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Economia illegale: numeri record e nessun settore è escluso. Unimpresa chiede misure più efficaci

L’economia delle mafie è in crescita e nessun settore industriale è al sicuro. Lo Studio di Unimpresa alza il velo su miliardi di fatturati illegali

Economia illegale: numeri record e nessun settore è escluso. Unimpresa chiede misure più efficaci

53mila nel 2023 e tutte sospette. Crescono le segnalazioni di operazioni bancarie poco trasparenti. Anzi, sono tutte accostabili alla criminalità organizzata con Roma, Milano e Napoli a raccogliere un terzo dei movimenti di denaro sporco. A Reggio Calabria, Caserta e Napoli gli alert mafiosi sono vicini al 50%. Sono dati drammatici quelli che arrivano dal Centro studi di Unimpresa che non si limita a segnalarli ma chiede che governo, magistratura, Forze dell’ordine e istituzioni finanziarie sviluppino azioni congiunte. “Nessuno deve voltare le spalle a questo problema” dice la Presidente Giovanna Ferrara. Il sistema è largo, le organizzazioni prendono di tutto, dai rifiuti, all’edilizia, all’import-export e fa leva su centinaia di persone. Roma è la città più permeata dalla finanza delle mafie con oltre 5 mila operazioni in un anno, pari al 10% del totale nazionale. Dietro ci sono Milano e Napoli.

L’economia reale è minacciata

L’economia reale è minacciata dall’aumento dell’85% di false transazioni tra il 2022 e il 2023. Le piazze delle operazioni sono state ben studiate, ma ciò che si ricava dallo studio di Unimpresa è l’esigenza di maggiore vigilanza e repressione. Seguire i flussi di denaro dalle origini, resta la strada più efficace per capire chi, dove, come, accumula capitali che mette in circolo. Il ciclo del cemento, quello dei rifiuti, degli smaltimenti industriali, dell’ambiente in generale, sono in cima ai reati che generano soldi e creazione di imprese fantasma. Oltre tutto sono cresciuti anche gli affari intorno alla catena agroalimentare e quelli contro il patrimonio artistico e culturale. Per quanto riguarda la quota sui territori, il record del malaffare è a Reggio Calabria col 59,7% del totale, seguita da Caserta (51,3%) e Napoli (49,4%). In coda ci sono Treviso e Vicenza, due province dove i movimenti di denaro, evidentemente, sono più controllati.

I dati per singola provincia

Le attività economiche su base provinciale rappresentano il retroterra delle infiltrazioni: i comparti vengono selezionati in rapporto alla redditività, come farebbe un qualsiasi imprenditore. Le segnalazioni di operazioni sospette, per lo più registrate dalle banche, hanno avuto un calo di circa il 3% negli scorsi 12 mesi, ma quelle riconducibili alle mafie sono crescite negli ultimi due anni: da 22.654 nel 2021, a 53.046 nel 2023. “La criminalità organizzata è permeata nella economia reale e la sfida del Paese è aggredire sempre di più le mafie, a tutti i livelli e in tutti i territori. Le organizzazioni criminali sono tra i migliori e più capaci utilizzatori dell’ingegneria finanziaria e le indagini sono sempre più complesse, ma non dobbiamo arrenderci” aggiunge Giovanna Ferrara. Si tenga conto, infine, anche dell’altro fronte particolarmente rilevante rappresentato dall’ambito digitale. “Trafficare da remoto” contro ambiente, edilizia, patrimonio culturale, è forse il sistema che in un anno ha funzionato meglio. Non può ripetersi.

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