Nei giorni scorsi il Procuratore Nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, ha rilasciato al Corriere della Sera un’ampia intervista sui dossier illegali nell’era digitale che dovrebbe far riflettere ma che evidentemente il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, non ha letto o non ha capito o, peggio, ha usato in modo strumentale dimenticandosi ancora una volta che il suo ruolo di seconda carica dello Stato richiederebbe molto equilibrio e molta prudenza. Melillo ha fatto un’analisi molto raffinata ma chiarissima nelle sue conclusioni sostenendo che c’è un problema enorme davanti a noi perché “c’è un gigantesco mercato clandestino delle informazioni riservate” e “la raccolta abusiva, la manipolazione, il commercio e l’uso strumentale delle informazioni riservate custodite negli archivi digitali sono da tempo divenuti arnesi tanto delle tradizionali organizzazioni criminose quanto delle forme selvagge della competizione propria dei mercati d’impresa e della politica”. Il caso Striano e il caso del bancario pugliese licenziato da Intesa Sanpaolo obbligano ad aprire gli occhi senza scadere del più vieto dei complottismi. E’ esattamente quello che non fa il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, che, di fronte a un problema molto delicato come quello denunciato da Melillo, si muove ancora una volta con la grazia di un elefante in cristalleria. Per La Russa, che pure è d’origine avvocato, non c’è bisogno di investigazioni perché i mandanti, a suo dire, sono già chiari: tutta colpa della sinistra. “Chi non ha idee e consenso per contrastare il centrodestra bussa alla porta di tutti, ma così perderà” ha dichiarato ieri al Foglio. Sono discorsi da bar sport non degni di un Presidente del Senato. “E’ strano – ha aggiunto La Russa – che al centro di questi dossieraggi ci sia sempre il centrodestra”. Peccato che la lista dei correntisti spiati dal bancario pugliese lo smentisca platealmente perché in quella lista non ci sono solo le sorelle Meloni e personaggi della destra ma Mario Draghi, Giovanni Melillo, Matteo Renzi, Massimo D’Alema, il Governatore pugliese Michele Emiliano, i fratelli Elkann, Francesco Totti, Antonello Venditti, Roberto Bolle e tanti altri. Non è la prima figuraccia di La Russa e forse non sarà l’ultima. Che tristezza per la Repubblica. Meno male che Mattarella c’è.
La Russa ci ricasca e prima di riflettere sentenzia: “Spionaggio in banca? Colpa della sinistra”
Il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, insinua che dietro lo spionaggio di tanti personaggi eccellenti del bancario pugliese ci sia la sinistra ma la lista degli spiati lo smentisce platealmente