È da tempo che Davide Rossi, direttore generale di Optime – l’Osservatorio permanente per la tutela in Italia del mercato dell’elettronica nato in seno ad Aires – ha rivelato che dietro il gigantesco fenomeno dell’evasione fiscale e delle frodi dell’e-commerce vi sono società prestanome legate strettamente alla malavita nazionale e internazionale. Tuttavia, è molto complicato riuscire a dimostrare fatti che violano le regole di una corretta concorrenza e che danneggiano non solo i consumatori, il fisco e gli operatori dell’online onesti, ma anche il commercio tradizionale. Innanzitutto perché i rapporti tra il marketplace e i venditori si svolge su “percorsi” irti di algoritmi difficili da ricostruire e chiarire. E poi perché i marketplace nei quali si concretizzano piraterie e truffe si auto-descrivono come piattaforme “totalmente neutrali”, vale a dire una sorta di affittacamere virtuali. E come tali – affermano – non possono essere accusati di nessuna violazione. Perché quello che si fa in questi spazi virtuali – aggiungono – non ci riguarda. In realtà, però, forse non è proprio così: c’è chi sostiene che li riguarda eccome. Dalle transazioni che avvengono tra venditori e utenti, infatti, i marketplace ricevono laute (legittime) percentuali.
Ricondizionati e marketplace, un caso clamoroso
Vi sono, poi, alcuni marketplace che, lavorando su algoritmi e su regole non trasparenti, tendono a favorire venditori “amici”. L’ultimo clamoroso esempio, di cui sulla stampa si è parlato nei giorni scorsi, riguarda una società italiana fondata da un giovane italiano, l’ingegnere aerospaziale Boris Tuzza, la Itc-Solution Group. La storia inizia nel 2019 quando la società, insieme a Recall First Hand, entra nel settore dei device di seconda mano, offrendo smartphone e iPhone ricondizionati correttamente, di qualità, per venderli online in modo trasparente e sostenibile. Tuzza può farlo meglio di altri improvvisati tecnici delle Tlc perché ha una brillante esperienza di manager in multinazionali hi-tech insieme ad una virtù oggi scarsamente praticata nel mondo del business, e ancor meno praticata nel e-business: “Credere che ci sia spazio – dichiara a FIRSTonline – per un modello fondato su valori autentici, e non su convenienze di facciata”.
Ricondizionati, come far fallire un venditore di successo
La società, grazie a tecnologie innovative proprie, nelle quali Tuzza aveva investito un milione di euro, debutta su alcuni marketplace europei e in particolare su una start-up austriaca, la Refurbed dove riesce a vendere rapidamente con successo gli smartphone Apple ricondizionati. Questi primi eccellenti risultati consentono alla sua azienda, che conta nel 2023 sette dipendenti, di mettere a segno fatturati in crescendo. I ricavi infatti salgono dai 150mila euro del 2019 ai 3,3 milioni del 2022, anche perché durante e dopo il periodo del Covid e del lockdown, i consumatori “scoprono” i vantaggi degli apparecchi riparati e rimessi a nuovo. Ma la rapida ascesa della Itc incontra inspiegabili crescenti ostacoli che – quel che è peggio – si traducono progressivamente in una caduta delle vendite. E questo accade nonostante gli appalti vinti per apparire sulla piattaforma. L’ingegnere aerospaziale, grazie alle sue esperienze e alle ricerche condotte su meccanismi molto complessi legati al funzionamento dei marketplace, dinanzi alle prime avvisaglie aveva subito messo in atto una analisi degli algoritmi. Per chi non conosce questi meccanismi, spieghiamo in modo “banale” il funzionamento, sottolineando che la caduta delle vendite e l’esclusione dal marketplace avviene perché, pur vincendo i mini-appalti di Refurbed per il prezzo e la qualità dei requisiti (assistenza, affidabilità, prestazioni e via dicendo), sulla piattaforma appaiono solo i competitor. Itc, cioè, viene esclusa dalle diverse piattaforme europee senza che Refurbed abbia mai spiegato il perché. “Anzi – spiega Tuzza – alle richieste di chiarimenti, mi veniva vagamente risposto che si trattava di problemi di software, non realmente tali, ma sistematici e studiati perché ci fossero”.
I trucchi (rivelati) dei marketplace
E allora l’ingegnere ricostruisce a ritroso i difficilissimi software che presiedono i rapporti tra venditori e Refurbed, scalando man mano gli algoritmi. Un lavoro reso ancor più complicato dal fatto che per capire – e poi rivelare – tutti i meccanismi nascosti, quelli che regolano le scelte non trasparenti del marketplace, Tuzza deve partire dai nomi di tutti i rivenditori operanti Europa: centinaia e centinaia di sigle. Per denunciare i fatti, Tuzza si rivolge a tutte le autorità garanti del mercato in Italia, Austria, Germania e Inghilterra.
