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Accadde Oggi – 22 Novembre 2005: Angela Merkel diventa la prima donna Cancelliera della Germania

19 anni fa, Angela Merkel divenne la prima donna Cancelliera della Germania, avviando un’era di stabilità e successo per il paese e l’Europa. Durante i suoi quattro mandati, ha affrontato crisi globali e rafforzato la posizione della Germania, ma la sua eredità viene messa alla prova oggi, con il Paese in recessione e una leadership di Olaf Scholz che fatica a replicare i successi della sua predecessora

Accadde Oggi – 22 Novembre 2005: Angela Merkel diventa la prima donna Cancelliera della Germania

Oggi, 22 novembre, ricorre una data fondamentale nella storia politica della Germania: esattamente 19 anni fa, nel 2005, Angela Merkel veniva eletta Cancelliera della Repubblica Federale Tedesca. Prima donna a guidare il governo tedesco, la sua elezione non ha rappresentato solo un traguardo personale, ma ha segnato anche una nuova fase nazionale e internazionale della Germania, inaugurando un periodo di stabilità e progresso.

Leader della Cdu (L’Unione Cristiano-Democratica, in tedesco Christlich Demokratische Union Deutschlands), Merkel ha portato la Germania fuori dalla crisi finanziaria e ha consolidato il suo ruolo di pilastro economico e politico nell’Unione Europea. Durante i suoi sedici anni di cancellierato, ha affrontato diverse sfide dimostrando capacità straordinarie di gestione delle emergenze e guadagnandosi una reputazione di stabilità e pragmatismo.

Angela Merkel non ha solo infranto il soffitto di cristallo nella politica tedesca, ma ha lasciato un’eredità profonda e indelebile, sia in Germania sia nel contesto internazionale, diventando un simbolo di leadership moderna e lungimirante. Dopo essersi ritirata dalla scena politica nel 2021, Angela Merkel presenterà nei prossimi giorni la sua autobiografia Libertà, che sarà disponibile nelle librerie a partire dal 26 novembre, pubblicata da Rizzoli. Nel libro, Merkel ripercorre la sua vita, dagli anni trascorsi nella Germania Est fino alla sua ascesa alla guida della Cdu, raccontando la sua straordinaria carriera e il cammino che l’ha portata a diventare una delle figure politiche più influenti al mondo.

Gli inizi: una giovane promessa della politica tedesca

Angela Merkel, nasce ad Amburgo il 17 luglio 1954. Da giovane si trasferisce nella Germania Est, dove intraprende studi scientifici che la porteranno a laurearsi in fisica. La caduta del Muro di Berlino segna la sua entrata in politica: nel 1990 si unisce alla Cdu e viene nominata Ministro per le Donne e i Giovani nel governo di Helmut Kohl. Lontana dagli stereotipi, Merkel costruisce la sua carriera basandosi su competenza e pragmatismo. Dopo aver criticato il suo stesso mentore, Kohl, durante uno scandalo finanziario, conquista la leadership del partito nel 2000, aprendo la strada al suo futuro cancellierato.

22 novembre 2005, Angela Merkel diventa la prima donna cancelliere

Le elezioni federali tedesche del 2005, tenutesi il 18 settembre, furono indette in seguito a una mozione di sfiducia orchestrata dal cancelliere Gerhard Schröder, che intendeva provocare un voto anticipato a causa delle difficoltà della sua coalizione. Il risultato fu estremamente incerto: la Cdu/Csu, guidata da Angela Merkel, vinse con un margine strettissimo, ottenendo il 35,3% dei voti contro il 34,2% del Spd (il Partito Socialdemocratico) di Schröder.

Nonostante le aspettative di una vittoria netta per i cristiano-democratici, la campagna elettorale evidenziò divisioni interne e gaffe, che ridussero il vantaggio della Cdu/Csu. Alla fine, nessun partito ottenne una maggioranza sufficiente per governare, e il risultato fu un Parlamento frammentato che costrinse Cdu e Spd a formare una “grande coalizione”.

Dopo settimane di negoziati, il 22 novembre 2005, il 22 novembre 2005 Angela Merkel viene eletta cancelliera, diventando la prima donna a ricoprire questo ruolo in Germania.

