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Unicredit, Moody’s conferma rating: “Acquisizione Bpm non ostacola M&A con Commerzbank”

Moody’s conferma il rating di Unicredit, valutando positivamente l’acquisizione di Banco Bpm e l’espansione con Commerzbank. Le operazioni rafforzeranno il profilo finanziario del gruppo grazie a maggiore diversificazione e sinergie nel medio-lungo termine

Unicredit, Moody’s conferma rating: “Acquisizione Bpm non ostacola M&A con Commerzbank”

L’agenzia di rating Moody’s ha confermato il rating di Baa1 per il debito Senior Preferred (non garantito) e per i depositi a lungo termine di Unicredit, mantenendo un outlook stabile. Si tratta di un segnale di fiducia nella solidità finanziaria del gruppo, anche in un momento caratterizzato da manovre strategiche significative, come l’acquisizione di Banco Bpm e la possibile integrazione di Commerzbank.

Banco Bpm: stabilità nel consolidamento domestico

Secondo Moody’s, l’offerta per l’acquisizione di Piazza Meda, una delle principali banche commerciali italiane, non influenzerà in modo sostanziale il profilo di rischio dell’istituto guidato da Andrea Orcel. L’agenzia precisa che l’impatto sul capitale sarà limitato, con una riduzione stimata di circa 70 punti base nel Tangible Common Equity (Tce) ratio. Anche il rischio patrimoniale resterebbe sotto controllo, con un rapporto di crediti problematici pro-forma appena inferiore al 3%, rispetto al 2,8% attuale.

Tuttavia, Moody’s sottolinea che l’integrazione di Banco Bpm aumenterebbe temporaneamente il peso delle attività italiane, esponendo la banca di Gae Aulenti a un sistema bancario “che opera in un contesto più debole rispetto a molti altri in Europa”. Nonostante ciò, l’agenzia evidenzia che la banca è ben posizionata per trarre vantaggio dalle sinergie previste, con un miglioramento della redditività a medio-lungo termine grazie a una gestione efficace dei costi e a un’espansione del franchising domestico.

Commerzbank: un passo verso l’internazionalizzazione

La potenziale acquisizione di Commerzbank rappresenta una mossa strategica chiave per Unicredit. Secondo Moody’s, questa operazione potrebbe ampliare significativamente la diversificazione geografica del gruppo, spostando parte del focus verso la Germania, un mercato valutato “molto più solido” con un rating sovrano di Aaa stabile. L’agenzia sottolinea che l’integrazione della banca tedesca “amplierebbe le risorse di liquidità e i canali di finanziamento di Unicredit, rafforzando il suo profilo internazionale”.

Inoltre, Moody’s prevede che il successo di questa acquisizione potrebbe portare a un aggiornamento del rating stand-alone di Unicredit, attualmente a Baa3, fino a Baa2. Questo passo, se realizzato, consentirebbe a Piazza Gae Aulenti di superare il rating sovrano italiano, un risultato che rappresenterebbe una svolta importante per l’istituto in termini di competitività internazionale. “Una maggiore diversificazione geografica e una robusta liquidità migliorerebbero significativamente il profilo finanziario complessivo del gruppo”, osserva l’agenzia.

Sfide e opportunità di una doppia acquisizione

Moody’s analizza anche gli impatti di un possibile consolidamento simultaneo con Banco Bpm e Commerzbank. L’agenzia rileva che, se da un lato l’acquisizione dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna aumenterebbe temporaneamente il peso delle operazioni italiane, dall’altro l’ingresso nel mercato tedesco bilancerebbe questa esposizione, rafforzando l’immagine di Unicredit come un gruppo bancario internazionale.

Tuttavia, la riuscita di entrambe le operazioni dipenderà dalla capacità del management di integrare efficacemente le nuove entità. In particolare, Moody’s avverte che “i costi iniziali delle integrazioni, seppur significativi, dovranno essere bilanciati da sinergie materiali sui ricavi e sui costi operativi”.

Prospettive di crescita

Se le acquisizioni saranno completate con successo, Unicredit potrà beneficiare di un posizionamento più solido sia sul mercato domestico che su quello europeo. Moody’s evidenzia che la strategia delineata dal ceo Andrea Orcel combina “un’espansione internazionale ben mirata” con un rafforzamento interno che potrebbe aumentare significativamente i ricavi, i margini e la stabilità finanziaria del gruppo.

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