Condividi

Eurozona, l’inflazione in calo non basta a dare slancio alla crescita economica

L’estate 2024 ha portato segnali contrastanti per l’economia dell’Eurozona. L’inflazione in calo non è bastata a rilanciare la crescita, con l’industria in difficoltà e i servizi in ripresa. L’ultima analisi di Ref Ricerche spiega perché

Eurozona, l’inflazione in calo non basta a dare slancio alla crescita economica

L’estate 2024 ha portato con sé notizie miste per l’area euro: da un lato, i segnali di un possibile miglioramento dell’economia, dall’altro, una crescita che fatica a decollare dopo la crisi energetica. La discesa dell’inflazione avrebbe dovuto ridare slancio al potere d’acquisto delle famiglie e stimolare la domanda, ma i dati mostrano una ripresa ancora debole e disomogenea. È quanto emerge dall’ultimo numero della pubblicazione Congiuntura Ref Ricerche.

L’industria continua a soffrire, mentre i servizi mostrano segni di vitalità, riflettendo i cambiamenti nelle abitudini dei consumatori post-pandemia e l’impatto delle politiche economiche. Con l’economia europea che cresce a un ritmo modesto, la Banca centrale europea ha iniziato a ridurre i tassi d’interesse, e un nuovo taglio potrebbe arrivare nelle prossime settimane.

In Italia, la riduzione dei tassi d’interesse rappresenta un segnale positivo, in un contesto di consolidamento dei conti pubblici dopo tre anni di deficit elevati. Insomma, non è stato proprio un’estate di fuoco per la ripresa, ma piuttosto un mix di caldi e freschi contrasti.

Inflazione in ritorno di fiamma

Cominciamo con una nota positiva: l’inflazione sembra rallentare, come confermato dai dati recenti. Dopo aver messo a dura prova i bilanci delle famiglie con prezzi di alimentari ed energia alle stelle, l’inflazione “core” sta finalmente mostrando segni di indebolimento. Le notizie dal fronte dei prezzi sembrano rassicuranti, sebbene il rientro non sia stato esplosivo come molti avevano sperato. In pratica, siamo passati da un carosello di aumenti a una danza più lenta, ma il ritmo è ancora lontano dal farci ballare di gioia.

Salari: una moderata decelerazione

Anche i salari stanno rallentando, con l’area euro che vede un aumento delle retribuzioni contrattuali più contenuto rispetto ai trimestri precedenti. Gli Stati Uniti, dal canto loro, non brillano particolarmente sul mercato del lavoro, con una crescita dell’occupazione più modesta. Sembrerebbe che i portafogli stiano respirando un po’ meglio, ma non abbastanza da far decollare l’economia.

Materie prime: prezzi con la mente in vacanza

I prezzi delle materie prime stanno vivendo un momento di calma. Il petrolio continua a girare intorno agli 80 dollari al barile, mentre il gas naturale ha visto un rialzo dovuto a tensioni geopolitiche. Per le commodities non energetiche, i prezzi si stanno stabilizzando, segno che l’attività industriale globale non sta facendo scintille. Insomma, le materie prime sembrano avere un umore un po’ instabile, rispecchiando la debolezza dell’attività economica.

Crescita europea: un eccesso di moderazione

Il secondo trimestre del 2024 non ha portato grandi sorprese sul fronte della crescita: l’area euro ha mostrato una variazione del pil dello 0.3% rispetto al trimestre precedente, confermando un andamento non proprio esaltante. In confronto, la Spagna ha tenuto bene, mentre la Germania arranca. L’Italia, pur rimanendo in linea con la media dell’eurozona, ha mostrato una crescita leggermente migliore rispetto ad altre grandi economie, ma le prospettive restano incerte.

L’industria: la contrazione continua

L’industria resta in difficoltà, non solo in Europa ma anche a livello globale. Le principali economie industrializzate stanno vedendo una produzione debole, con la Cina che, dopo anni di crescita robusta, segna una battuta d’arresto significativa. Anche l’industria europea non è immune, e i recenti report di Markit evidenziano una continua contrazione. La Germania, in particolare, sembra essere in una fase di recessione industriale profonda, con effetti a cascata sui suoi vicini europei.

Italia: una costruzione di speranze

La sorpresa positiva viene dal settore delle costruzioni in Italia. Nonostante le preoccupazioni per il possibile rallentamento dovuto alla fine degli incentivi del Superbonus, il settore sembra mantenere una performance robusta, con una crescita superiore del 10% nei primi cinque mesi dell’anno rispetto al 2023. Questo potrebbe essere dovuto ai lavori ancora in corso e agli incentivi che continuano a stimolare il settore.

Consumatori: fiduciosi ma parsimoniosi

I consumatori europei sembrano vedere il bicchiere mezzo pieno: la fiducia è in crescita e i timori di disoccupazione sono ai minimi storici. Tuttavia, questa positività non si traduce ancora in un aumento significativo della spesa. Invece, molti preferiscono risparmiare di più, forse a causa degli aumenti dei prezzi degli ultimi anni. È un po’ come se i consumatori stessero celebrando il miglioramento economico con una festa di risparmi.

Politica economica: la ricerca di equilibrio

Il panorama delle politiche economiche europee è in fase di aggiustamento. Mentre la politica fiscale tende a essere restrittiva, con una graduale riduzione del deficit, la politica monetaria sta seguendo una via simile a quella degli Stati Uniti. Tuttavia, la normalizzazione è in corso, e la Bce potrebbe presto considerare una riduzione dei tassi d’interesse per sostenere la crescita in un contesto di incertezze economiche.

In sintesi, l’estate 2024 ha mostrato un’area euro alle prese con un mix di rallentamenti e segnali di speranza. La ripresa economica è in corso, ma sta procedendo con cautela, e i prossimi mesi saranno cruciali per vedere se l’area euro riuscirà a trasformare questi segnali positivi in una crescita più solida e duratura.

Commenta