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Tajani dal Brasile rilancia lo Ius Scholae: “Siamo pronti al cambiamento”

Il ministro degli Esteri è in tournée in Sudamerica per discutere della crisi in Venezuela: dopo un passaggio a Buenos Aires, è sbarcato a San Paolo. In Brasile vivono 850 mila persone con passaporto italiano e a novembre ospiterà il G20 a Rio de Janeiro

Tajani dal Brasile rilancia lo Ius Scholae: “Siamo pronti al cambiamento”

Reduce dalla polemica scoppiata al raduno della Lega di Pontida, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha rilanciato il tema dello Ius Scholae – ma non solo – in occasione del suo viaggio in Sudamerica, iniziato lunedì con un veloce passaggio a Buenos Aires, prima di sbarcare ieri in Brasile, a San Paolo, dove non ha incontrato il presidente Lula, ma il governatore di San Paolo Tarcisio de Freitas (centrodestra), il ministro della Casa Civil Rui Costa e le associazioni di imprenditori locali.

Il motivo principale della tournée sudamericana era quello di discutere con i politici di due importanti Paesi dell’area, di colore politico opposto come Argentina e Brasile, sulla crisi in corso in Venezuela, che l’Italia segue da molto vicino anche perché ci vivono 160 mila cittadini con passaporto italiano. La presenza italiana è molto forte in tutto il continente, notoriamente in Argentina ma ancora di più in Brasile, che proprio quest’anno celebra il 150 esimo anniversario dell’immigrazione italiana: nel Paese lusofono vivono oggi milioni di discendenti di italiani, di cui in 850 mila sono in possesso della doppia cittadinanza.

L’occasione per tornare sul tema dello Ius Scholae, caro al centrosinistra ma sul quale il partito di Tajani, Forza Italia, ha dato segnali di apertura dividendo la maggioranza, era troppo ghiotta e il ministro degli Esteri l’ha colta concedendo un’intervista alla Folha de Sao Paulo: “Fermo restando lo ius sanguinis che fa già parte del nostro ordinamento, è necessario che il concetto di cittadinanza si basi anche sull’appartenenza ad una comunità, con tutti i diritti e i doveri che ne conseguono. Questo implica valori condivisi, tra i quali quelli linguistici e culturali sono fondamentali. Lo Ius Scholae esiste già in diversi Paesi europei, si tratta di fare solo piccole modifiche normative e di ridurre i tempi per le richieste”.

Alla domanda se l’Italia sia pronta per questo cambiamento, Tajani ha risposto sostenendo che il cambiamento di fatto c’è già stato: “Io preferisco parlare di Ius Italiae, comunque: sei italiano perché ti sei formato come italiano, perché conosci la storia, la cultura, la lingua, le tradizioni”. Viceversa, proprio in occasione della visita in Brasile, il Paese dal quale arrivano più richieste di passaporto italiano al mondo, il ministro degli Esteri ha fatto capire che il numero di generazioni che possono vantare il diritto alla cittadinanza italiana dovrebbe essere limitato, poiché “molti discendenti non hanno più nessun legame con l’Italia da moltissimo tempo”.

Sulla situazione in Venezuela, Tajani ha auspicato una presa di posizione a sostegno dell’opposizione al regime di Nicolas Maduro, esprimendo anche preoccupazione per i cittadini italiani. “Dal Brasile mi aspetto che prosegua nel suo delicato tentativo di mediazione, che ha già portato avanti insieme alla Colombia forte della sua credibilità nell’area e della solidità dei suoi valori democratici. L’Italia apprezza gli sforzi tanto di Brasilia quanto di Buenos Aires in questa crisi”. Ancora più diplomatico il commento sulla guerra in Ucraina, considerando che il Brasile di Lula insiste su posizioni lontane da quelle dell’asse euro-atlantico, a favore di un’iniziativa di pace insieme alla Cina: “Essendo membro dei Brics, il Brasile ha la capacità di contribuire ad un processo di pace tra Ucraina e Russia. Alcune proposte le condividiamo in linea di principio, ma è fondamentale che qualsiasi soluzione tenga conto del diritto internazionale e del principio di sovranità territoriale sancito dall’Onu”.

Tajani ha poi ricordato che il Brasile ha partecipato al vertice del G7 in Italia lo scorso giugno, e ha affermato che i due Paesi “esiste un’amicizia storica, fondata su solidi legami culturali, economici e sociali. Abbiamo trovato una importante convergenza su temi come la lotta al cambiamento climatico, alla fame e alla povertà, una convergenza che sarà approfondita durante l’incontro del G20, a Rio de Janeiro” in programma il 18 ed il 19 novembre.

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