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Conte in Italia come Mélenchon in Francia: l’importante è perdere. Gli incredibili autogol di due inguaribili populisti

Con due calcioni al campo largo della Schlein (Rai e Liguria), l’ex premier Giuseppe Conte si sta rivelando – come Mélenchon in Francia – il più prezioso alleato della destra, clamorosamente rimessa in partita in Liguria

Conte in Italia come Mélenchon in Francia: l’importante è perdere. Gli incredibili autogol di due inguaribili populisti

Giuseppe Conte assomiglia sempre di più al francese Jean-Luc Mélenchon, l’uomo politico più detestato dai francesi. Per entrambi l’importante è una sola cosa sola: perdere. La serie di autogol che i due stanno infilando non si conta. Mélenchon, il leader de La France Insoumise, l’ala più intransigente del nuovo Fronte popolare, ha raccolto un buon risultato ai ballottaggi francesi del 7 luglio che gli hanno fruttato 74 deputati sui 182 dell’intero Fronte popolare. Era del tutto chiaro che, non avendo nemmeno lontanamente la maggioranza per formare un governo, Mélenchon avrebbe dovuto negoziare e cercare un accordo di compromesso tra il Fronte popolare e i macroniani. Ma è esattamente quello che Mélenchon ha rifiutato un minuto dopo la chiusura delle urne, vanificando sul nascere la possibilità di una svolta a sinistra del governo. Ma il leader de La France Insoumise ha fatto di più tagliando l’erba sotto i piedi alla premiership del socialista indipendente Bernard Cazeneuve a cui il Presidente Emmanuel Macron voleva inizialmente affidare l’incarico di formare il nuovo governo francese. Due autogol in una sola estate è un bel record di autolesionismo politico. Non c’è che dire.

Conte come Mélenchon: le convergenze parallele dell’autolesionismo

In Italia c’è chi sta facendo di tutto per imitare Mélenchon con un boomerang dietro l’altro: è Giuseppe Conte, il leader contestato dei Cinque Stelle. Dopo essersi accordato con la premier Meloni sul rinnovo del cda della Rai e aver ricevuto in cambio una poltroncina, Conte ha sferrato un secondo calcione al progetto di campo largo con il Pd e il centro per costruire l’alternativa al Governo di centro. Lo ha fatto in Liguria pretendendo l’esclusione di Italia Viva di Matteo Renzi e delle altre forze di centro dallo schieramento progressista a sostegno del candidato Pd alla Presidenza della Regione, Andrea Orlando. Poiché in Liguria la conquista della Regione si giocherà su un pugno di voti, Conte ha ottime chances di regalare la vittoria alla destra, malgrado lo scandalo Toti avesse fino a qualche giorno fa messo in grave difficoltà lo schieramento conservatore. In Francia Mélenchon ha di fatto rimesso in gioco l’estrema destra di Le Pen, in Italia Conte si sta dimostrando il miglior alleato della Meloni. Ma niente paura: l’importante è perdere.

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