Condividi

Zelensky: “Con Trump la guerra potrebbe finire prima”. Pioggia di raid russi sull’Ucraina

Zelensky ha ribadito che la pace è possibile solo se gli aiuti militari continuano e Kiev non viene abbandonata. Intanto, la telefonata Scholz-Putin solleva polemiche, mentre la Russia intensifica i raid, costringendo la Polonia a mobilitare i caccia

Zelensky: “Con Trump la guerra potrebbe finire prima”. Pioggia di raid russi sull’Ucraina

Volodymyr Zelensky cammina su un filo sottilissimo. Da Kiev, promette che l’Ucraina farà “di tutto” per ottenere la pace con la Russia entro il 2025, preferibilmente attraverso vie diplomatiche. Ma le dichiarazioni arrivano con una sfumatura sorprendente: secondo il leader ucraino, una futura presidenza Trump negli Stati Uniti potrebbe addirittura accelerare la fine del conflitto. “L’unica condizione per trattare la pace è che l’Ucraina non venga abbandonata e gli aiuti militari continuino”, ha però detto il presidente ucraino. Ora resta da vedere se la geopolitica internazionale e il cambio di potere negli Stati Uniti saranno alleati o ostacoli nella sua battaglia per la pace.

Zelensky e Trump: pace o rischio di tagli agli aiuti? Musk senza freni

Un ritorno dei repubblicani alla Casa Bianca rappresenta per Zelensky una promessa ambivalente: da un lato, intravede uno spiraglio per un accordo più rapido; dall’altro, aleggia il rischio di tagli agli aiuti militari. Joe Biden, intanto, ha garantito armi e munizioni per due mesi, ma il 20 gennaio – giorno del possibile cambio di presidenza – tutto potrebbe cambiare. Nel frattempo, Elon Musk, senza freni, ha riacceso le polemiche. Dopo le sue recenti sparate sui magistrati italiani, il magnate di Tesla ha preso di mira Zelensky su X, commentando sarcasticamente un’intervista in cui il presidente ucraino dichiarava che “gli Stati Uniti non possono obbligarci a negoziare, siamo un Paese indipendente”. Musk ha condiviso un articolo della Bic del 2021 che definiva Zelensky “il comico che sta conquistando il momento”, scrivendo: “Ha un incredibile senso dell’umorismo”. Una provocazione che ha diviso l’opinione pubblica, mettendo in discussione il ruolo di Musk nel dibattito sulla guerra in Ucraina.

Scholz-Putin: il gelo di Kiev sulle aperture tedesche

I leader del G7 continuano a esprimere sostegno all’Ucraina, ma per Zelensky certe promesse sembrano “scritte sulla sabbia”, facilmente cancellabili. La recente telefonata tra Olaf Scholz e Vladimir Putin ha alimentato tensioni: Zelensky l’ha definita un “tentativo di appeasement” che rischia di rafforzare il Cremlino senza risultati concreti. “Ora potrebbero esserci altre conversazioni, altre chiamate. Solo tante parole. Ha inoltre respinto con fermezza l’idea di ripetere errori passati: “Per decenni, i colloqui con la Russia non hanno cambiato nulla. Vogliamo mettere in chiaro che non ci sarà un ‘nuovo accordo di Minsk’, ci serve una pace vera”, ha sottolineato Zelensky, riferendosi al fallito tentativo del 2015 di risolvere la crisi nel Donbass.

Sul campo: raid russi, blackout e reazioni internazionali

Mentre la Russia avanza lentamente nel Donbass al prezzo di ingenti perdite umane, il morale dei soldati ucraini è ai minimi storici. Sul fronte militare, la notte scorsa è stata segnata da uno dei più vasti attacchi russi dall’inizio della guerra. Drastici bombardamenti hanno colpito Kiev, Donetsk, Dnipropetrovsk e altre città, con esplosioni che hanno danneggiato infrastrutture critiche e causato blackout programmati. La Polonia, preoccupata dall’espansione del conflitto, ha mobilitato i suoi jet insieme agli alleati Nato, mentre a Zaporizhzhia e Odessa le esplosioni hanno seminato panico. “Attaccare città pacifiche e civili che dormono dimostra la brutalità di questa guerra”, ha dichiarato il ministro degli Esteri ucraino.

Alleati lontani: il Giappone e l’ombra nordcoreana

Kiev cerca di ampliare il sostegno internazionale. Durante la visita del ministro degli Esteri giapponese Takeshi Iwaya, è stato denunciato il coinvolgimento di 12mila soldati nordcoreani al fianco della Russia e la fornitura di nuovi armamenti pesanti da Pyongyang.

Secondo il Financial Times, la Corea del Nord ha recentemente inviato alla Russia 50 cannoni a lungo raggio M1989 e una ventina di lanciarazzi multipli da 240 mm. A Kiev, si spera che questa crescente collaborazione Mosca-Pyongyang possa convincere gli Stati Uniti a permettere l’uso di missili americani per colpire obiettivi strategici nel territorio russo.

Commenta