Altri guai per Stellantis: oltre ai nuovi stop produttivi previsti per novembre negli stabilimenti italiani, il gruppo registra un calo del 20% nelle consegne del terzo trimestre 2024. A peggiorare la situazione arriva anche il downgrade di Moody’s, che abbassa l’outlook da stabile a negativo, segnalando un rallentamento globale e una domanda di veicoli elettrici che fatica a decollare.
L’azienda “richiede unità d’intenti e visione in un percorso impegnativo.” Un messaggio che, per lavoratori e sindacati, non rappresenta affatto una buona notizia, alimentando ulteriormente le tensioni in vista dello sciopero di venerdì 18 ottobre.
Stop alle fabbriche italiane: in pausa anche Panda
Il colosso automobilistico italo-francese ha comunicato che, per adeguarsi alle attuali condizioni di mercato, gli stabilimenti di Pomigliano d’Arco, Termoli e Pratola Serra fermeranno la produzione a novembre. Lo stabilimento di Pomigliano d’Arco, dove viene prodotta la Fiat Panda, vedrà la linea del suo modello più venduto fermarsi per nove giorni non consecutivi, che includono l’11, 14, 15, 18, 21, 22, 25, 28 e 29 novembre 2024. Anche a Termoli, lo stop sarà scaglionato: la Linea Fire sarà sospesa per quasi due settimane, dall’11 al 24 novembre, mentre le linee GME/GSE/V6 si fermeranno in quattro giornate. A Pratola Serra, infine, la produzione sarà bloccata l’11 e il 12 novembre.
Le consegne globali scendono del 20%, con Nord America in forte calo
Nel terzo trimestre del 2024, Stellantis ha registrato consegne consolidate pari a 1,148 milioni di unità, in calo del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In Nord America, le consegne sono diminuite del 36%, con una riduzione di oltre 170mila unità, in gran parte a causa delle iniziative di riduzione degli stock e della transizione verso nuovi modelli multi-energy. Nonostante questo, il gruppo ha visto una crescita della quota di mercato negli Stati Uniti, con un aumento dal 7,2% in luglio all’8% in settembre, mentre le scorte sono state ridotte di 50mila unità.
In Europa, le consegne sono scese del 17% rispetto al 2023, principalmente a causa del ritardo nel lancio di modelli basati sulla piattaforma Smart Car, come la nuova Citroen C3, che ha iniziato le consegne solo a settembre. Nonostante la flessione, Stellantis ha raccolto ordini promettenti, con 50mila unità per la Citroen C3 e 80mila per la nuova Peugeot 3008.
Nel “Terzo Motore” di Stellantis, che comprende Sud America, Medio Oriente, Africa, Cina, India e Asia Pacifico, le consegne sono rimaste stabili, con una crescita del 14% in Sud America che ha compensato i cali in altre aree, come Cina e India (-30%) e Medio Oriente e Africa (-26%).
Moody’s non ci va leggera: outlook a negativo
A complicare ulteriormente la situazione, Moody’s ha abbassato l’outlook di Stellantis da stabile a negativo. L’agenzia di rating ha motivato la decisione citando una “grave perdita di liquidità” prevista per la seconda metà del 2024, a seguito del profit warning emesso il 30 settembre. Nonostante Moody’s abbia mantenuto i rating di lungo termine “Baa1” e quelli sugli strumenti senior non garantiti, ha espresso preoccupazioni per la debolezza dei mercati europei e nordamericani. Tuttavia, l’agenzia di rating ha confermato i rating di lungo termine del gruppo, evidenziando che la posizione di liquidità è ancora solida e potrebbe migliorare nel 2025 con il recupero della performance operativa.
Un futuro incerto, ma con nuovi modelli in arrivo
Nonostante le difficoltà, Stellantis vede prospettive positive per il futuro, con il lancio di nuovi modelli e una ripresa attesa nel 2025. Il gruppo sta puntando sul lancio di nuovi modelli, come la Dodge Charger Daytona e la Jeep Wagoneer S in Nord America, per accelerare il passaggio alle tecnologie multi-energy. In Europa, si attendono sviluppi positivi dal lancio di modelli come la Citroën C3 e la Peugeot 3008, che hanno già raccolto rispettivamente 50mila e 80mila ordini.