Nel suo primo mandato, Merkel si concentra su riforme economiche per superare la stagnazione tedesca. Tra queste, la revisione del sistema previdenziale e del mercato del lavoro, con l’obiettivo di ridurre la disoccupazione e rilanciare la competitività. Sul fronte delle finanze pubbliche, il governo introduce misure di austerità come l’aumento dell’Iva e la riduzione di alcuni sussidi.

In politica estera, Merkel stabilisce relazioni solide con partner europei e globali. Il suo primo viaggio ufficiale la porta a Parigi, Bruxelles e Londra, sottolineando l’importanza dell’alleanza franco-tedesca e del ruolo centrale della Germania nell’Unione Europea. Affronta questioni delicate, come le tensioni con la Russia e il rapporto con la Cina, dimostrando un approccio diplomatico bilanciato. La Merkel si afferma come leader pragmatica e determinata. Il suo primo mandato getta le basi per una leadership che plasmerà la Germania per i successivi sedici anni, segnando un’era di stabilità politica ed economica.

I mandati successivi: una leadership senza precedenti

Angela Merkel ha guidato la Germania per quattro mandati consecutivi, lasciando un’impronta indelebile sulla politica del paese e sul panorama internazionale. La sua leadership si è contraddistinta per una gestione equilibrata delle crisi globali e per il ruolo centrale della Germania nell’Unione Europea e sulla scena mondiale.

Durante i suoi primi anni da cancelliera, Merkel ha affrontato sfide complesse come la crisi dei rifugiati, le tensioni con la Russia, la guerra in Iraq e l’instabilità nei Balcani. Con un approccio pragmatico e una straordinaria capacità di mediazione, è riuscita a mantenere un delicato equilibrio tra gli interessi europei e quelli degli Stati Uniti, consolidando la posizione della Germania come attore chiave nelle decisioni globali.

La Merkel si è distinta come mediatrice in Europa, lavorando per rafforzare la stabilità economica del continente e difendendo l’euro da politiche fiscali irresponsabili. Tra i suoi successi più rilevanti c’è la gestione della crisi finanziaria del 2008 e della crisi migratoria del 2015-2016, quando la Germania accolse oltre 1,2 milioni di rifugiati. Questo impegno le è valso anche il Premio Nansen per i Rifugiati nel 2022.

Rieletta nel 2009, 2013 e 2017, ha continuato a promuovere la transizione energetica e a rafforzare il ruolo della Germania come pilastro dell’economia europea. Grazie al suo pragmatismo e alla sua capacità di negoziazione, Merkel è stata riconosciuta come una delle figure politiche più influenti al mondo, occupando per oltre un decennio la vetta della classifica delle donne più potenti stilata da Forbes.

Il quarto mandato e l’addio alla politica:

Angela Merkel è stata eletta per il quarto mandato consecutivo nel 2017, con un calo di consensi per la Cdu rispetto alle elezioni precedenti. Nel 2018, annuncia che non si ricandiderà per un quinto mandato né per la presidenza del partito, segnando il suo ritiro dalla politica attiva. Dopo le elezioni del 2021, Olaf Scholz succede a Merkel l’8 dicembre come cancelliere, ponendo fine ai suoi 16 anni di leadership.

Durante il suo ultimo mandato, Merkel firma il trattato di Aquisgrana con Emmanuel Macron, sostenendo un’Europa più integrata, incluse iniziative come un esercito europeo. Nel 2023, riceve la Gran Croce dell’Ordine al Merito di Germania, un onore riservato a figure di spicco come Adenauer e Kohl. Ritiratasi dalla vita pubblica, Merkel ha manifestato interesse per un suo ritorno alla carriera accademica.

Il post-Merkel: una Germania in crisi

Dopo il ritiro dalla scena politica della Merkel, la Germania è entrata in crisi. La leadership di Olaf Scholz non riesce a ripetere il successo della cancelliera uscente. Il paese è entrato in recessione per il secondo anno consecutivo, con il Pil che registra un calo dello 0,3% nel 2023 e dello 0,2% nel 2024. La crisi energetica, la dipendenza dalle esportazioni e il declino del settore automobilistico aggravano la situazione.

Sul piano politico, Scholz fatica a mantenere unita la coalizione di governo e si avvicina alle elezioni anticipate a febbraio 2025. La sfiducia crescente nei confronti della classe dirigente riflette una crisi identitaria e strutturale che potrebbe avere ripercussioni sull’intera Eurozona.

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