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Argentina, prove di Superlega di calcio: squadre divise in due gironi e playoff per il titolo. Ma è scontro Milei-Fifa

Dal 2025 la Primera Divisiòn cambia: 30 squadre, solo due retrocessioni e playoff in campo neutro. L’idea è del presidente dell’AFA Claudio Tapia, appena rieletto nonostante l’ostilità del governo, che voleva la trasformazione dei club di calcio in imprese. La Fifa però vieta ingerenze politiche

Argentina, prove di Superlega di calcio: squadre divise in due gironi e playoff per il titolo. Ma è scontro Milei-Fifa

Prove di Superlega in Argentina. Uno dei campionati più importanti dell’America Latina, capace di vincere con i club 8 Coppe Intercontinentali dal 1960 ad oggi e di produrre un movimento che ha conquistato 3 Mondiali e sfornato campioni come Diego Maradona e Lionel Messi, decide di rivoluzionare completamente la propria formula a partire dal 2025, ispirandosi al modello del campionato continentale per club già proposto e respinto in Europa. Un passo non banale, considerando che l’Argentina, sebbene in crisi a livello di singole squadre (non vince il Mondiale dal 2003 e la Libertadores dal 2018), nel calcio maschile è campione del mondo in carica, prima nel ranking Fifa e ha vinto le ultime due edizioni della Coppa America. Per certi versi, si tratta di un ritorno al passato, visto che viene riproposta in parte la formula accantonata nel 2014 di un doppio campionato semestrale, l’Apertura e il Clausura. Questa volta però i due tornei si svolgono contemporaneamente, con due gironi da 15 squadre ciascuno per un totale di 30 squadre nella massima divisione, un po’ come nella Nba del basket americano, mentre il progetto abortito della Superlega europea prevedeva 64 squadre divise in 3 gruppi.

Nuova Primera División: 30 squadre, playoff e un “clasico” all’anno

Nonostante 15 sia un numero dispari, le squadre giocheranno comunque sempre tutte, e le partite per ognuna delle 30 partecipanti saranno 16: quattordici contro le altre avversarie del proprio girone, una contro una squadra dell’altro girone e un non meglio precisato “clasico”, per cui presumibilmente verranno garantiti scontri storici come Boca Juniors-River Plate, ma solo una volta all’anno. Il campionato prevederà dunque a partire dalla prossima stagione partite di sola andata, e per arrivare al numero di 30 squadre è stato deciso dall’AFA (Asociaciòn de Futbol de Argentina) che nel torneo che sta per concludersi non ci saranno retrocessioni: rimarranno nella massima serie le attuali 28 partecipanti e saliranno due neopromosse. Dal 2025 però si tornerà a retrocedere e le retrocesse saranno due, esattamente come prevedeva la Superlega europea con la suddivisione in Star, Gold e Blue. A scendere nella seconda divisione, secondo il sistema argentino, saranno la peggiore squadra tra le 30 del campionato in corso e la peggiore calcolando la media delle ultime tre edizioni. La novità più interessante è quella dei playoff, con la prima e la seconda squadra di ogni girone che passano direttamente ai quarti di finale e i club posizionati dal terzo al sesto posto che si affrontano in un turno di sbarramento. Tutte le partite dai quarti di finale in avanti saranno giocate in gara secca e in campo neutro.

Superlega argentina: possibile finalissima, ma è scontro Milei-Afa

In teoria, anche se l’AFA non ha ancora deciso, ci sarà anche una finalissima tra le vincenti dei playoff dei due gironi, il che per la verità non sarebbe nemmeno una novità assoluta. In Argentina ci sono due precedenti di questo tipo, anche se isolati: nel 1991, con il Newell’s Old Boys che si aggiudicò il titolo di supercampione contro il Boca, e nel 2013, con il Velez Sarsfield che ebbe la meglio proprio contro il Newell’s. La rivoluzione è stata fortemente voluta dal presidente dell’AFA, Claudio Tapia, appena rieletto nonostante il parere fortemente contrario del presidente Javier Milei. Anzi, la conferma di Tapia rischia di creare un caso diplomatico tra la Fifa, che vieta ai governi di intervenire sugli statuti delle federazioni calcistiche, e lo stesso Milei, che invece ha fatto forti pressioni sull’AFA, minacciando al grido di “Viva la libertad, carajo!” di non convalidare l’assemblea che ha ridato l’incarico di presidente a Tapia.

Lo scontro si sta consumando soprattutto sulla scelta, da parte dell’AFA, di confermare il divieto per i club di diventare SAD, “sociedades anonimas deportivas”, cioè imprese a tutti gli effetti sul modello europeo, e non più associazioni senza scopo di lucro finanziate dai soci, come sono adesso. La posizione del governo, coerente con l’impostazione liberista che vorrebbe anche il mondo dello sport aperto al mercato, avrebbe anche senso visto che il calcio argentino è in bancarotta, ma minerebbe l’indipendenza della federazione (con rischio penalizzazione della Nazionale da parte della Fifa) e il consolidato sistema del “tifoso-socio”, romanticamente difeso dall’opinione pubblica e dagli stessi club. I quali hanno infatti preso le distanze dalla Casa Rosada e rieletto ad ampia maggioranza Tapia salvo poi, però, organizzarsi per aggirare il divieto di trasformarsi in aziende e aumentare le proprie entrate accettando finanziamenti da investitori esterni.

Investimenti: Estudiantes e River Plate in cerca di capitali

È il caso ad esempio dell’Estudiantes di La Plata, il cui presidente è oggi l’ex campione Juan Sebastian Veron, che sta per ricevere un maxi investimento da 120 milioni di dollari dal magnate americano Foster Gillett, ex ceo del Liverpool. Oppure del River Plate, serio candidato quest’anno a vincere la Coppa Libertadores, che ha escogitato un modo per ricevere finanziamenti dal mercato attraverso la quotazione in Borsa del Club River Plate Financial Trust, una società costituita ad hoc che fa capo al club calcistico, a cui potrà dunque girare gli investimenti liberamente effettuati da privati cittadini o anche da imprese, con un valore minimo per azione di 12mila pesos (l’equivalente di una dozzina di euro, al cambio attuale).

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