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Auto made in Europe e Piano Transizione 5.0: incentivi e investimenti per il sistema produttivo

Dal 2025 gli incentivi per l’acquisto di auto in Italia saranno legati alla provenienza dei componenti, con un minimo del 40% prodotto nell’UE. L’obiettivo: sostenere l’industria europea ed escludere le auto elettriche cinesi. Via al Piano Transizione 5.0 per la trasformazione digitale ed ecologica del suo sistema produttivo del Paese. In ballo ci sono quasi 13 miliardi di euro nel prossimo biennio

Auto made in Europe e Piano Transizione 5.0: incentivi e investimenti per il sistema produttivo

A partire dal 2025, gli incentivi per l’acquisto di automobili in Italia saranno legati alla provenienza dei componenti utilizzati nei veicoli. Secondo la nuova direttiva proposta dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, almeno il 40% dei componenti di un’auto dovrà essere prodotto all’interno dell’Unione Europea per poter accedere agli incentivi statali. Un criterio che mira a proteggere e sostenere l’industria automobilistica europea, incentivando le case automobilistiche a privilegiare i fornitori europei. L’obiettivo non è solo aggiornare il parco auto italiano, ma anche escludere dal mercato le auto elettriche di fabbricazione cinese.

Rafforzare la filiera italiana

Il governo italiano, attraverso questa iniziativa, intende rafforzare la filiera industriale nazionale ed europea. L’obiettivo non è solo quello di promuovere l’acquisto di veicoli più moderni ed ecologici, ma anche di stimolare l’industria automobilistica locale. La misura cerca di contrastare la tendenza di alcune case automobilistiche a limitarsi ad assemblare componenti prodotti in paesi extra-europei, soprattutto in Cina, garantendo invece che una parte importante della produzione resti all’interno dell’UE. Il nuovo sistema di incentivi sarà valido per tre anni.

Il modello italiano si ispira a quello francese, dove il Presidente Emmanuel Macron ha già introdotto criteri simili per favorire la produzione nazionale e europea. In parallelo, l’Unione Europea ha imposto dazi sulle auto elettriche cinesi per arginare l’invasione di veicoli a basso costo, mentre Bruxelles sta negoziando un accordo con la Cina per evitare ulteriori tensioni commerciali. L’Italia, con la sua nuova politica, cerca non solo di proteggere il mercato interno ma anche di attrarre investitori stranieri, compresi i produttori cinesi, offrendo un incentivo per stabilire parte della loro produzione in Europa. Urso ha confermato che sono in corso discussioni con tre case automobilistiche cinesi per nuove produzioni nel Paese. Tra queste, Dongfeng Motors, già fornitore della Dr di Isernia, è una delle candidate principali. Dopo Ferragosto, il Ministero delle Imprese (Mimit) effettuerà una missione tecnica a Pechino per proseguire i colloqui con altri produttori come BYD e Aiways. Inoltre, il ministero ha identificato oltre 200 siti industriali dismessi da destinare a questi investimenti. Tra le preoccupazioni di Stellantis che ha sollevato preoccupazioni riguardo all’ingresso di un secondo produttore in Italia, temendo che possa aggravare una situazione produttiva già difficile. La stessa Stellantis, però, collabora con il produttore cinese Leapmotor, come sottolineato dal Ministro.

Via al piano Piano Transizione 5.0

Nel frattempo, è entrato in vigore anche il Piano Transizione 5.0, che segna un passo decisivo per l’Italia verso la trasformazione digitale ed ecologica del suo sistema produttivo. Questo piano, che si inserisce in una strategia più ampia di innovazione e sostenibilità, mette a disposizione delle imprese italiane 12,7 miliardi di euro nel biennio 2024-2025. Di questi fondi, 6,3 miliardi provengono dal programma europeo RePowerEU, mentre i restanti 6,4 miliardi sono stati stanziati dalla legge di bilancio italiana per il Piano Transizione 4.0.

Come funziona il Piano Transizione 5.0

Il Piano Transizione 5.0 offre un credito d’imposta alle imprese che effettuano investimenti finalizzati alla riduzione dei consumi energetici e alla transizione digitale. Gli investimenti agevolabili includono beni strumentali materiali e immateriali, impianti per l’autoproduzione di energia rinnovabile e formazione del personale. L’obiettivo è quello di incentivare una riduzione dei consumi energetici del 3% per le strutture produttive o del 5% per i processi interessati dagli investimenti.

Dettagli del credito d’imposta

Il credito d’imposta può raggiungere un’aliquota massima del 45%, modulata in base alla quota d’investimento e alla riduzione dei consumi energetici ottenuta. La misura è accessibile a tutte le imprese residenti in Italia, indipendentemente dal settore, dalla dimensione o dal territorio, e può essere cumulata con altre agevolazioni nazionali. Le imprese che desiderano beneficiare del credito d’imposta devono seguire una procedura articolata in diverse fasi, dalla prenotazione del credito all’effettuazione degli ordini, fino alla presentazione della certificazione finale.

La piattaforma per la prenotazione degli incentivi

Dalle ore 12:00 del 7 agosto 2024, la piattaforma informatica gestita dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) è operativa per la prenotazione degli incentivi. Le imprese possono accedere alla piattaforma tramite SPID e seguire le istruzioni per completare la documentazione necessaria. Le comunicazioni preventive e quelle relative agli ordini accettati verranno valutate in base all’ordine cronologico di invio.

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