La Calabria ha chiesto al governo il riconoscimento dello stato di emergenza nazionale per il grave deficit idrico in atto da settimane. Il presidente della regione Sicilia Renato Schifani ha fatto sapere che rinuncia alle vacanze per presidiare la situazione. L’associazione dei consorzi idrici – ANBI- ha lanciato l’allarme del “No water day” per ferragosto. Tutte e tre le notizie danno la dimensione aggiornata dell’emergenza siccità che tiene in pugno l’Italia da settimane. La cabina di regia del governo finora ha fatto poco e il prossimo 15 agosto sarà il primo giorno senza acqua per l’agricoltura. La data clou della stagione estiva 2024 sarà ricordata come la peggiore per gli effetti del cambiamento climatico su un paese molto fragile.
Non c’è il pericolo di un solo giorno per la salute e l’economia agricola, ci saranno conseguenze future. Già la conformazione italiana ha specificità che la rendono più vulnerabile di altri paesi, le variazioni climatiche non fanno altro che accentuare i rischi. La capacità di adottare contromisure purtroppo è modesta. Un suolo arso si indurisce, diventando poco permeabile ed accentuando così il rischio idrogeologico, hanno spiegato gli esperti.
È allarme da Nord a Sud
La nota diramata dai Consorzi di bonifica estende le preoccupazioni anche al Mediterraneo, caldo come non mai. Per la prossima settimana, la temperatura dell’acqua non scenderà al di sotto dei 30 gradi nemmeno nelle ore notturne. In molte località dello Jonio e del Tirreno il fenomeno viene avvertito anche senza le conferme scientifiche, basta tuffarsi. Nei giorni passati ci sono state fugaci piogge al Nord, ma non hanno modificato il quadro. La calura non è incompatibile con eventi estremi, come si vede nell’economia agricola delle regioni alpine. C’è crisi e preoccupazioni tra allevatori e agricoltori. Sulle montagne è arrivata anche sabbia dal deserto.
“Ovunque i Consorzi di bonifica stanno lavorando per rendere la rete idraulica più ricettiva possibile, ma è nota la sua inadeguatezza di fronte alla violenza degli eventi meteo” dice Francesco Vincenzi, Presidente dell’ANBI. Infine, il caldo torrido sta scatenando incendi in varie parti del paese e 40 chilometri quadrati di aree boschive sono state bruciate. Resistere è la migliore risposta che arriva dai territori, ma non è infinita. Il bagno in un mare caldo si può fare, ma negare per giorni l’acqua alle famiglie, privare i campi della principale risorsa, traccheggiare su quando e come fare infrastrutture, invasi, reti è davvero insopportabile. E sbandierare i soldi del Pnrr non serve a nulla se occorrono anni prima di vederli impiegati.