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Conte sbanda: meglio porre il veto su Renzi che costruire l’alternativa al Governo di destra e Meloni ringrazia

Il leader dei Cinque Stelle non vuole saperne di allargare le alleanze del centrosinistra a Renzi ma, ponendo veti, allontana la costruzione dell’alternativa al governo di centrodestra della Meloni. Non sembra una genialata…

Conte sbanda: meglio porre il veto su Renzi che costruire l’alternativa al Governo di destra e Meloni ringrazia

Non bisogna mai prendere troppo sul serio le interviste dei politici sotto l’ombrellone. I colpi di sole sono dietro l’angolo e il rischio di sbandate è forte. L’intervista che ha rilasciato il leader dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte, a “La Stampa” è una di queste e per la premier Giorgia Meloni è una delle poche belle notizie del periodo vacanziero. Prima Conte strizza l’occhio alla Russia condannando la controffensiva militare dell’Ucraina (e la Ue che la sostiene) e poi mina il “campo largo” attorno al Pd o, per meglio dire, il “campo nuovo” aperto a Matteo Renzi. Conte non ci sta e c’è da capirlo: ha perso le elezioni europee finendo sotto il 10%, ha contro Beppe Grillo e una parte del partito che gli rinfaccia il tracollo e l’eccessiva tiepidezza verso il Pd e lui prova a mostrare i muscoli. Accordi con Renzi? “Assolutamente no, perché ha solo capacità demolitorie”. Conte vorrebbe far credere che “non è questione personale” ma lo smacco subito nel 2022 proprio da Renzi che sfiduciò il suo Governo aprendo la strada al Governo Draghi non lo dimenticherà mai. Ma chi pone veti alla costruzione di un’alternativa di centrosinistra lavora per la Meloni, non si stanca di dire Renzi che ricorda anche che le opposizioni avrebbero già la maggioranza numerica ma devono costruire quella politica. “Senza veti” dice saggiamente la segretaria del Pd, Elly Schlein, che prima o poi aprirà il tavolo del confronto programmatico tra tutte le forze d’opposizione. Un confronto che però non si annuncia facile sul tema cruciale di questa fase politica: la politica estera. Mettere d’accordo la linea europeista e pro-Ucraina del Pd, di Italia Viva, di Azione (se ci starà) con quella finto-pacifista e filo russa di Conte e in parte di Bonelli e Fratoianni sarà un esercizio di alta acrobazia politica. Ma hic Rodhus, hic salta. Davvero Conte, per salvare la poltrona di Presidente dei Cinque Stelle, boicotterà il “campo nuovo” ? E poi che farà, se i suoi non gli faranno le scarpe prima? L’opposizione eterna con grande gioia di Giorgia Meloni che vedrà sfiorire sul nascere l’alternativa al suo Governo? Tutto è possibile, ma intanto Conte si merita di finire subito giù dalla torre. Una volta i politici più saggi avvertivano: prima gli interessi generali dopo quelli personali o di parte. Ma non è mai stato il paradigma del leader dei Cinque Stelle.

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