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Intesa Sanpaolo batte le attese e alza i target: utile a 9 miliardi nel 2025. In arrivo l’acconto sul dividendo

La banca prevede di distribuire 5 miliardi di euro in dividendi ai soci e ha annunciato un acconto di 17 centesimi per azione, evidenziando una solida crescita dei ricavi (+8,5%) e degli utili (+17%) nei 9 mesi del 2024 e una gestione prudente del rischio. Messina: “Generiamo sinergie significative sfruttando il potenziale interno, non abbiamo bisogno di acquisizioni”

Intesa Sanpaolo batte le attese e alza i target: utile a 9 miliardi nel 2025. In arrivo l’acconto sul dividendo

Intesa Sanpaolo ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con numeri oltre le attese, e guarda al 2025 con un obiettivo di utile netto rivisto al rialzo, puntando a 9 miliardi di euro. Un traguardo superiore agli “oltre 8,5 miliardi” previsti inizialmente, e che il gruppo intende raggiungere attraverso una serie di interventi gestionali e operativi. “Generiamo sinergie significative facendo leva sul potenziale interno, senza bisogno di acquisizioni”, ha sottolineato il ceo Carlo Messina nel corso della conference call di presentazione dei conti. Buone notizie per gli azionisti: la banca ha annunciato di avere maturato nei primi nove mesi del 2024 ben 5 miliardi di dividendi da distribuire ai soci, in aggiunta al buyback da 1,7 miliardi completato a ottobre. “Abbiamo un significativo capitale in eccesso che ci dà flessibilità per distribuzioni addizionali ai soci quest’anno e negli anni successivi, oltre al payout al 70%”, ha spiegato il banchiere.

Modesta la reazione del mercato: a Piazza Affari il titolo sale dello 0,66%, scambiato a 3,97 euro.

“I risultati dei primi nove mesi del 2024 confermano Intesa Sanpaolo leader a livello europeo: il valore di borsa raggiunto ci colloca nello stesso raggruppamento di Bnp Paribas e Santander, banche con una dimensione di bilancio ben superiore alla nostra – ha aggiunto il ceo  –. Intesa Sanpaolo ha sviluppato un modello unico in Europa per la consolidata leadership delle sue divisioni al servizio di famiglie e imprese, la significativa componente del wealth management, protection and advisory, la gestione delle attività internazionali improntata all’efficienza, l’offerta digitale tecnologicamente avanzata, la condizione di Banca Zero Npl e un profilo Esg di grande rilievo a livello internazionale”.

I conti oltre alle attese di Intesa Sanpaolo

Con un utile netto di 7,2 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2024, in aumento del 17,1% rispetto ai 6,1 miliardi registrati nello stesso periodo del 2023, Intesa Sanpaolo mostra una redditività in crescita. I ricavi netti sono saliti dell’8,5% rispetto allo stesso periodo del 2023, trainati da un balzo degli interessi netti del 11,5%, un incremento delle commissioni nette del 7,9% e un risultato positivo dall’attività assicurativa, aumentata del 2,8%.

Solo nel terzo trimestre, l’utile netto di Intesa Sanpaolo si è attestato a 2,4 miliardi di euro, leggermente in calo rispetto ai 2,465 miliardi del secondo trimestre e gli 1.900 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno. Guardando alle voci principali: gli interessi netti hanno raggiunto i 3,942 miliardi di euro, in calo del 2,1% rispetto al secondo trimestre ma in aumento del 3% su base annua, le commissioni nette sono state di 2,307 miliardi di euro, in flessione del 3,4% rispetto al trimestre precedente, ma in crescita del 9,9% rispetto al terzo trimestre 2023.

Prestazioni dell’attivo e forza patrimoniale

Tra i punti di forza evidenziati dalla banca, l’efficienza operativa si è mantenuta alta, con un rapporto cost/income del 39,1%, posizionando l’istituto tra le migliori banche europee su questo fronte. Il costo del rischio annualizzato è contenuto a 0,25 punti percentuali, con accantonamenti extra per prudenza di 900 milioni di euro.

La qualità del credito si conferma robusta nei primi nove mesi del 2024, con un’incidenza dei crediti deteriorati pari all’1,1% dei crediti complessivi al netto delle rettifiche e al 2,2% al lordo. Applicando la metodologia dell’eba, queste percentuali scendono rispettivamente allo 0,9% e all’1,9%.

L’esposizione dell’istituto bancario verso la Russia continua a ridursi drasticamente: dal giugno 2022 è diminuita di oltre l’87%, pari a circa 3,2 miliardi di euro, e ora rappresenta solo lo 0,1% dei crediti complessivi verso la clientela del gruppo. La maggior parte di questi crediti cross-border verso la Russia è ancora classificata come “in bonis” e collocata nello Stage 2, segnalando un’attenzione alla solidità.

