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Google costretta ad aprire il Play Store ai rivali: nuove regole per Android dopo la vittoria di Epic Games. Ecco cosa cambia

Google dovrà aprire il suo Play Store alla concorrenza per tre anni, permettendo agli sviluppatori di offrire metodi di pagamento alternativi. Il colosso tech ha già annunciato che farà appello

Google costretta ad aprire il Play Store ai rivali: nuove regole per Android dopo la vittoria di Epic Games. Ecco cosa cambia

Google è stata condannata ad aprire il suo Play Store ai rivali: lo ha deciso un giudice federale statunitense. Dopo una battaglia legale guidata da Epic Games (il creatore di Fortnite), il gigante di Mountain View si è visto obbligato ad aprire le porte del suo negozio digitale alla concorrenza per almeno tre anni, a partire dal primo novembre 2024. Gli sviluppatori potranno informare gli utenti su metodi di pagamento alternativi e creare collegamenti per scaricare app al di fuori del Play Store.

Il giudice James Donato ha imposto diverse misure per correggere quella che Epic Games ha definito una situazione di “monopolio di fatto“, simile a quanto emerso nella sentenza del tribunale californiano dello scorso anno. Google, come previsto, ha già annunciato la sua intenzione di fare appello, avvertendo che queste modifiche potrebbero portare a “conseguenze impreviste” per consumatori, sviluppatori e produttori di dispositivi.

Causa Google-Epic Games: ecco cosa è successo

La causa nasce dalle accuse di Epic Games, che sostiene che Google e Samsung (accusata di collusione) abbiano reso eccessivamente difficile per i consumatori il download di store alternativi, soffocando la concorrenza. In particolare, il famigerato “Auto Blocker” sui nuovi smartphone Samsung rende praticamente impossibile scaricare store di terze parti, richiedendo ben 21 passaggi per disattivarlo. Questo, secondo Epic, ha consolidato il Google Play Store come l’unico canale principale per accedere alle app su questi dispositivi. Epic ha inoltre accusato Google di aver pagato miliardi di dollari a Samsung per favorire il Play Store rispetto all’app store Galaxy, incentivando così l’esclusività del proprio servizio.

Questa causa si inserisce in una battaglia legale più ampia che vede Epic contrapposta a Google e Apple dal 2020, dopo che il gioco Fortnite è stato rimosso dagli store digitali per aver aggirato i loro sistemi di pagamento. Anche se, in quel caso, Epic ha perso la battaglia contro Apple, questa sentenza (anche se non definitiva) segna una vittoria contro Google.

Nuove regole per Google: arriva la libertà di pagamento e gli store di terze parti

Con questa storica sentenza, Google dovrà adottare nuove regole. Non solo dovrà consentire la distribuzione di app tramite store di terze parti, ma non potrà più obbligare gli sviluppatori a utilizzare il sistema di pagamento Google Play Billing. Questo significa che gli sviluppatori avranno la libertà di offrire metodi di pagamento alternativi senza dover corrispondere una percentuale a Google. Inoltre, potranno inserire link nelle app per informare gli utenti su queste nuove opzioni.

Big G non potrà più offrire incentivi economici ai produttori di dispositivi e agli operatori telefonici per preinstallare il Play Store né proporre accordi esclusivi con gli sviluppatori per mantenere le loro app unicamente sul Play Store. Tuttavia, il colosso di Mountain View potrà continuare a chiedere commissioni, a condizione che siano legate a misure ragionevoli per garantire la sicurezza degli utenti.

Per monitorare l’implementazione di queste misure, il giudice ha ordinato la creazione di un comitato tecnico congiunto, composto di tre persone, che avrà il compito di supervisionare l’implementazione delle misure. Google avrà otto mesi per adeguarsi alle nuove disposizioni.

Cosa succede ora?

La sentenza ha dato ragione a Epic Games in larga misura, anche se non completamente. La società aveva richiesto l’apertura del Play Store per sei anni e il diritto per gli utenti di caricare app con un solo tocco. Tuttavia, il giudice ha limitato le misure a tre anni, evidenziando che l’obiettivo è livellare le disparità tra Google e i rivali, senza favorire questi ultimi a discapito del gigante tecnologico.

Mentre Google si prepara a un nuovo round in tribunale, questa sentenza rappresenta un momento cruciale contro i colossi della tecnologia e potrebbe avere effetti significativi anche in Europa, dove il Digital Markets Act mira a prevenire pratiche simili.

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