Leonardo chiude i primi nove mesi del 2024 con tutti i principali indicatori in crescita. Conferma la guidance 2024 che sarebbe stata rivista al rialzo se – come ha indicato l’Ad Roberto Cingolani agli analisti finanziari – non ci fosse stato l’impatto di fattori esterni “come la situazione di Boeing e il business delle telecomunicazioni per Thales Alenia Space che non sono molto positivi”.
Leonardo, i numeri: utile 9 mesi sale a 364 milioni (+25,5%)
“Numeri promettenti”, sottolinea Cingolani a proposito dei risultati. E Piazza Affari lo riconosce con una netta accelerazione dell’andamento del titolo che chiude poi la giornata di giovedì 7 ottobre con contrattazioni in forte rialzo (+4,28 per cento). Nei nove mesi il risultato netto ordinario, senza considerare il beneficio straordinario della plusvalenza da 366 milioni legata al consolidamento di Telespazio, sale a 364 milioni, +25,5%. Crescono i ricavi e gli ordini: i primi a 12,076 miliardi, +17,6%, con un apporto positivo di “quasi tutti i settori di business”, in particolare dell’elettronica per la difesa e sicurezza e degli elicotteri“. La crescita degli ordini, +11,7% a 14,753 miliardi, con un portafoglio a 43,618 miliardi, è legata ad “una performance particolarmente positiva” per l’elettronica per la difesa e sicurezza, sia in Europa sia per l’americana Drs, ma anche per elicotteri, cybersicurezza e aerostrutture. L’Ebita segna +18% a 766 milioni di euro. Scende l’indebitamento netto di gruppo: -18,2% a 3,1 miliardi.
È un andamento che “sta confermando la bontà del percorso intrapreso nel perseguimento degli obiettivi indicati nel piano industriale”, commenta Cingolani che ha fatto un bilancio a 18 mesi dal suo arrivo come amministratore delegato e ha ribadito tappe raggiunte, prospettive e obiettivi. “Il consolidamento del core business della difesa procede in linea con gli obiettivi che ci siamo prefissati grazie all’accelerazione del processo di digitalizzazione e alla razionalizzazione del portafoglio”, dice.
Leonardo, Cingolani: ecco i programmi
In primo piano i grandi programmi, come il Gcap, il progetto di Italia, Regno Unito e Giappone per il caccia di prossima generazione che vedrà “la firma formale di un accordo industriale entro fine anno”. Ed “il percorso delle alleanze internazionali” che a metà ottobre ha visto la nascita della joint venture con Rheinmetall nei carri armati.
Si guarda al ruolo che potrebbe avere Iveco Defence Vehicle: “Tutte le possibilità sono aperte”, da un contributo di Iveco come subfornitore e fino all’ipotesi – tutta ancora da valutare, anche con il partner tedesco – di una acquisizione. Ma di una di una acquisizione “al momento non vediamo la necessità”, chiarisce Cingolani.
Leonardo: 14 Pmi nel mirino per M&A in cyber, droni e spazio
Per le piccole acquisizioni nel mirino, Leonardo “sta portando avanti 14 due diligence, in sette casi in modo avanzato” soprattutto nei settori cyber, ma anche spazio e droni. A tal proposito, sono appunto 14 le piccole e medie imprese del settore cyber, spazio e droni che Leonardo ha nel mirino per potenziali operazioni di acquisizione, di queste tre sono italiane. È quanto si legge in una slide presentata da Cingolani agli analisti. Il dossier più avanzato è quello di una azienda danese, con 9 milioni di ricavi, attiva nella cybersecurity con cui si potrebbe arrivare a finalizzare un accordo. Per quanto riguarda i dossier italiani, due sono nel campo della cyber (una con ricavi per 20 milioni e l’altra per 2 milioni) e il terzo nei droni (5 milioni di ricavi). In quest’ultimo caso la due diligence è stata completata e Leonardo è in attesa di un feedback dalla controparte.
Leonardo e le Aerostrutture: possibili scorporo e alleanze
Leonardo vuole cambiare passo nelle attività delle Aerostrutture visto che la situazione di Boeing e le prospettive dell’aviazione civile non consentono di rimanere fermi: per questo – ha detto il Ceo – il gruppo sta valutando con i propri advisor un nuovo scenario per queste attività che va verso un possibile “scorporo (carve-out) e la creazione di alleanze”. Il nuovo scenario sarà presentato, ha detto Cingolani, in occasione dell’aggiornamento del piano industriale a marzo.
“Siamo consapevoli della grande buona volontà di Boeing di trovare un accordo, i nostri team hanno lavorato insieme cercando di trovare la soluzione e penso che entrambi abbiamo fatto del nostro meglio, ma purtroppo questo non è sufficiente per noi per mantenere la divisione in utile” ha esordito il manager parlando delle forniture al costruttore aereo americano. “Abbiamo deciso di elaborare una trasformazione industriale che include un riposizionamento della struttura dei costi, una riconfigurazione delle piattaforme, una ristrutturazione della supply chain e rianalisi delle opportunità di business: tutto questo potrebbe essere implementato con partner finanziari e/o industriali”. Serve “pensare in modo diverso e preparare alleanze che possono rendere la divisione attrattiva a livello internazionale – ha aggiunto – La qualità della nostra produzione manifatturiera è eccezionale, ma la situazione richiede una evoluzione verso un carve out e una creazione di una alleanza. Stiamo lavorando a questo”.
Con un approccio conservativo sulla situazione delle Aerostrutture – ha spiegato Cingolani – il break even di queste attività arriverà “nel 2028 o nel 2029“, invece serve trovare delle “soluzioni con altri partner” perché un atteggiamento ‘inerziale’ fallirebbe comunque. La via, ha aggiunto, potrebbe riguardare uno scorporo delle attività “proteggendo il più possibile la forza lavoro” e la ricerca “di un partner forte”: “la partnership è molto importante”, ha proseguito aggiungendo però che nell’aviazione civile non è facile trovare un alleato perché “i margini sono bassi, la competizione è veramente difficile soprattutto nei Paesi con il costo del lavoro basso, i contratti sono di lunga durata e non flessibili”.
Leonardo e la cessione della ex Wass a Fincantieri
Il closing della vendita di Uas a Fincantieri avverrà nel primo trimestre 2025 e, dal momento che gli ordini stanno superando le attese, la valorizzazione dovrebbe essere “al massimo previsto di 415 milioni”, ha detto ancora Cingolani a proposito della vendita delle attività di difesa sottomarina ex Wass a Fincantieri.
Cingolani su Trump: “Coerente con spazio europeo della Difesa”
“Se la pressione di Donald Trump farà aumentare i budget della Difesa le società del settore avranno vantaggio da questa situazione positiva”: il neoletto presidente degli Stati Uniti “ha detto in modo chiaro che vuole un’Europa più attiva nel partecipare alla spesa per la Nato e agli investimenti nella Difesa. E’ coerente con quello che ho sempre detto: è ragionevole che l’Europa si metta insieme e faccia sinergie per creare uno spazio europeo della Difesa”, rileva Cingolani. Due propositi di Trump “l’aumento della spesa al 2%” e “fermare tutti i conflitti” come effetto sulle società della Difesa “si potrebbero bilanciare”. Quanto al Governo italiano, c’è la possibilità di “buoni rapporti” con la nuova amministrazione americana ed è una circostanza che “può facilitare dialogo e future opportunità positive”.