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Batterie auto elettriche, la crisi in Ue colpisce Northvolt: licenziamenti per 1.600. Quanto pesa la concorrenza di Pechino

La prima azienda in Europa a costruire una gigafactory di batterie aveva avvisato che avrebbe smesso di produrre catodi facendo un passo indietro rispetto alla sua missione

Batterie auto elettriche, la crisi in Ue colpisce Northvolt: licenziamenti per 1.600. Quanto pesa la concorrenza di Pechino

La soverchiante concorrenza orientale, soprattutto cinese ha colpito anche le batterie del colosso Northvolt che ha annunciato di voler tagliare 1.600 posti nelle tre sedi operative in Svezia, poco più di un quinto della sua forza lavoro globale.

Dieci giorni fa Northvolt, la prima azienda in Europa a costruire una gigafactory di batterie in Svezia, aveva avvisato che avrebbe smesso di produrre catodi, componenti cruciali delle batterie, facendo un passo indietro rispetto alla sua missione originaria di garantire il ciclo completo, incluso il recupero finale dei materiali. Northvolt avrebbe dovuto aggiungere 30 gigawattora di potenza delle celle della batteria, che avrebbero dovuto essere in grado di alimentare circa 500.000 veicoli all’anno.

L’azienda, considerata la vera antagonista europea alla produzione asiatica, ha detto che ad essere più colpita dai licenziamentie sarà Northvolt Ett a Skellefteå, principale zona mineraria del Paese, a 200 km a sud del Circolo polare artico, dove sono previsti tagli per 1.000 posti di lavoro. Altri 400 posti andranno persi a Västerås (centro R&S) e circa 200 posti a Stoccolma dove si trova la sede centrale. L’azienda avrebbe già avviato le trattative con i sindacati.

Tra i suoi fondatori di Northvolt c’è anche un italiano, Paolo Cerruti, un passato in Tesla insieme al socio svedese Peter Carlsson. Fondata nel 2016, Northvolt aveva incassato ordini per 26,5 miliardi di euro dalle principali aziende europee tra cui i colossi tedeschi Volkswagen, anch’essa alle prese ora con pesanti tagli alla forza lavoro, e Bmw oltre alle svedese Volvo e a Goldman Sachs. “Stiamo vivendo uno dei momenti più difficili nella storia della nostra azienda, poiché dobbiamo affrontare la difficile realtà della riduzione della nostra forza lavoro” ha spiegato Daniele Maniaci, Chief People Officer di Northvolt.

Possibile revisione dei programmi in casa Northvolt

Dato il deterioramento della situazione finanziaria, la scorsa settimana i creditori di Northvolt si sono avvalsi dei servizi di una banca d’investimento di New York, PJT Partners, per studiare vari scenari di ripresa.

In questo piano di ridimensionamento non dovrebbe rientrare lo stabilimento di Heide, in Germania, il cui cantiere era stato inaugurato sei mesi fa, presenti il ministro tedesco dell’Economia, Habeck, e il cancelliere Scholz. Quest’ultimo aveva definito l’impianto di Northvolt in Germania, il terzo dopo quello polacco di Gdańsk, “strategico per l’Europa”.

L’intero programma della società potrebbe però subire variazioni, come l’espansione di Northvolt Ett e la realizzazione di una nuova gigafactory in partneship con Volvo Car a Göteborg. Anche la costruzione di una gigafactory da 7 miliardi del Quebec progettata dalla Northvolt a Montérégie potrebbe subire ritardi: il governo Legault prevede un ritardo fino a 18 mesi.

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