Ve lo ricordate Eike Batista, l’ex magnate brasiliano che era arrivato nel 2012 ad essere il settimo uomo più ricco del mondo con un patrimonio da 35 miliardi di dollari, e che puntava al primato salvo poi ritrovarsi, l’anno successivo, con “soli” 300 milioni a causa di una scommessa persa su nuove estrazioni di petrolio e minerali nel suo Paese? Ecco, è tornato. All’alba dei 68 anni, vuole riprovarci e stavolta invece che sul fossile punta tutto sull’energia pulita ricavabile dalla “super-canna”, una variante della canna da zucchero in grado di produrre – a suo dire – una quantità maggiore di etanolo e anche di rafforzarsi come materia prima per la fabbricazione di carta e tessuti.
Eike Batista: il destino di un magnate tra ricchezza e condanne
Figlio dell’ex ministro per le miniere e l’energia del Brasile, Eliezer Batista, morto nel 2018 e considerato tra i costruttori del miracolo economico del Paese sudamericano, Eike è anche cittadino tedesco per via delle origini della madre Jutta Fuhrken. Sposato a lungo con l’ex modella e regina del Carnevale carioca Luma de Oliveira, a causa del suo modo a dir poco spregiudicato di fare l’imprenditore ha già sulle spalle quattro condanne penali: prima è finito ai domiciliari per aver corrotto l’ex governatore di Rio de Janeiro Sergio Cabral, poi è stato giudicato per ben tre volte colpevole di manipolazione del mercato, l’ultima delle quali nel 2021 gli è costata una condanna a 11 anni e 8 mesi per aggiotaggio in merito all’inchiesta su OGX, quel famoso progetto petrolifero offshore abortito ancora prima di svilupparsi. Le aree individuate dai tecnici di Batista per estrarre grandi quantità di greggio si rivelarono infatti inesplorabili, ma lui mentì al mercato comunicando il fallimento delle operazioni solo nel 2013, dopo aver ottenuto ingenti finanziamenti tanto da diventare tra gli uomini più ricchi del pianeta, e non nel 2009, quando ne era già al corrente. Questa condanna non è definitiva quindi Batista è oggi un uomo libero, ma l’ex magnate in carcere ci è già stato nel 2017, per 90 giorni, in seguito a un suo coinvolgimento nella maxi inchiesta Lava Jato, la Mani Pulite brasiliana che nello scorso decennio è costata il carcere anche al presidente Lula oltre che ad una buona fetta della classe dirigente del Paese.
La sfida della “super-canna” per l’energia verde
Ora però, seppur invecchiato e visibilmente provato dalle vicissitudini giudiziarie, Eike ci riprova. Per la verità, aveva già provato a tornare alla ribalta con business discutibili come il farmaco generico del Viagra o un miracoloso dentifricio per sbiancare i denti, ma questa volta si fa sul serio, almeno in teoria. L’ambito è di nuovo quello dell’energia, che gli portò molta fortuna, seppur effimera, oltre un decennio fa, e che ora si collega alla finanza green: dalla “super-canna” Batista promette di estrarre il triplo dell’etanolo, ossia un bio-combustibile, rispetto alla canna da zucchero tradizionale. Il progetto per la verità non è nemmeno nuovissimo e l’ex magnate vi è coinvolto dal 2015: ha già raccolto 330 milioni di reais di finanziamenti, nulla rispetto alla cascata di soldi intascati all’epoca con la promessa del petrolio, ma già abbastanza da aver aperto 4 anni fa un laboratorio per fare i test. La “canna cellulosa”, così viene anche chiamata, è capace di produrre 180 tonnellate per ettaro e una quantità sette volte maggiore di residuo organico, utilizzabile per alimentare aziende siderurgiche o anche per realizzare carta e fibre per l’industria tessile. “È il più grande progetto al mondo di miglioramento genetico – ha detto Batista presentandolo in occasione di un evento a Rio de Janeiro -. È una rivoluzione, e io come imprenditore ho sempre cercato la rottura e la massima efficienza nelle cose”. Questa volta funzionerà?