 2,1%, ma al di sopra del +0,7% di settembre (rivisto da un preliminare del +0,5%).
Il dollaro è sceso di quasi l’1% a 150,14 yen, dopo aver toccato 149,77, il livello più basso dal 21 ottobre. Nell’intera settimana, il dollaro è sceso del 3% rispetto allo yen, il calo più grande da fine luglio.
I trader, che sono rimasti indecisi fin ai dati di oggi, ora vedono una probabilità del 60% che la BOJ possa aumentare di nuovo i tassi di interesse a dicembre. Un’economia in rafforzamento e le preoccupazioni per il deprezzamento dello yen hanno recentemente aumentato l’urgenza per la BOJ di agire.
Le azioni cinesi sono state le migliori in Asia, con le blue chip in rialzo del 2%, in attesa pubblicazione dei dati sui settori manifatturiero e dei servizi di sabato: l’aspettativa è che il vasto settore manifatturiero abbia continuato a espandersi a novembre, anche se a un ritmo tiepido. Shanghai Composite +1,6%, (+2,2% il bilancio dell’intera settimana e +1,6% il mese). Hang Seng di Hong Kong +0,5% (+1% la settimana e -6% il mese). Si torna a parlare di nuove misure di sostegno all’economia dopo la notizia di un meeting della politica in dicembre. Nigel Peh, gestore di fondi presso Timefolio Asset Management a Singapore, afferma che le speculazioni includono un fondo di stabilizzazione, un taglio dei tassi e l’inclusione dei prezzi delle abitazioni nei parametri di performance dei governi locali. “Pensiamo anche che le vendite di case dei principali sviluppatori a novembre potrebbero registrare una nuova crescita su base annua dopo ottobre, il che dovrebbe essere positivo per i prezzi delle azioni dei nomi del settore immobiliare” ha detto a Bloomberg. Intanto i rendimenti dei titoli di Stato cinesi a lungo termine sono scesi per la prima volta al di sotto di quelli del Giappone
I titoli del settore alimentare, delle bevande e dei ristoranti avanzano dopo che il Ministero del Commercio ha esortato a realizzare costantemente il potenziale di consumo della nazione. Tianjin Guifaxiang +0%; Nanfang Black Sesame +10%, Shanghai Laiyifen +6,5%, Shanghai Guijiu +10%, Kuaijishan Shaoxing Wine +5%.
Ha chiuso appena sotto la parità l’indice TAIEX di Taipei (-3% il mese). Straits Times di Singapore -0,5% (+3,7% il mese).
Il maggior indice MSCI di azioni Asia-Pacifico al di fuori del Giappone è aumentato dello 0,4%, aiutato da un balzo del 2% nelle azioni blue chip cinesi che invece nel corso della settimana sono rimaste invariate.
I rendimenti dei Treasury decennali sono scesi in Asia di 2 punti base al 4,240%, il minimo in un mese, e sono scesi di 17 bps per la settimana, il più grande da inizio settembre.
Il dollaro è sceso dell’1,5% rispetto ai suoi principali omologhi questa settimana, mentre i mercati hanno riacceso le speranze per un taglio dei tassi Usa a dicembre. I future hanno ridotto le probabilità di un taglio dei tassi di un quarto di punto da parte della Federal Reserve a dicembre al 63%, dal 55% di una settimana fa, secondo il Fed Watch Tool di CME Group.
I prezzi del petrolio sono saliti venerdì, ma sembravano destinati a perdite settimanali per l’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah in Libano. I future sul greggio US West Texas Intermediate sono saliti dello 0,6% a 69,12 dollari al barile, ma sono scesi del 2,9% per la settimana. L’oro ha registrato un rialzo dello 0,8% a 2.662,36 dollari l’oncia, nonostante il dollaro debole, ma era sulla buona strada per un calo del 3% nel mese, il calo più ripido in oltre un anno.
Borse europee, occhi sulle mosse di Unicredit
L’Europa guarda a un’apertura sottotono, con i futures sullo Eurostoxx 600 che viaggiano in calo dello 0,15%
Germania. Crollano a sorpresa le vendite al dettaglio in ottobre su base mensile dell’1,5% dopo il +1,2% del mese precedente e contro una previsione di -0,5%. Su anno si registra un +1%, in calo rispetto al precedente +3,8% e sotto le attese di un +3,2%. I prezzi import in ottobre su base mensile (MoM) +0,6%, in aumento rispetto al precedente -0,4% (la previsione era +0,2%).
Il principale evento sono i dati sull‘inflazione della zona euro attesi più tardi nel corso della giornata, con anche le previsioni dela Bce sull’inflazione a 1 e 3 anni. Gli economisti si aspettano una lettura del 2,3% per l’inflazione headline, in ripresa dal 2,0% di ottobre. Il rischio sembra essere al ribasso dopo che l’inflazione tedesca si è dimostrata sorprendentemente sottotono. Gli operatori hanno pienamente scontato un taglio dei tassi di 25 punti base da parte della Banca Centrale Europea a dicembre, e una lettura in rialzo dell’inflazione potrebbe far decidere per un movimento sproporzionato di 50 punti base, la cui probabilità è attualmente stimata solo al 19%.
Restano sotto osservazione i titoli di stato francesi, dopo che lo spread Oat/bund questa settimana è salito ai massimi dalla crisi del debito europeo del 2011, per via dei dubbi sulle prospettive di sopravvivenza dell’attuale governo. Sebbene il primo ministro francese Michel Barnier abbia abbandonato i piani di aumentare le tasse sull’elettricità, il National Rally di estrema destra ha avvertito che questa concessione non è sufficiente a evitare un voto di sfiducia già la prossima settimana, che potrebbe far cadere il governo.
Unicredit. Orcel dovrebbe incontrare il Ceo di Credit Agricole, Brassac, e altri investitori di BPM (BNP, AXA, Amundi, Lazard), mentre Credit Agricole sarebbe pronta a vendere la sua quota a Unicredit, scrivono Il Corriere della Sera e il Giornale. Secondo Il Messaggero, l’incontro dovrebbe avvenire nel fine settimana. Intervistata dal Financial Times, la presidente della Bce, Christine Lagarde, non commenta sull’ipotesi di un merger fra Unicredit e Commerzbank. “Ho detto pubblicamente che le fusioni cross-border in generale sono vantaggiose se producono valore aggiunto”. Ieri una fonte di Unicredit ha detto che “Il numero indicato da Banco Bpm è pura congettura” facendo riferimento all’allarme lanciato dall’AD del Banco BPM, Giuseppe Castagna, in una lettera ai 20mila dipendenti del gruppo, in cui avrebbe quantificato circa 6.000 esuberi a seguito della possibile integrazione con Unicredit.
Banco Bpm. Moody’s ha confermato i rating di dopo che l’istituto di credito italiano ha ricevuto da UniCredit una proposta di acquisizione da 10,1 miliardi di euro. I rating confermati includono il rating dei depositi a lungo termine Baa1, i rating emittente e senior unsecured a lungo termine Baa2 e la valutazione del credito di base Baa3.
Generali Un articolo de Il Sole 24 Ore aggiunge ulteriori dettagli sul potenziale accordo tra Generali Investments e Natixis Investment Managers: i colloqui sarebbero in corso ma nulla è arrivato al consiglio di amministrazione. Il perimetro coinvolto nella trattativa sarebbe quello di Generali Iinvestments Holding, ovvero 660mld a fine giugno. Dall’altra parte ci sarebbe una frazione delle masse gestite da Natixis, il totale è 1,27 trilioni di euro.