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Birkenstock registra ricavi record, ma il titolo crolla a Wall Street: deludono i profitti e le previsioni

Birkenstock festeggia vendite record, ma Wall Street non si entusiasma: il titolo crolla del 17% per utili sotto le aspettative, erodendo gran parte dei guadagni ottenuti dal debutto in Borsa lo scorso ottobre

Birkenstock registra ricavi record, ma il titolo crolla a Wall Street: deludono i profitti e le previsioni

I sandali Birkenstock, sotto il controllo del fondo L Catterton, che quest’estate sono diventati un must grazie a star come Gigi Hadid e Kendall Jenner, hanno contribuito a far raggiungere al marchio tedesco il massimo storico di vendite trimestrali. Tuttavia, Wall Street ha inflitto un duro colpo al titolo, che giovedì ha visto un crollo vertiginoso di quasi il 17%, scendendo a circa 50 dollari. Questo ribasso ha eroso gran parte dei guadagni ottenuti dal debutto in Borsa lo scorso ottobre, quando il titolo era partito da 46 dollari.

Nonostante il successo dei sandali e il cosiddetto “rimbalzo Barbie” – con Margot Robbie che sfoggiava i famosi sandali di sughero nel film del 2023 – il fascino del marchio sembra essersi affievolito. I consumatori stanno diventando più cauti e selettivi nelle loro spese, contribuendo al calo del titolo. La domanda, sebbene solida, non ha impedito una revisione al ribasso delle aspettative, portando a una perdita significativa delle azioni. Tuttavia, nel pre-market, le azioni di Birkenstock mostrano segni di ripresa, guadagnando oltre il 2%.

Birkenstock: ricavi record, ma profitti e margini deludono

I risultati trimestrali hanno mostrato ricavi record, toccando i 565 milioni di euro (+19%) e un utile netto in crescita a 74,6 milioni di euro, rispetto ai 63,1 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, le aspettative degli investitori sono state deluse. L’utile per azione (Eps), rettificato per le voci una tantum, è stato di 0,35 euro, ben al di sotto dei 0,46 euro previsti. Gli analisti avevano previsto un fatturato di circa 566 milioni di euro e un Eps di 0,46 euro, lasciando i risultati sotto le aspettative.

Il margine lordo è sceso al 59,5%, in calo di 220 punti base rispetto al 61,7% dello stesso periodo dell’anno precedente, principalmente a causa degli effetti temporanei dell’espansione della capacità produttiva. L’ebitda rettificato ha raggiunto i 186,3 milioni di euro, leggermente superiore alla previsione di 186,2 milioni.

La crescita del fatturato è stata robusta, con un aumento a doppia cifra sia in America (+15%) che in Europa (+19%). L’amministratore delegato Oliver Reichert ha difeso i risultati, sottolineando: “Abbiamo raggiunto il fatturato trimestrale più alto nella nostra storia, guidato da una domanda solida e in crescita in tutti i segmenti, canali e categorie”. Tuttavia, ha osservato che i partner di vendita al dettaglio e i consumatori stanno diventando “sempre più selettivi e intenzionali nelle loro spese”.

Birkenstock conferma la guidance e raddoppia i negozi

Un altro punto di delusione è stata la conferma della guidance, mentre molti analisti speravano in una revisione al rialzo. I ricavi per l’intero anno fiscale sono previsti in crescita di circa il 19%, con un margine ebitda rettificato compreso tra il 30% e il 30,5%. L’azienda ha anche ribadito i suoi obiettivi di redditività a medio-lungo termine, puntando a un margine lordo di circa il 60% e mantenendo un margine ebitda rettificato superiore al 30%.

Come previsto in fase di Ipo, Birkenstock sta proseguendo con l’espansione dei propri negozi di proprietà, con sette nuove aperture nel trimestre, portando il totale a 64. Le vendite in questi spazi sono aumentate di oltre il 60%, soprattutto tra i più giovani, che cercano di “toccare i prodotti” prima di acquistarli. Parallelamente, l’azienda sta implementando una strategia di “distribuzione ingegnerizzata”, volta a incrementare il valore del marchio creando un effetto scarsità.

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