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Assegno unico e bonus mamme, cambiamenti in vista: ecco le ipotesi della Manovra 2025

Il governo Meloni si appresta a lanciare la Manovra 2025 con una serie di novità: l’Assegno unico per i figli potrebbe subire un ritocco a partire dal nome, e il bonus mamme potrebbe finalmente arrivare anche alle lavoratrici autonome con partita Iva. Ecco cosa sappiamo

Assegno unico e bonus mamme, cambiamenti in vista: ecco le ipotesi della Manovra 2025

Il governo Meloni sta preparando la Manovra 2025 e ci sono significative novità all’orizzonte per le famiglie italiane. Tra le misure che possono cambiare con la prossima legge di bilancio c’è anche l’Assegno unico e universale per i figli a carico: costa circa 20 miliardi di euro all’anno, e il governo sta pensando a una significativa revisione, a partire dal nome. E mentre si parla di cambiamenti, l’Assegno unico non è l’unica novità in serbo. Il bonus mamme, finora riservato alle lavoratrici dipendenti, potrebbe essere esteso anche alle lavoratrici autonome con partita Iva.

La sfida è trovare risorse che sfiorano i 25-27 miliardi di euro nel piano di spesa pubblica da inviare a Bruxelles entro il 20 settembre. Ma vediamo come potrebbero cambiare i due bonus.

Riforma dell’Assegno unico per i figli: ecco come potrebbe cambiare

L’assegno unico per i figli, introdotto dal governo Draghi nel 2021 e operativo da marzo 2022, viene erogato a chiunque abbia figli a carico e lo richieda, indipendentemente dal livello dell’Isee, coprendo circa 9,8 milioni di figli su una platea potenziale di 10,7 milioni. L’idea è di modificare l’assegno base di 57 euro per i figli che non presentano l’Isee o che hanno un Isee superiore ai 45 mila euro. Il governo potrebbe decidere di ridurre questo importo e di allocare più risorse alle famiglie numerose e a quelle con disabili, spostando così il focus del sostegno verso queste categorie. E visto che non c’è intenzione di investire più fondi bisogna toglierli a qualcuno.

Ma non è solo una questione di cifre: il nome stesso dell’Assegno potrebbe cambiare, seguendo la sorte del Reddito di cittadinanza. Questa mossa si inserisce in una più ampia ristrutturazione del welfare familiare, cercando di risolvere criticità e problemi di bilancio, e di rispondere alle critiche della Commissione europea sui requisiti di residenza e convivenza. Il governo vuole evitare ulteriori sanzioni e migliorare l’accesso al beneficio senza far lievitare l’Isee delle famiglie.

In secondo luogo, l’attuale funzionamento dell’Assegno presenta alcune criticità. Sebbene il beneficio sia ampio, può comportare un aumento dell’Isee delle famiglie, il che potrebbe far perdere loro l’accesso ad altri aiuti sociali.

Resta da vedere come prenderanno forma queste idee di riforma nella legge di bilancio. L’ipotesi di cambiare l’Assegno unico ha sollevato le proteste dell’opposizione. Anche se la maggioranza nega qualsiasi intenzione di “smontarlo” e il ministero dell’Economia etichetta queste voci come “fantasiose”, una significativa “revisione” sembra all’orizzonte.

Bonus mamme per tutte? Possibile estensione alle partite Iva

Il bonus mamme, attualmente riservato alle lavoratrici dipendenti, potrebbe essere esteso alle lavoratrici autonome. Se approvato, questo bonus offrirà alle madri con tre o più figli uno sconto totale sui contributi previdenziali fino al compimento del diciottesimo anno del figlio più giovane, con un limite massimo annuo di 3.000 euro. Per il 2024, si prevede che lo sconto possa essere esteso anche alle madri con due figli, a condizione che almeno uno di essi abbia meno di 10 anni. In questo modo, le madri autonome beneficerebbero di un supporto finanziario maggiore, contribuendo così a una maggiore equità tra lavoratrici dipendenti e autonome.

In sintesi, la Manovra 2025 porterà cambiamenti rilevanti nel welfare familiare italiano, con possibili riduzioni e riassegnazioni delle risorse dell’Assegno unico e l’introduzione di nuove agevolazioni per le lavoratrici autonome. L’effettiva implementazione di queste modifiche dipenderà dalla disponibilità di risorse e dalle necessarie modifiche legislative.

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