L’assemblea pubblica dell’Unione Industriale di Torino, tenutasi oggi lunedì 28 ottobre, ha segnato l’inizio di un nuovo capitolo sotto la leadership di Marco Gay, subentrato a Giorgio Marsiaj lo scorso luglio. Questo incontro annuale ha riunito imprenditori e rappresentanti delle istituzioni locali, con l’obiettivo di esaminare la situazione socioeconomica sia a livello locale che nazionale.
L’evento, organizzato nel centro congressi dell’associazione confindustriale torinese, ha visto la partecipazione di Antonio Tajani (Affari Esteri e Cooperazione Internazionale), Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente e Sicurezza Energetica) e, in videocollegamento, Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy). Per le istituzioni locali, invece, presenti il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, e il governatore del Piemonte, Alberto Cirio. Emanuele Orsini, presidente nazionale di Confindustria, ha concluso la sessione ponendo l’accento sulle sfide che l’industria italiana deve affrontare in un contesto europeo in continua evoluzione.
La relazione di Marco Gay
“Siamo in un momento cruciale per la nostra città e per il nostro Paese. Dobbiamo affrontare le sfide che ci attendono con determinazione e creatività,” ha esordito Gay, sottolineando l’importanza di un approccio proattivo nel contesto economico attuale. “Abbiamo il dovere di ritrovarci comunità. Di sentire, insieme, la gravità e l’importanza del momento per rinsaldare le convinzioni e tirare fuori le nostre migliori energie. Facciamolo partendo dai nostri luoghi, dalle nostre aziende e dalle nostre persone. Partiamo da Torino, dalla nostra volontà di trasformazione e miglioramento con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento solido, coraggioso e responsabile”.
Il potenziale di Torino
Uno dei punti salienti del suo discorso è stata l’enfasi sull’importanza della collaborazione tra università, ricerca e industria. “Non c’è innovazione senza un dialogo costante. Dobbiamo aprire le porte delle nostre aziende e delle nostre università al confronto e alla condivisione delle idee,” ha affermato, evidenziando il ruolo cruciale che i giovani talenti e le startup possono avere nel rinnovare il tessuto economico torinese.
Gay ha anche parlato del potenziale di Torino come crocevia dell’Italia in Europa. “Dobbiamo renderci visibili, non solo sul piano locale, ma anche internazionale. La nostra città ha tutte le carte in regola per diventare un punto di riferimento nel panorama europeo,” ha dichiarato, invitando le aziende a investire in un futuro di interconnessione e accessibilità. Ha fatto riferimento alla necessità di infrastrutture moderne e sostenibili, affermando che “la mobilità è un fattore competitivo e non possiamo permetterci di rimanere indietro”.
Gay su intelligenza industriale e giovani talenti
Il concetto di “intelligenza industriale” è stato ulteriormente approfondito durante l’assemblea, con una tavola rotonda che ha visto la partecipazione di esperti del settore. Gay ha definito l’intelligenza industriale come la risorsa essenziale per determinare un cambio di passo in ogni ambito produttivo, richiamando l’attenzione sulle nuove eccellenze cittadine, dall’aerospaziale al biomedicale, dal digitale alla meccatronica. Ha insistito: “Dobbiamo crescere nei settori a più alto valore aggiunto e maggior contenuto di creatività e tecnologia. Crescere nella dimensione delle imprese. Crescere nelle aziende capaci di proiettarsi internazionalmente, ossia di esportare, anche nei servizi”.
Non è mancato un accento sulla crisi demografica e sull’importanza di attrarre giovani talenti. “Senza giovani, non avremo futuro. Dobbiamo investire in formazione e politiche di inclusione sociale,” ha sottolineato, evidenziando come il cambiamento non possa prescindere da un impegno collettivo e da una visione condivisa.
Gay: “Non solo auto, ma puntiamo anche su altro”
In un’analisi della situazione attuale, Gay ha affrontato anche le difficoltà del settore automobilistico, un comparto cruciale per il territorio: “La crisi del settore automotive è un fatto. Non è un problema solo italiano, ma qui colpisce di più e profondamente un’intera filiera. Proprio per questo è urgente una politica industriale europea sul settore, un mobility act, che trovi qui da noi il suo centro di ricerca, ingegneria e produzione, senza se e senza ma! Non possiamo pensare a utili politiche di sviluppo che non mettano al centro la produzione e l’industria italiana ed europea, partendo da obiettivi comuni ma con una parola d’ordine: neutralità tecnologica”.
E ha aggiunto: “Proiettare Torino nel futuro non vuol dire abbandonare l’auto. Ma mettere insieme il nostro enorme capitale di conoscenza nel settore con l’innovazione tecnologica in cui ancora possiamo e sappiamo dire molto.” Ha insistito sull’importanza di crescere nei settori a più alto valore aggiunto e di promuovere aziende capaci di esportare, anche nei servizi.
Infine, Gay ha chiuso il suo intervento con un appello all’unità e alla determinazione. “Insieme possiamo accelerare e catalizzare tutte le migliori energie della città. Non dobbiamo aver paura di affrontare le difficoltà, ma affrontarle con consapevolezza e coraggio,” ha esclamato, incitando tutti a mettere in atto le leve necessarie per costruire un futuro prospero.