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Meloni, la discontinuità in Europa è un atto di coraggio della premier: speriamo che resista

La scelta di Meloni di votare a favore della Commissione Von der Leyen è una novità da non sottovalutare. La premier rompe col suo passato sovranista e si attesta su una linea più decisamente europeista che può solo far bene all’Italia e all’Europa. L’importante che resista su questa scelta

Meloni, la discontinuità in Europa è un atto di coraggio della premier: speriamo che resista

Sulla svolta europeista della premier Giorgia Meloni che, sconfessando la sua opposizione di luglio, ha nei giorni scorsi approvato nel Parlamento di Strasburgo la Commissione europea formata da Ursula Von der Leyen ha perfettamente ragione l’europarlamentare del Pd ed ex sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, che sul Foglio ha apertamente apprezzato il riposizionamento della Presidente del Consiglio: “Bene Meloni, si è spostata al centro”. E’ esattamente così e il voto di Meloni parla chiaro perché si affianca a quello dei Popolari, dei liberaldemocratici macroniani e dei socialisti che da sempre sostengono Von der Leyen e formano il governo europeo. Meloni l’ha fatto per pura convenienza perché era l’unico modo per sostenere la candidatura di Raffaele Fitto alla vicepresidenza della Ue? Può darsi, ma l’ha fatto e ha varcato il Rubicone prendendo le distanze dai sovranisti di sempre a cui si è finora accoppiata e avviando un percorso europeista che può solo fare del bene a lei, che può finalmente diventare una rispettabile leader conservatrice e non più una bandiera dell’estrema destra, all’Europa che rafforza così la sua maggioranza su una linea atlantista e pro-Ucraina, e all’Italia che recupera il ruolo che spetta a un Paese fondatore. Di fronte a una scelta del genere, le interpretazioni di parrocchia lasciano il tempo che trovano. Spiega infatti Gori: “Non è Von de Leyen che va a destra ma è Meloni che si sposta al centro e a me pare che da qui, per l’Europa e per l’Italia, potrebbe anche nascere un’opportunità”, tanto più che “il programma votato l’altroieri a Strasburgo è identico a quello votato a luglio con la conferma del Green Deal e la centralità del Rapporto Draghi“. In sostanza “Meloni ha fatto una scelta in controtendenza con il suo passato aderendo a un programma europeista”. Giusto darne atto alla premier, sperando che sappia resistere su una linea che rompe con il passato e che l’avvicina per davvero all’Europa. Brava Giorgia.

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