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Borsa 20 settembre: il crollo di Mercedes e del lusso colpiscono l’Europa. A Milano male anche Tim. Leggero calo in Usa

Iveco, Telecom e il lusso (da Moncler a Cucinelli) trascinano giù Piazza Affari ma la Borsa italiana perde meno di Francoforte e Parigi. Wall Street così così dopo l’euforia Fed

Borsa 20 settembre: il crollo di Mercedes e del lusso colpiscono l’Europa. A Milano male anche Tim. Leggero calo in Usa

È boom per l’oro, ma nell’azionario il quadro è completamente cambiato oggi in Europa: i listini chiudono infatti in perdita penalizzati dalle vendite nel settore auto e nel lusso. In particolare le 4 ruote arretrano trascinate da Mercedes (-6,84%), con la casa tedesca che ha tagliato il margine di profitto per l’intero anno per la seconda volta in meno di due mesi, a causa del calo delle vendite in Cina. Male anche il lusso con un report di Jefferies.

Sono così in rosso Francoforte -1,47%, Parigi -1,48%, Amsterdam -1,37%, Londra -1,18%, Madrid -0,19%. 

Piazza Affari limita i danni allo 0,83% e arretra a 33.762 punti base, dopo essersi difesa parzialmente con le utility, a partire da Italgas (+1,41%), Terna (+1,36%), Hera (+1,08%) e con le grandi banche.

Anche Wall Street si muove in ribasso a fine mattinata, per realizzi dopo i nuovi record toccati ieri da DJ e S&P 500, di riflesso alla decisione della Fed di tagliare i tassi d’interesse dello 0,5%. I listini Usa si avviano a chiudere comunque una settimana ampiamente positiva.

Boom dell’oro; scende lo yen, con la BoJ ferma sui tassi

I denari convergono oggi soprattutto sull’oro, che prosegue la sua corsa aggiornando i massimi storici: al momento lo spot gold tratta oltre 2613 dollari l’oncia (+1,01) dopo aver raggiunto una vetta 2619,36 dollari. Il future dicembre 2024 tratta in area 2.637,4 dollari dopo essere salito fino a 2644,80 dollari l’oncia. La corsa dell’oro è favorita da un dollaro più debole, con una Fed più accomodante di quanto ipotizzato e dalla necessità degli investitori (e delle banche centrali) di proteggersi in un contesto che presenta ancora molte incognite geopolitiche, ma anche economiche, soprattutto in Cina. Stranamente, secondo molti osservatori, oggi la banca centrale cinese non si è mossa sui tassi, pensando evidentemente che non ci sia bisogno di un adeguato stimolo monetario dopo la mossa della banca centrale Usa.

S’indebolisce il petrolio, con i contratti di novembre di Brent e Wti in perdita frazionale, rispettivamente a 74,38 dollari e 70,75 dollari.

Sul mercato valutario l’indice del dollaro oggi è in leggera ripresa. A spingere il biglietto verde è soprattutto il cambio con lo yen, contro il quale guadagna circa l’1%, per un cross a 144.07. A pesare sulla valuta nipponica è la scelta della Banca centrale giapponese di non aumentare il costo del denaro, dopo il ritocco nell’ultima riunione. Il governatore Kazuo Ueda si è anche astenuto dal fornire indicazioni chiare sulla possibilità di un rialzo dei tassi di interesse nei prossimi mesi. Il quadro ha favorito il rally della Borsa di Tokyo, con il Nikkei che ha chiuso in crescita dell’1,67%.

Lagarde: davanti a noi molta incertezza

In tema di banche centrali oggi si registra l’intervento della presidente della Bce Christine Lagarde al FMI a Washington. “Le nostre decise azioni di policy hanno mantenuto ancorate le aspettative sull’inflazione che si stima tornerà al 2% nella seconda metà dell’anno prossimo – ha detto Lagarde – considerando l’ampiezza dello shock inflattivo, questo è un progresso notevole. Ma l’incertezza che abbiamo davanti è ancora profonda”. Inoltre “l’economia sta attraversando cambiamenti che la trasformeranno e dobbiamo analizzarli e capirne l’impatto”.

Piazza Affari, a picco auto e lusso

Sul principale listino di Piazza Affari c’è una piccola Caporetto per i titoli del settore auto e per quelli del lusso. Le maggiori perdite del giorno sono quelle di Iveco, -6,41%, ma il peso dell’andamento del settore si è fatto sentire anche su Stellantis -3,44%.

Nella moda arretrano Moncler -5,18% e Cucinelli -5,19%, dopo il brillante risveglio di ieri. A deludere gli investitori è stato report di Jefferies sul comparto che non vede miglioramenti apprezzabili nella seconda parte dell’anno a livello europeo. Per quanto riguarda le aziende italiane il prezzo target del titolo del re del cachemire è stato ridotto a 90 euro da 97, mentre quello dell’azienda di piumini è stato portato a 48 euro dai 58 fissati prima. Fuori dal paniere principale crolla anche Ferragamo -6,18%.

La giornata è stata molto negativa per Telecom -5,92% e Stm -4,91%.

L’avversione al rischio ha favorito un recupero delle utility. Italgas ha beneficiato della notizia, riportata da Il Sole 24Ore, secondo cui il fondo Marguerite ha avviato il processo di cessione del 48% di Medea, società controllata al 52% dall’azienda guidata da Paolo Gallo e che ha metanizzato la Sardegna con investimenti per circa 350 milioni. Tra i soggetti che starebbero guardando il dossier, sempre secondo il quotidiano finanziario, ci sarebbero Blackrock e Marubeni.

Benino le grandi banche: Unicredit si conferma in denaro con un guadagno dello 0,55, benché la strada per la conquista di Commerzbank appaia in salita. Oggi è uscita una nota congiunta del comitato dei lavoratori della banca tedesca e del sindacato Verdi che chiedono al governo di Berlino di opporsi all’eventuale acquisizione del campione nazionale. Il timore è la massiccia perdita di posti di lavoro in Germania nel caso in cui l’operazione andasse in porto. I due gruppi hanno detto di aver chiesto al governo di “lavorare insieme ai dipendenti per una Commerzbank forte e indipendente”.

Si apprezza dello 0,6% Intesa.

Spread in calo

Sul secondario lo spread tra Btp e Bund scende a 130 punti base, con i tassi dei titoli decennali benchmark, rispettivamente al 3,45% e 2,19%.

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