Sul fronte del capitale, Intesa Sanpaolo si conferma solida: al 30 settembre, il Common Equity Tier 1 si attesta al 13,9%. Questo dato include i dividendi maturati (5 miliardi di euro) già dedotti, ma non comprende un potenziale beneficio di circa 120 centesimi di punto proveniente dall’assorbimento delle imposte differite attive, dei quali circa 20 attesi tra il quarto trimestre 2024 e il 2025.

Dividendo in arrivo: 17 centesimi per azione a novembre

Il consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo ha deliberato un acconto dividendo di 17 centesimi per azione, che sarà distribuito il 20 novembre 2024, con stacco cedola il 18 novembre. Complessivamente, la banca prevede di distribuire un ritorno cash significativo, con 5 miliardi di euro in dividendi maturati nei primi nove mesi e 3 miliardi di questo importo già destinati all’acconto di novembre. Inoltre, a questi dividendi si aggiunge un buyback di 1,7 miliardi di euro, completato a ottobre 2024. Messina ha sottolineato: “La nostra procedura prevede di aspettare fine anno per proporre al Cda l’ammontare dei buyback, ma sono convinto che la proposta potrà essere per un buyback significativo. È chiaro che avremo molte opzioni in termini di distribuzione ai soci, e il payout resterà al 70%”.

Intesa Sanpaolo: previsioni 2025 positive

Per il 2025, Intesa Sanpaolo prevede per il 2025 una crescita dei ricavi, sostenuta da interessi netti stabili e un aumento delle commissioni legate ai servizi di wealth management e assicurativi. La banca si aspetta anche una riduzione dei costi operativi, nonostante gli investimenti in tecnologia e un accordo sindacale.

Il costo del rischio rimane contenuto, supportato da un portafoglio di crediti di alta qualità e da un basso stock di crediti deteriorati. Inoltre, si prevedono minori oneri tributari, poiché non ci saranno più contribuzioni al fondo di garanzia dei depositi.

L’istituto bancario, inoltre, si impegna a garantire una forte distribuzione di valore, con un payout ratio del 70% dell’utile netto consolidato, e prevede un aumento del dividendo per il 2024 e il 2025 rispetto al 2023. Infine, la banca conferma la propria solidità patrimoniale, con un obiettivo di Common Equity Tier 1 ratio superiore al 12%, previsto attorno al 15% nel 2025. “Siamo pronti a sovraperformare in ogni contesto di tassi di interesse”, ha concluso Messina.

Messina: “Nessuna acquisizione prevista in asset management”

“Guardando ai target sul mercato, per noi non vedo nessun tipo di obiettivo su cui possa essere completata una transazione”. Rispondendo a chi chiedeva opportunità di acquisizione nell’asset management attraverso la controllata assicurativa, sfruttando i vantaggi del suo status di conglomerato finanziario – come fatto recentemente da Bnp Paribas -, il ceo ha sottolineato che, sebbene esistano potenziali opportunità di risparmio di capitale, “mi spiace, ma non useremo questa opportunità” a causa della mancanza di target.

Messina ha espresso cautela riguardo a potenziali acquisizioni, sottolineando che, al momento, “oggi per comprare una banca che si basa sul margine di interesse si rischia di pagare un valore che si può ridurre in futuro. In termini di valutazioni, penso che sia meglio aspettare l’inizio del 2025, quando sarà più chiaro l’impatto del taglio dei tassi.” Questo approccio prudente è ulteriormente giustificato dal fatto che, in Europa, le uniche banche che si concentrano su wealth management e protection sono Intesa e Ubs. Ha evidenziato come le opzioni del gruppo in Italia siano “assolutamente limitate dall’Antitrust”, suggerendo che le opportunità di crescita attraverso acquisizioni siano attualmente vincolate e richiedano una valutazione attenta.

Transizione tecnologica e rinnovamento generazionale

L’azienda sta accelerando il ricambio generazionale e la trasformazione digitale, con un piano che prevede 4.000 uscite volontarie e 3.500 nuove assunzioni entro il 2028, con particolare attenzione a ruoli di consulenza nel wealth management. Nel dettaglio, l’accordo sindacale sulle uscite volontarie e il ricambio generazionale porteranno oneri nell’ordine dei 500 milioni al lordo di imposte e 350 milioni al netto da contabilizzare nel quarto trimestre 2024

Lato innovazione, Intesa Sanpaolo ha investito 3,5 miliardi di euro in IT e ha introdotto Isybank, la banca digitale che punta a raggiungere un milione di clienti entro il 2025. Questo progetto fa parte di un modello tecnologico basato sul cloud per migliorare l’efficienza e ridurre i costi operativi.

Focus su wealth management e nuovi canali digitali

La banca continua a espandere la propria attività di wealth management, protection & advisory, con strumenti digitali come Fideuram Direct, piattaforma per il Private Banking digitale, che ha già raccolto 74.200 clienti e 2,84 miliardi di euro in attività finanziarie. Inoltre, è stato avviato un coordinamento strategico per incentivare la crescita dei ricavi da commissioni.

Aggiornato alle ore 16.10 di giovedì 31 ottobre

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