Lazio e Fiorentina volano, la Roma si rialza. Le ultime tre gare della decima giornata si chiudono con i successi di biancocelesti, viola e giallorossi a spese di Como, Genoa e Torino, per una classifica che assume contorni sempre più clamorosi. Alla luce di queste vittorie, infatti, Baroni e Palladino agganciano l’Atalanta a 19 punti, mandando la Juve al sesto posto e il Milan all’ottavo. Discorso diverso per la Roma, a cui non basta certo l’1-0 sui granata per tornare a sorridere: Juric resta in decima posizione, ma quantomeno dà una scossa in vista delle prossime partite.
Como – Lazio 1-5: lo spettacolo biancoceleste vale la zona Champions
La copertina spetta di diritto alla Lazio, la più convincente di tutte in questo turno infrasettimanale. I biancocelesti non hanno solo vinto come Atalanta e Fiorentina, comunque brave a prendersi tre punti “sporchi”, ma si sono addirittura divertiti a spese del Como di Fabregas, andando a raccogliere un clamoroso (per le dimensioni, s’intende) 1-5 su un campo piuttosto complicato. Baroni, inoltre, sta dimostrando di saper sfruttare tutta la rosa, coinvolgendo anche quei giocatori che sembravano nascosti nelle retrovie. E così, dopo il gol di Noslin contro il Genoa, ecco l’ennesima prestazione super di Pedro (quattro gol tra campionato ed Europa League), la doppietta del ritrovato Castellanos e la rete di Tchaouna, senza dimenticare i due assist di Dia, partito dalla panchina e rivelatosi decisivo. Il giocattolo funziona bene, non c’è che dire, e il merito è anzitutto suo: arrivato da Verona tra lo scetticismo generale, ha saputo conquistare l’ambiente e ridare vita a una Lazio uscita dalla scorsa stagione tra malumori e polemiche. Va detto che il Como ci ha messo del suo, tra errori individuali (come il braccio largo di Dossena che ha propiziato il rigore spacca-equilibrio) ed estremismo tattico di Fabregas, molto bravo ad attaccare e decisamente meno a difendere. Dopo il gol dal dischetto di Castellanos (28’) è arrivato anche quello di Pedro (31’), poi il Como è rientrato in partita con la splendida semi-rovesciata di Mazzitelli (53’). Sembrava il preludio di una rimonta, invece la Lazio è stata brava a segnare subito il 3-1 con Patric (71’, dopo le espulsioni di Braunoder e Tavares), prima di dilagare negli spazi con Castellanos (81’) e Tchaouna (90+5’).
Baroni esulta: “Squadra ambiziosa, abbiamo superato un test importante”
“I complimenti vanno alla squadra che ha interpretato bene la partita – ha spiegato Baroni -. Il lavoro migliora sempre, quando parlo di squadra ambiziosa mi riferisco a una che vuole crescere. Questo era un test importante, contro un avversario che gioca bene a calcio e ha qualità tecniche. Siamo stati veramente bravi nel primo tempo a toglierli il palleggio e a fare una buona gestione di qualità, nel secondo tempo poi hanno cambiato modulo, ci voleva energia per pressarli alti, poco prima del gol loro abbiamo fallito una buona occasione. Loro hanno portato tanta pressione e noi abbiamo cambiato qualcosa, avevo bisogno di mettere gamba, alcuni stavano faticando. Isaksen era calato, Marusic già nel primo tempo mi aveva detto di volerci provare, ma aveva qualche fastidio. Abbiamo ripreso il campo in maniera ottima, trovando poi i gol. Spesso dico alla squadra di bucare in catena, in fascia, ma poi quando si può cambiar fronte e riempire l’area lo facciamo. Ci stiamo lavorando, la squadra è molto ricettiva e porta avanti il lavoro con convinzione, voglio che esprima sempre un buon calcio”.
Roma – Torino 1-0: Dybala salva la panchina di Juric
Vittoria decisamente meno glamour per la Roma, che si accontenta del gol di Dybala per prendersi tre punti d’oro. Chi cercava lustrini e paillettes sarà rimasto deluso, ma attendersi di più era probabilmente sbagliato: ai giallorossi questo successo serviva come l’aria, dunque è il caso di goderselo e non fare troppo gli schizzinosi. Certo, parlare di rinascita sarebbe fuori luogo e per considerare la squadra di Juric fuori dalla crisi servirà ben altro, intanto però la macchina si è rimessa in moto, nonostante il pessimismo generale (in molti erano pronti a fare il funerale al tecnico) e le tante assenze, alcune obbligate (Dovbyk, fermatosi per febbre), altre per scelta (Pellegrini, comunque non al meglio, e Cristante). Juric sapeva di giocarsi il tutto per tutto e ha scelto di farlo con il suo calcio: poco spettacolo e ancor meno fronzoli, tanta sostanza e la certezza che là davanti, prima o poi, qualcuno avrebbe fatto la differenza. Dybala era l’indiziato numero uno e ha rispettato le attese, nonostante il gol sia nato da un erroraccio di Linetty, sciagurato nello sbagliare il retropassaggio a Milinkovic-Savic su cui s’è avventata la Joya per l’1-0 (20’). Da lì in poi la partita, se possibile, s’è rivelata ancor più “collosa” per le note difficoltà giallorosse (e forse anche per scelta), ma anche per l’impalpabilità del Torino, troppo timido al cospetto di un avversario che andava aggredito di più. Juric può così festeggiare una vittoria dopo le brutte sconfitte con Inter e, soprattutto, Fiorentina, allungando la sua permanenza in giallorosso almeno fino a domenica, quando dovrà vedersela contro un’altra delle sue squadre come il Verona.
Juric respira: “Vincere era importante, sono molto soddisfatto”
“Era importante riprendere la strada giusta e ci siamo riusciti facendo un’ottima gara contro una squadra difficile da affrontare – l’analisi di Juric -. I ragazzi han fatto tutto bene, il gioco, la fase difensiva e il pressing, sono molto soddisfatto. In un momento difficile è andata bene, dobbiamo far tornare a gioire i nostri tifosi e solo con prestazioni così possiamo riconquistare la loro fiducia. Dopo Firenze ci sono stati momenti difficili, ma ora dobbiamo solo pensare a giocare, migliorare le prestazioni ed essere focalizzati sul pallone. La squadra era concentrata e ha concesso pochissimo al Torino, sono molto soddisfatto. Finora non devo essere molto contento come tecnico, ho fatto cose discrete, ma si può fare molto meglio. Spero di riconquistare la fiducia del pubblico col gioco, con la solidità e con le idee. I litigi pesanti a volte ci vogliono, il peggio sono le situazioni di incertezza: la batosta e quello che è successo dopo ci è servito, ma non deve essere un lampo. A livello umano mi auguro che i problemi siano risolti, il resto va messo da parte. Cercheremo di migliorare come prestazioni e non perdere tempo su altre cose”