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Ue: Fitto si professa europeista e ricorda la sua militanza nella Dc ma oscura FdI. Verdi, Pse e Renew contro la sua vicepresidenza

Fitto vicepresidente della Commissione Ue? Verdi, socialisti e Renew sono contrari. Ma un pollice verso potrebbe innescare l’effetto domino e la reazione della destra di Ecr sugli altri vicepresidenti da votare. Il Ppe pronto a difenderlo?

Ue: Fitto si professa europeista e ricorda la sua militanza nella Dc ma oscura FdI. Verdi, Pse e Renew contro la sua vicepresidenza

I rappresentanti di Verdi, S&D e Renew, per l’ennesima volta, stanno manifestando tutta la loro contrarietà nell’affidare una delle sei vicepresidenze della nuova Commissione Ue a Raffaelle Fitto, proveniente dall’Ecr di estrema destra di Giorgia Meloni, che ha già espresso voto contrario alla nuova Commissione di Ursula von der Leyen.

Fitto, cosa fanno Verdi, Pse e Renew

Il copresidente dei Verdi, l’olandese Bas Eickhout, interrogato su Fitto ha chiarito che i Verdi faranno di tutto per “farlo retrocedere da vicepresidente esecutivo a commissario ordinario”. L’audizione di Fitto avverrà molto probabilmente il 12 novembre, nella fase finale delle audizioni anche se prima della socialista, la spagnola Ribeira. Avverrà da parte delle commissioni sulla coesione regionale e sulle riforme strutturali.

La sua introduzione sul programma che intende realizzare verrà espressa quasi certamente in inglese mentre per le risposte alle domande dei parlamentari potrebbe usare l’italiano. Per avere disco verde Fitto (così come tutti gli altri candidati) avrà bisogno di una maggioranza di due terzi in commissione. Se la maggioranza di due terzi non viene raggiunta per due volte, allora è previsto il voto a maggioranza semplice. Nel comitato per gli affari regionali, incaricato di esaminare Fitto, le forze di estrema destra Ecr più l’Epp non raggiungono però la maggioranza semplice.

Fitto, ecco chi potrebbe difenderlo: il Ppe

Se i Verdi riuscissero a convincere S&D e Renew a bloccare Fitto, si innescherebbe però un effetto domino con l’Ecr che cercherebbe di bocciare gli altri vicepresidenti. Secondo Eickhout, tuttavia, tutti i vicepresidenti sarebbero in grado di ottenere la maggioranza ma “l’unico che può temere di non passare è proprio Fitto”. A difendere Fitto ci potrebbe pensare il Ppe che potrebbe fare quadrato nella difesa del ministro italiano che nel tempo ha raccolto molte simpatie nelle fila dei popolari. Il Ppe sta trattando Fitto quasi come uno di loro.

Lo scudo protettivo che viene eretto intorno a lui è in parte spiegato dal fatto che è un ex politico già aderente al Ppe anche se in 20 anni pare abbia cambiato circa 10 partiti. Nella sua risposta scritta a Bruxelles per fugare ogni dubbio sui possibili conflitti di interesse Fitto non cita mai la sua recente adesione a Fratelli d’Italia ma rende pubblica la sua antica fede europeista coltivata nella militanza dentro la vecchia Democrazia cristiana. Cita persino il suo impegno “assoluto” per l’uguaglianza di genere. L’attuale affiliazione politica di Fitto, in realtà, lo legherebbe molto di più al partito polacco Diritto e Giustizia, nemico giurato del primo ministro polacco Donald Tusk e personalità di spicco del Ppe.

Fitto e gli occhi puntati sul “cordone sanitario”

Socialisti e Democratici (S&D) e i gruppi liberali di Renew Europe hanno però tutti gli occhi puntati sulle modalità con cui il Ppe rispetterà quel “cordone sanitario” per la non collaborazione con l’estrema destra di Ecr che é alla base di un accordo informale per il disco verde a von der Leyen.

Negli ultimi mesi, in realtà, il Ppe ha cambiato in alcuni casi l’ordine del giorno del Parlamento europeo col supporto dell’estrema destra Ecr e dell’estrema destra Patriots for Europe. S&D , Renew e Verdi hanno espresso il loro disappunto per la violazione del “cordone sanitario.”. Secondo loro una cosa è concordare con l’estrema destra piccoli punti all’ordine del giorno, altro è invece fare accordi su dossier dettagliati. L’approccio del presidente del Ppe Manfred Weber dei “due forni” che prevede di piegarsi a sinistra quando è necessario e a destra quando serve “cadrà a pezzi quando si tratterà di lavoro legislativo”.

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