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Lusso a luci e ombre: Kering lancia il terzo profit warning, i ricavi di Hermès volano e spingono i titoli del settore

Continua la crisi di Kering che si aspetta ora un utile operativo di 2,5 miliardi, quasi la metà rispetto a fine 2023. Pesa la malata Gucci (ricavi -26%). Hermès continua a crescere, ottima la performance in Asia. In Borsa, lusso in rialzo dopo le trimestrali

Lusso a luci e ombre: Kering lancia il terzo profit warning, i ricavi di Hermès volano e spingono i titoli del settore

Trimestre che vai, profit warning che trovi. Kering ha tagliato le stime sul 2024 e si aspetta ora un utile operativo ricorrente di circa 2,5 miliardi di euro. È il terzo profit warning per il colosso del lusso francese. A pesare sui conti del gruppo è ancora una volta la “grande malata” Gucci, i cui ricavi nel terzo trimestre sono calati del 26% a 1,6 miliardi. Festeggia invece Hermès, che ancora una volta sembra immune dalle difficoltà che stanno zavorrando il lusso e mette a segno un terzo trimestre in forte crescita, trainando in Borsa l’intero settore.

Il terzo trimestre di Kering

Kering ha chiuso il terzo trimestre 2024 con un giro d’affari di 3,8 miliardi di euro in ribasso del 15% o 16% a cambi costanti, un risultato su cui pesa l’effetto cambi ma in generale un calo della domanda. In particolare, a dati comparabili il calo nella rete propria è stato del 17%, risentendo del “basso traffico nelle boutique”. Attraverso una nota, la società sottolinea che il trend è peggiorato rispetto al secondo trimestre soprattutto nella regione Asia-Pacifico e in Giappone. In Europa e America del Nord l’andamento dell’attività è risultato contrastato a secondo delle griffe. Il giro d’affari del wholesale ha registrato un calo del 12%. Nei primi nove mesi il fatturato è stato di 12,8 miliardi (-12%). Il consensus degli analisti prevedeva per il trimestre un giro d’affari attorno a 4 miliardi. 

Kering dimezza le stime sugli utili: è il terzo profit warning 

Secondo le nuove previsioni, il risultato operativo del 2024 si attesterà nell’intorno di 2,5 miliardi di euro, contro i 4,7 miliardi del 2023. Si tratta del terzo profit warning lanciato dal gruppo francese: solamente lo scorso luglio era stato indicato che il risultato operativo della seconda metà del 2024 sarebbe stato inferiore di circa il 30% rispetto alla seconda metà del 2023. “La colpa” sarebbe dell’incertezza legata alla domanda di beni di lusso e del rallentamento più marcato delle attese delle vendite del terzo trimestre. 

In ogni caso, la nota evidenzia che il gruppo si impegnerà per garantire lo sviluppo e la crescita di lungo termine delle proprie maison, lavorando con determinazione per razionalizzare i costi, la propria organizzazione e i rendimenti dei propri investimenti. In una visione di lungo periodo, Kering intende investire per sviluppare i propri marchi, in modo che potenzino l’esclusività e la desiderabilià’, assicurando ai clienti i più elevati standard di qualità e durata. 

Il numero uno di Kering, Francois Henri Pinault, ha promesso una “trasformazione profonda del gruppo e soprattutto di Gucci, in un momento nel quale l’intero settore del lusso fa fronte a condizioni di mercato sfavorevoli”’. ‘La nostra priorità assoluta è di creare le condizioni per un ritorno a una crescita sana e duratura”, ha aggiunto il manager.

Gucci: i ricavi calano del 26%

Nel terzo trimestre 2024, i ricavi di Gucci sono scesi del 26% (-25% a dati comparabili) a quota 1,6 miliardi di euro. Le vendite nella rete di negozi di proprietà hanno registrato un calo del 25%, risentendo delle condizioni di mercato, soprattutto in Asia-Pacifico. “Il rinnovo della categoria pelletteria, con l’introduzione di numerose novità a fine trimestre, è stato ben salutato”, indica però il gruppo nota. Le vendite Wholesale sono diminuite del 38% a dati comparabili, risentendo della strategia di razionalizzazione del canale e del difficile contesto di mercato.

