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Lavoro: 315 mila assunzioni ad agosto, ma le imprese faticano a trovare candidati

Ad agosto, le imprese italiane prevedono 315 mila assunzioni, con un aumento del 7,5% rispetto al 2023. Ma il 48,9% delle aziende segnala ancora difficoltà nel reperire i profili richiesti

Lavoro: 315 mila assunzioni ad agosto, ma le imprese faticano a trovare candidati

Nuovo aggiornamento dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, curato da Unioncamere e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Ad agosto, le imprese italiane prevedono di stipulare circa 315mila contratti di assunzione con durata superiore a un mese o a tempo indeterminato. Rispetto allo stesso mese del 2023, c’è un incremento di 22mila contratti (+7,5%). Per il trimestre agosto-ottobre, si prevedono 1,3 milioni di assunzioni, con un aumento del 2,3% (+30mila contratti) rispetto al 2023. Tuttavia, il 48,9% delle imprese segnala difficoltà nel reperire i profili richiesti, principalmente a causa della mancanza di candidati.

I lavoratori richiesti per settore

Ad agosto, l’industria cerca circa 88 mila lavoratori, con una previsione di 392 mila assunzioni per il trimestre agosto-ottobre. Nel settore manifatturiero, le principali opportunità di lavoro provengono dalle industrie alimentari, bevande e tabacco (16 mila assunzioni ad agosto e 47 mila nel trimestre), seguite dalle industrie della meccatronica (14 mila ad agosto e 61 mila nel trimestre) e da quelle metallurgiche e dei prodotti in metallo (9 mila ad agosto e 43 mila nel trimestre). Nel comparto delle costruzioni, si prevedono oltre 31 mila assunzioni ad agosto e circa 150 mila nel trimestre.

Nel settore dei servizi, sono previsti 227 mila contratti ad agosto e oltre 919 mila nel trimestre. Il turismo offre le maggiori opportunità, con 68 mila assunzioni ad agosto e 227 mila nel trimestre, seguito dal commercio (46 mila ad agosto e 183 mila nel trimestre), dai servizi alle persone (40mila ad agosto e 201 mila nel trimestre) e dai servizi di supporto a imprese e persone (26 mila ad agosto e 103 mila nel trimestre).

Tempo determinato prima formula contrattuale

Il contratto a tempo determinato è la forma contrattuale più comune, con 187 mila unità, che rappresentano il 59,4% del totale. Seguono i contratti a tempo indeterminato con 52 mila unità (16,5%) e quelli di somministrazione con 34 mila unità (10,8%).

Le difficoltà di reperimento

Ad agosto, le imprese segnalano difficoltà nel reperire circa 154mila lavoratori, pari al 48,9% delle assunzioni previste. La principale causa è la “mancanza di candidati” (32,4%), seguita dalla “preparazione inadeguata” (12,3%). Le professioni più difficili da reperire includono ingegneri (60,4%) e insegnanti di scuola primaria e pre-primaria (57,5%) tra le professioni intellettuali; tecnici in campo ingegneristico (70,8%) e tecnici della salute (60,6%) tra le professioni tecniche; operatori per la cura estetica (80,1%) ed addetti alla ristorazione (55,5%) tra le professioni commerciali e dei servizi; e operai specializzati nelle rifiniture delle costruzioni (79,1%) e nei lavori di carpenteria metallica (75,8%).

Servono lavoratori immigrati

Le imprese cercano lavoratori immigrati per circa 69mila posizioni, pari al 21,8% del totale delle assunzioni previste. I settori che più spesso ricorrono a manodopera straniera includono i servizi operativi di supporto a imprese e persone (36,4%), i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (32,3%), la metallurgia (27,3%), l’industria alimentare (24,6%) e i servizi di alloggio e ristorazione (22,9%).

A livello territoriale, il Nord Est presenta il più alto mismatch tra domanda e offerta di lavoro, con il 54,2% dei profili richiesti difficili da reperire, seguito dal Nord Ovest (49,9%), dal Centro (47,4%) e dal Mezzogiorno (44,9%).

“Le imprese italiane continuano a trovare con grande difficoltà i lavoratori che stanno cercando e questo problema, che ha anche a che fare con il tema della denatalità, ci sta costando molto anche in termini di pil” ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. “Questa situazione è causata da un disallineamento tra percorsi formativi e bisogni del sistema produttivo” spiega Prete, “per risolverla bisogna agire sulla formazione e l’informazione dei giovani perché sappiano dove è più facile che verranno soddisfatte le loro giuste aspirazioni. Ma nel breve periodo uno sforzo importante di programmazione dei flussi migratori potrà certamente aiutare.”

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