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Dazi, la vendetta della Cina: tariffe sul brandy Ue in risposta alle tasse sulle auto elettriche

La Cina risponde ai dazi europei sui veicoli elettrici imponendo tariffe temporanee sul brandy dell’Ue. A subire le maggiori ripercussioni sarà la Francia grande esportatrice di cognac. Le nuove misure entreranno in vigore l’11 ottobre 2024. Giù i titoli del settore in Borsa

Dazi, la vendetta della Cina: tariffe sul brandy Ue in risposta alle tasse sulle auto elettriche

È ormai uno scontro continuo tra l’Unione europea e la Cina sui dazi commerciali, e questa volta è il settore delle bevande alcoliche a subirne le conseguenze. Pechino ha infatti annunciato l’introduzione di dazi temporanei sulle importazioni di brandy dall’Ue, in risposta ai dazi imposti dal blocco europeo sui veicoli elettrici di fabbricazione cinese. A partire dall’11 ottobre 2024, gli importatori di brandy europeo saranno obbligati a versare un deposito cauzionale presso le dogane cinesi, come comunicato dal ministero del Commercio cinese.

Il nuovo pacchetto di dazi cinesi colpirà duramente i marchi francesi di brandy, come Hennessy e Rémy Martin, con aliquote del 39% e del 38,1% rispettivamente. La Francia è stata particolarmente penalizzata, poiché è uno dei principali sostenitori dei dazi europei sui veicoli elettrici cinesi e rappresenta il 99% delle importazioni di brandy in Cina, con un volume d’affari di 1,7 miliardi di dollari nel 2023.

Dazi: è guerra commerciale tra Cina e Ue

La scintilla che ha innescato la nuova serie di ritorsioni cinesi è stata la decisione dell’Unione europea, presa il 4 ottobre 2024, di imporre dazi sui veicoli elettrici prodotti in Cina. Le nuove tariffe, che entreranno in vigore il 31 ottobre e dureranno cinque anni, potrebbero arrivare fino al 35,3%, sommando l’attuale tariffa del 10% sulle auto importate. Il voto, però, non ha visto tutta l’Unione unanime: cinque Stati membri, tra cui la Germania, hanno votato contro, mentre dodici, tra cui Austria, Spagna e Svezia, si sono astenuti. La maggioranza, però, ha optato per l’introduzione delle tariffe, giustificandole con la necessità di proteggere l’industria automobilistica europea dalla concorrenza cinese, accusata di dumping sui veicoli elettrici.

E così, Pechino ha annunciato misure ritorsive, colpendo un altro simbolo dell’eccellenza europea: il brandy, con un chiaro riferimento alla Francia, protagonista nella battaglia contro i veicoli cinesi. In realtà, la decisione sui dazi al brandy era già stata presa ad agosto, ma la Cina l’aveva posticipata in attesa di buone notizie da Bruxelles, che però non sono mai arrivate.

Il brandy in Cina

Il brandy, in particolare quello francese, è una delle bevande più amate dai consumatori cinesi. I marchi di lusso come Hennessy e Rémy Martin dominano il mercato, e l’introduzione dei dazi sulle loro importazioni potrebbe generare gravi conseguenze. Nel 2023, la Francia ha esportato in Cina quasi tutto il brandy importato dal Paese, per un valore di 1,7 miliardi di dollari.

Le nuove misure anti-dumping richiedono agli importatori di versare un deposito che varia dal 30,6% al 39% del valore delle importazioni di brandy. Questo ha creato uno shock immediato tra i produttori e gli esportatori europei, già in difficoltà a causa della complessità delle relazioni commerciali tra i due blocchi.

L’industria del cognac francese ha espresso grande preoccupazione per l’escalation. Il Bureau National Interprofessionnel du Cognac (Bnic), l’organizzazione che rappresenta i produttori del liquore, ha dichiarato che la decisione dell’Uedi imporre dazi sui veicoli cinesi “rafforza la minaccia di sovrattasse sulle esportazioni di cognac in Cina”. L’associazione ha sottolineato come il dialogo con le autorità cinesi debba proseguire per cercare una soluzione negoziata.

Anche la delegazione europea, presente a un’udienza organizzata dal Ministero del Commercio cinese lo scorso luglio, ha tentato di convincere Pechino che non vi era alcun danno provocato dal dumping di brandy europeo. La risposta cinese, però, ha dimostrato che Pechino non intende cedere su questo fronte.

Crollano in Borsa i titoli del settore

La reazione sui mercati finanziari non si è fatta attendere. A Parigi, i titoli dei principali produttori di bevande alcoliche hanno subito un crollo. Le azioni di Rémy Cointreau, che produce Rémy Martin, sono crollate di oltre l’8%, mentre Pernod Ricard, proprietaria del marchio di cognac Martell, ha registrato una perdita di oltre 4 punti percentuali. Anche Lvmh, il gigante del lusso che controlla Hennessy, ha visto il valore delle sue azioni scendere del 4,3%.

Anche Campari scende a Piazza Affari (-1,28%). Sebbene il brandy rappresenti solo una piccola parte del suo portafoglio, il gruppo è stato penalizzato dalla generale debolezza del settore delle bevande alcoliche europee.

L’escalation tra l’Ue e la Cina potrebbe avere ripercussioni ancora più vaste, colpendo non solo il commercio di auto elettriche e brandy, ma anche altri settori economici. Già in estate, Pechino aveva risposto ai dazi sulle auto con un’indagine antidumping sulle importazioni di carne di maiale proveniente dall’Europa. Dopo aver quindi colpito anche i liquori, non si esclude che la Cina possa prendere di mira anche l’industria automobilistica europea con ulteriori ritorsioni. Mentre le autorità europee cercano una soluzione diplomatica, le relazioni commerciali tra i due blocchi sono entrate in una fase di tensione senza precedenti.

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