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Borsa chiusura 21 novembre: bitcoin a un soffio dal record storico dei 100 mila dollari. Nvidia in altalena ma Alphabet crolla

Bitcoin inarrestabile: è già oltre i 97 mila dollari e si avvicina ai 100 mila. Nvidia, malgrado l’ottima trimestrale, scivola in Borsa e poi recupera ma la sorpresa del giorno è il ribasso di oltre il 5% di Alphabet (ex Google)

Borsa chiusura 21 novembre: bitcoin a un soffio dal record storico dei 100 mila dollari. Nvidia in altalena ma Alphabet crolla

I listini europei chiudono la seduta odierna in timido progresso, senza uscire granché dal limbo dell’incertezza dopo la trimestrale di Nvidia, ancora da capire fino in fondo e in giorni di incalzanti notizie geopolitiche. In particolare la guerra russo-ucraina vede un ulteriore escalation, con Mosca che avrebbe lanciato per la prima volta un missile balistico intercontinentale. Sul fronte Medio Orientale invece la Corte internazionale dell’Aia ha emesso mandati di arresto per per crimini di guerra e crimini contro l’umanità per il leader israeliano Netanyahu, per l’ex ministro della difesa Gallant e per il leader di Hamas Al-Masri. Un quadro che spinge i prezzi del petrolio e del gas, con quest’ultimo che ad Amsterdam ha toccato in giornata il prezzo massimo da un anno oltre i 48 euro al Mwh.

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In questo contesto Piazza Affari sale dello 0,2%, con Leonardo (+1,95%) sostenuta dalle tensioni geopolitiche, mentre Nexi (-3,25%) è penalizzata dalle prese di beneficio (dopo i guadagni di ieri) e dalle vendite nel settore dei pagamenti digitali a livello europeo. Bene i petroliferi e le utility, male il lusso e alcune banche.

Francoforte chiude con un incremento dello 0,79%, benché la Bundesbank, in un’analisi sulla stabilità finanziaria, abbia ammonito che l’economia tedesca sta fronteggiando sfide profonde e radicali che potrebbero far aumentare le insolvenze aziendali, con alto il rischio di default nel prossimo anno.

Londra si apprezza dello 0,78%, Parigi dello 0,21%, Amsterdam +0,88%, Madrid +0,24%.

Avvio volatile per Wall Street e Nvidia

Il Toro non ha trovato grandi spunti neppure a Wall Street (DJ +0,87%, S&P 500 +0,29%, Nasdaq -0,33%), volatile in avvio, così come il titolo Nvidia, ora in leggero ribasso (-0,38%), dopo aver toccato un nuovo massimo storico nei primi scambi. Il gigante dei chip per l’intelligenza artificiale ieri ha superato le attese con la trimestrale, ma ha deluso il mercato con le stime per il quarto scampolo dell’anno, che mostrano il maggior rallentamento della crescita dei ricavi negli ultimi sette trimestri. Tra le mega cap soffre inoltre Alphabet (-5,94%) dopo che il dipartimento di Giustizia Usa ha chiesto a un giudice di imporre a Google di vendere il browser Chrome e prendere altre misure per porre fine al monopolio sulla ricerca online

Il bitcoin verso centomila euro. Il titolare di Tron si aggiudica la banana di Cattelan per 6,2 milioni di dollari; crolla Adani a Mumbai.

Il bitcoin non conosce stanchezza dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane e sembra lanciato verso quota centomila dollari. Anche oggi la principale valuta digitale ha aggiornato i suoi massimi di sempre sopra i 98 mila dollari e al momento tratta poco oltre 97.178 mila dollari.

Intanto festeggiano gli imprenditori del settore. In particolare Justin Sun, fondatore della piattaforma di criptovalute Tron, ha deciso di regalarsi all’asta di New York una banana da 6,2 milioni di dollari. Si tratta dell’opera di Maurizio Cattelan e denominata “Comedian”. La banana finirà nella pancia del miliardario che dopo l’acquisto ha dichiarato: la mangerò! Del resto è già successo in altre occasioni che l’opera, appesa al muro con lo scotch, sia stata consumata.

Non tutti i ricchissimi del mondo se la passano bene però in questi giorni: è di oggi infatti la notizia che un tribunale federale di New York ha incriminato il miliardario indiano Gautam Adani con l’accusa di truffa e di aver gestito un grosso giro di corruzione. Come conseguenza sui mercati le azioni delle unità indiane di Adani Group sono crollate a Mumbai perdendo oltre il 22% e il conglomerato ha annullato una vendita obbligazionaria da 600 milioni di dollari dopo le accuse dei procuratori statunitensi.

Euro debole, salgono petrolio e oro

Sul mercato dei cambi l’euro s’indebolisce ulteriormente e tratta sotto 1,05 contro dollaro, mentre cala a -13,7 la fiducia dei consumatori nella regione.

Tra le materie prime corre invece il petrolio, con il Wti che tratta oltre i 70 dollari e il Brent oltre i 74 dollari al barile. Entrambi i future vedono rialzi intorno all’1,8% e 1,7%.

Il clima variabile favorisce anche gli acquisti sull’oro che, nonostante non sia ai massimi recentemente raggiunti, tratta in rialzo a 2668 dollari l’oncia (+0,67%).

Piazza Affari, bene i titoli ex Mediaset dopo la trimestrale

Tra le mid cap milanesi chiudono in rialzo i titoli ex Mediaset (Mfe A +3,56% e Mfe B +1,68%) dopo i conti dei primi nove mesi con ricavi netti consolidati in aumento del 7,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e un risultato netto consolidato, escludendo il contributo di ProsiebenSat1, positivo per 88,7 milioni, in crescita del 38,7%. Anche i ricavi pubblicitari sono saliti e alla luce dei risultati, Equita ha fissato a “hold” il giudizio sulle azioni del gruppo.

Sul listino principale invece i maggiori rialzi del giorno riguardano Leonardo, Saipem +1,89%, Unipol +1,65%, A2a +1,55%, Hera +1,48%.

I maggiori ribassi sono per Nexi, Telecom -1,67%, Campari -1,38%, Moncler -1,38%, Popolare di Sondrio -1,09%.

Spread in leggera crescita

La carta italiana chiude anche oggi in rosso. Lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata sale infatti a 125 punti base, anche se il rendimento del Btp appare stabile al 3,57%.

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