I software per sostenere i venditori-amici
Il fatto che, in base alle accurate ricerche dei parametri necessari per vincere gli appalti, i suoi apparecchi ricondizionati rispettassero i massimi livelli dei tempi di consegna, della qualità, della soddisfazione dei clienti e di altri requisiti, non conta più. “Ho ricostruito il fatto che si tratta di software strutturati per far vendere particolari venditori. Nel momento in cui chi è fuori dal giro di questi venditori vende troppo, cominciano a bloccarlo. Come è accaduto a me. Vendevo 150 smartphone al giorno fino all’agosto 2023, quando mi hanno bloccato unilateralmente i pagamenti. Ho chiesto ripetutamente spiegazioni ma non rispondevano. Mi sono quindi rivolto a Federconsumatori e insieme stiamo valutando di ricorrere ad una class action. Ho continuato a esporre le mie ragioni motivandole con una documentazione scientifica, nonostante le loro minacce”.
Ricondizionati, mediazione boicottata
Tuzza a questo punto si trova senza risorse, deve licenziare i suoi dipendenti e continuare la difesa della sua attività con gli avvocati per accedere ad una mediazione con la società austriaca che, nel frattempo, decide di cambiare gli stessi suoi avvocati. E decide altresì di spostare il forum della mediazione della controversia in Inghilterra, violando palesemente il diritto europeo, vale a dire il diritto dei cittadini europei di venire giudicati entro i confini della Ue. L’Inghilterra, dopo la Brexit, è fuori. “L’ennesima irregolarità, l’ennesima azione di ritardo e di contrasto a qualsiasi soluzione ha lo scopo – dichiara Tuzza – di far sparire definitivamente la società e di mettere a tacere qualsiasi attività sui social e sulla stampa. Da notare che il processo di mediazione, obbligatorio ai sensi del Regolamento P2B (Platform to Business), non è mai stato effettivamente avviato a causa di condizioni imposte unilateralmente dal marketplace, che ha continuato a ignorare ogni nostra richiesta legittima”.
Cosa deve sapere chi vende online
Tuttavia, è altresì interessante e istruttivo per altri corretti venditori o aspiranti venditori sulle piattaforme online, sapere che le segnalazioni di errori vengano utilizzate dal marketplace per correggere evidenti problematiche della piattaforma, ma a proprio vantaggio. Ed è quello che è accaduto a Boris Tuzza che ha visto “usate” le sue segnalazioni a vantaggio di Refurbed.
Nel frattempo appare molto chiaro il disegno che marketplace come Refurbed intendono perseguire. Operare non come piattaforma P2B secondo il regolamento europeo Ue, ma in maniera meno evidente come negozio online. Come cioè operano i siti delle catene di elettronica che vendono lecitamente e in trasparenza i loro prodotti online. Ciò che Refurbed non dovrebbe fare. Quanto alla richiesta inviata a suo tempo alla Agcom, la risposta ancora non è arrivata. E ad una richiesta di spiegazioni da parte nostra ad Agcom su questa controversia, ancora nessuna reazione.
Ricondizionati, gravi problemi sulle batterie
Abbiamo infine chiesto a Tuzza di rivelarci i contenuti della comunicazione che in questi giorni sta preparando. “Ritengo fondamentale sensibilizzare il pubblico su queste pratiche che, sebbene apparentemente tecniche, hanno un impatto diretto sulla trasparenza del mercato e sui diritti di venditori e consumatori. Continuerò – assicura – a portare avanti le nostre azioni legali e le segnalazioni alle autorità competenti per tutelare i nostri diritti e quelli di tutti gli operatori economici che subiscono situazioni analoghe”. Quando Tuzza dichiara che Refurbed usa a proprio vantaggio le sue corrette critiche di contenuto tecnico intende dire che “abbiamo ripetutamente segnalato problematiche come l’assenza di informazioni chiare per i consumatori, tra cui il valore minimo dell’80% della batteria per i dispositivi ricondizionati, assente fino a marzo 2024. Solo dopo ulteriori pressioni, questa informazione è stata aggiunta alla vostra piattaforma a maggio 2024”.
Il caso Itc-Refurbed è il più clamoroso ma non il solo perché il mercato dei ricondizionati, in tutti i segmenti dell’hi-tech, è in aumento su pressanti richieste dei consumatori in tutto il mondo. Secondo Swapple, le vendite di iPhone di seconda mano rappresentano in Europa il 10 per cento del totale. A livello mondiale il mercato degli elettrodomestici grandi e piccoli raggiungerà a fine anno i 10mila milioni di dollari, e crescerà a due cifre (13-14 per cento). Sorprendentemente a comprare le quote maggiori di apparecchi di seconda mano sono i Paesi asiatici, con il Giappone e l’India ai primi posti con il 15-16 per cento, seguiti dalla Cina con circa il 15,8 per cento. Quali sono i canali di vendita? Quello dei resi da parte dei clienti, le permute, i modelli dimostrativi e le scorte in eccesso. La stragrande maggioranza di chi, in qualsiasi area, segue questa pratica di acquisto ha dichiarato che, prima ancora della necessità di risparmiare, a convincere è la consapevolezza di fare un gesto reale e importante per la tutela dell’ambiente.