Gli altri marchi

In calo anche i ricavi di Yves Saint Laurent che nel terzo trimestre ha registrato un fatturato di 670 milioni di euro (-13% e -12%). Le vendite nei negozi di proprietà sono calate del 12% a dati comparabili, quelle wholesale del 20%. È invece andata bene Bottega Veneta, con un giro d’affari di 397 milioni (+4% e +5%). La crescita nei negozi di proprietà ha vantato un rialzo del 9% a dati comparabili, spinta soprattutto dalle vendite in America del Nord e in Europa. L’attività all’ingrosso, però, ha registrato un -10% a dati comparabili.

Altri brand nel complesso hanno fatturato 686 milioni (-15% e -14%), con vendite nei negozi di proprietà in calo del 10% e quelle wholesale giù del 28%. La nota mette in evidenza la performance di Balenciaga che definisce “molto buona”. Anche Brioni prosegue nel cammino di crescita, mentre le maison di gioielli hanno mostrato ‘resistenza’. Infine Kering Eyewear e Corporate ha registrato ricavi per 440 milioni, in crescita del 32% o del 4% a dati comparabili. 

Hermès continua a crescere: i ricavi salgono dell’11%

Mentre l’intero settore del lusso arranca a causa della crisi della Cina, Hermès eclissa le aziende rivali e con le sue borse di lusso che attirano i clienti più facoltosi, continua a crescere.

Nel terzo trimestre del 2024 il gruppo francese di Faubourg Saint-Honorè ha registrato un giro d’affari di 3,7 miliardi di euro, in rialzo del 10% o dell’11% a tassi costanti, spiccando rispetto alle altre case concorrenti che invece fanno i conti con una domanda flebile di beni di alta gamma.

Ottimi i trend in tutte le regioni, soprattutto in Europa e Asia-Pacifico. Tant’è vero che Axel Dumas, presidente esecutivo della società, ha ringraziato clienti e dipendenti che hanno consentito di registrare ‘in un contesto economico e geopolitico incerto, una performance robusta”. 

Hermès cresce anche in Asia grazie alle sue iconiche borse

Nei primi nove mesi del 2024 Hermes ha registrato una crescita del 7% in Asia, escluso il Giappone (0,6% e 1% a tassi costanti nel solo terzo trimestre). “La regione è cresciuta nonostante un rallentamento del traffico nella Greather China osservato dalla fine dell’anno cinese”. 

In Giappone, inoltre, le vendite sono salite del 23% (+18,5% e +22,8%) e nelle Americhe del 13% (+11% e +13,4%). In Europa, Francia esclusa, il giro d’affari è aumentato del giro d’affari del 18% (18,8% e 20,3%), mentre nella sola Francia il rialzo è del 14% (+13,1%). 

A livello di prodotti la divisione Pelletteria e Selleria, trainata dalle iconiche Birkin, ha continuato a fare la parte del leone con un giro d’affari di 4,7 miliardi (14,7% e 17,3% a cambi costanti, nel solo terzo trimestre +12,7% e +14%). Il ready-to-wear ha fatturato 3,29 miliardi (+12,3% e 14,8%, nel terzo trimestre +12,1% e +13,5%). È invece rimasta al palo la divisione Seta e Tessuti, con un giro d’affari di 646 milioni (-0,2% e +2,2%, con un miglioramento nel terzo trimestre a +3% e +4%). Profumi e Bellezza ha registrato ricavi per 388 milioni (+5,9% e 6,8%; +10,2% e +10,6%). Gioielli e prodotti per la casa hanno visto crescere il fatturato a 1,4 miliardi (14,7% e 17%; +12,7% +13,6%). Sono invece andati male gli orologi, fatturando 434 milioni (-8,2% e -6,2%, con un miglioramento nel terzo trimestre a +0% e +0,6%). 

Borsa: i conti di Hermès trascinano il lusso 

La solida performance di Hermès trascina i titoli del lusso in Borsa, compresa Kering che, dopo un’apertura in ribasso, a metà mattinata guadagna quasi l’1% del suo valore. Hermès da parte sua sale dell’1,6% a 2.110 euro per azione, mentre Lvmh, che ha pubblicato i conti lo scorso 16 ottobre (fatturato in calo del 2% nei nove mesi), è in rialzo del 2,64%. A Milano acquisti anche su Moncler (+2%) e Brunello Cucinelli (+1,68%).

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