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Banca Ifis: crediti deteriorati salgono in tutta Europa, non in Italia. Portafoglio sofferenze, preoccupano Germania e Francia

La Francia presenta lo stock peggiore con 121 miliardi e la Germania l’incremento maggiore. In Italia invece gli Npl sono in calo e per il sottosegretario all’Economia, Freni, sono anche stati gestiti meglio. Il presidente di Banca Ifis, Fürstenberg: occorre rafforzare l’approccio al social banking

Banca Ifis: crediti deteriorati salgono in tutta Europa, non in Italia. Portafoglio sofferenze, preoccupano Germania e Francia

Il portafoglio complessivo di crediti deteriorati, i cosiddetti Npl (non performing loan) delle banche europee di importanza sistemica è cresciuto a 373 miliardi di euro, un incremento di 16 miliardi di euro (+4,5%) allo scorso 30 giugno, generato soprattutto dalle banche di Germania e Francia. Invece in Italia lo stock risulta in diminuzione. Lo dice il rapporto annuale presentato all‘Npl Meeting 2024 da Banca Ifis a Cernobbio.

Ma a preoccupare in particolare è proprio la Germania, che sta così osteggiando l’interesse di Unicredit per Commerzbank. Gli stock delle banche in Germania sono cresciuti di 9,4 miliardi, pari a un +13,57%, a 41 miliardi. Ma il portafoglio di sofferenze più elevato si evidenzia in Francia (+7,8% a 121 miliardi), mentre la Spagna vede salire gli Npl dell’1% a 76 miliardi.

Italia maglia rosa: Npl in calo dell’11% a 41 miliardi

Si distingue invece l’Italia che, per quanto riguarda le banche rilevanti, vede il totale Npl scendere di 5,1 miliardi (-11%) a 41 miliardi. Se si considerano invece anche le banche non rilevanti il totale dell’esposizione è 51 miliardi. “L’Italia mostra, in controtendenza, una riduzione” si legge nel rapporto “grazie anche alle politiche pubbliche di sostegno alle imprese”.

“Il sistema bancario italiano è stato in grado di gestire le sofferenze in modo molto migliore rispetto a quello degli altri Paesi europei, anche grazie ai processi industriali dei crediti in sofferenza e alla loro gestione razionale”. Lo afferma il sottosegretario all’Economia Federico Freni in videocollegamento con lo ‘Npl Meeting 2024’ di Banca Ifis sottolineando come il mercato degli Npl “purtroppo non è stato considerato nella sua industrialità” e visto solo per il coefficiente sociale del credito, considerato come un problema e mai come un’opportunità: “La sofferenza del credito è fisiologica” aggiunge “e non esiste una massa creditoria senza un coefficiente di sofferenza, connaturato alla struttura del credito”.

“Se ad oggi il rating delle banche italiane è migliore rispetto a quelle dei altri paesi europei, in primis la Germania, – sottolinea ancora Freni “lo dobbiamo al miglior processo industriale sugli Npl”. “Il rating sovrano si fa anche calcolando il rating bancario e se migliora quest’ultimo migliora anche quello del paese” e conclude: “Il sistema funzionae possiamo farlo funzionare bene insieme, la linea scelta è quella corretta”.

Gli operatori dell’industria del credito deteriorato “hanno saputo accompagnare con efficacia il sistema bancario dal 2015 in poi, liberando sofferenze e permettendo la generazione di nuovo credito”, ha sottolineato l’amministratore delegato di Banca Ifis Frederik Geertman. “L’analisi del nostro Ufficio Studi – spiega – evidenzia un incremento dello stock di Npe e dell’Npe ratio a livello europeo, in controtendenza rispetto a quanto avviene sul mercato italiano, dove invece diminuisce”: una “ulteriore conferma dell’eccellente lavoro svolto dalle banche italiane e dagli operatori dell’industria del credito deteriorato”.

Previsto un leggero aumento in Italia fino al 2025, poi calo

Il tasso di deterioramento del credito italiano continua a mantenere un livello storicamente basso, dopo aver sostanzialmente completato il percorso di derisking, dice il rapporto annuale di Banca Ifis sul settore degli Npl presentato oggi. “Per il 2024 – si legge nel rapporto – ci si attendono 15 miliardi di euro di flussi di nuovo deteriorato, con un moderato aumento previsto per il 2025 che inizierà già a ridursi nel forecast 2026.”

La stabilizzazione degli stock di nuovo deteriorato si ripercuote anche sui volumi di Npl transati, che sono attesi in riduzione a 19 miliardi di euro, dai 23 miliardi di euro del 2023 e dai 32 miliardi di euro del 2022″. In questo contesto – rileva il rapporto – il mercato primario sarà sempre più competitivo e con prezzi in aumento a causa degli inferiori volumi di nuova offerta, mentre ci si aspetta un riassestamento del mercato secondario che sarà trainato da una ottimizzazione dei portafogli in gestione.

Fürstenberg: occorre rafforzare l’approccio al social banking

“Bisogna rafforzare l’approccio degli operatori al social banking per favorire l’inclusione”, ha spiegato Ernesto Fürstenberg Fassio, presidente di Banca Ifis, aprendo i lavori dello ‘Npl Meeting 2024’, sottolineando che “l’industria degli Npl ha fatto un cambio di passo prendendo piena consapevolezza del proprio ruolo”. Lo ha fatto non solo nel costruire un sistema più sostenibile per tutti, sottolinea, ma anche nel favorire la re-inclusione finanziaria dei soggetti fragili attraverso modelli di recupero sostenibili“.
“Adesso, sottolinea, bisogna rafforzare ulteriormente l’approccio di tutti i player dell’industria del credito deteriorato nella direzione del ‘social banking‘, che richiede alla base rispetto reciproco nel rapporto che le banche e gli operatori hanno con i clienti-debitori”. “Il dialogo – sottolinea – deve tenere conto delle esigenze delle persone per definire piani di recupero sostenibili”.

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