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Borsa chiusura 7 agosto: Piazza Affari e l’Europa finalmente in rimbalzo ma sul finale Wall Street e il Nasdaq inciampano

Le borse europee ritrovano la serenità e chiudono con un robusto rialzo, con Piazza Affari in testa, sostenuta dal rally delle banche e da Mps. Scivola di nuovo Wall Street anche per effetto dell’arretramento di titoli colpiti da deludenti trimestrali comeli, come Disney, Super Micro Computer e Airbnb.

Borsa chiusura 7 agosto: Piazza Affari e l’Europa finalmente in rimbalzo ma sul finale Wall Street e il Nasdaq inciampano

L’atteso rimbalzo delle borse europee oggi è arrivato e chi più ha sofferto nelle recenti sedute, come Piazza Affari, mostra il miglior recupero. Il Ftse Mib chiude con un progresso del 2,33% a 31.831 punti base grazie agli acquisti sulle banche, con Mps (+6,72%) regina del listino, dopo i forti guadagni della vigilia (in controtendenza rispetto al settore) a seguito dei conti del primo semestre e alla promozione a “buy” di Citi. Nel resto del continente chiudono con solidi progressi Parigi +1,91%, Francoforte +1,66%, Londra +1,76%, Amsterdam +2,24% e Madrid +2,02%. Una schiarita compatta, nonostante gli investitori abbiamo dovuto fare i conti anche con risultati del periodo non sempre convincenti come quelli del colosso Novo Nordisk (-6,71%). Il produttore di farmaci per l’obesità ha registrato un utile operativo trimestrale inferiore alle aspettative e ha tagliato le sue previsioni di utile annuale.

In un clima estivo, che tende ad erodere i volumi contribuendo alla volatilità, una spinta all’ottimismo è arrivata in Europa da est come da ovest: Tokyo è riuscita a mettere a segno un guadagno del 2,51%, azzerando praticamente in due sedute il lunedì nero che aveva fatto tremare i mercati globali; Wall Street è partita bene ma è inciampata nel finale finendo in territorio negativo. Deludenti alcuni titoli di rilievo cheb hanno presentato trimestrali sotto le attese come Disney (-1,51%), Super Micro computer (-17,47%) o Airbnb (-14,79%). La situazione sembra però avviarsi verso la stabilità e anche il Vix, l’indice della paura, è in calo intorno a 23 punti dal picco di oltre 65 (top dal 2022) del primo giorno della settimana.

Spinta all’ottimismo dalle banche centrali; in calo lo yen

La propensione al rischio ha trovato spunti oggi nelle banche centrali, prima tra le altre la BoJ che ha ridimensionato l’attesa di ulteriori rialzi dei tassi nel breve termine.

Il vicegovernatore della Banca del Giappone, Shinichi Uchida ha detto che l’istituto non aumenterà i tassi d’interesse con mercati finanziari instabili. Dopo l’incremento deciso il 31 di luglio, infatti, l’impennata dello yen aveva scatenato lo smobilizzo di posizioni di “carry trade” (letteralmente speculazione finanziaria sui tassi d’interesse), una strategia di investimento che consiste nel prendere in prestito capitali in una valuta conveniente per investire in strumenti finanziari in altre valute e comunque con un rendimento superiore al costo del finanziamento.

Le dichiarazioni del vice governatore nipponico si sono fatte sentire sullo yen. Il dollaro ha visto il cambio salire fino a 147,94, di oltre il 2%. Al momento il cross è a 147,46.

Dichiarazioni incoraggianti sono arrivate poi dalla Bce. Per il governatore della banca finlandese ed esponente del board di Francoforte, Olli Rehn, la Banca centrale europea può proseguire con il taglio dei tassi se nel breve termine si rafforza il trend disinflattivo. Il banchiere ritiene che la recente ondata di vendite sui mercati sia da attribuirsi soprattutto a una reazione eccessiva all’incertezza e alla scarsa liquidità che non a questioni economiche fondamentali.

Ieri anche la Fed aveva mandato messaggi rassicuranti, soprattutto allontanando lo spettro della temuta recessione americana.

In questo contesto l’euro-dollaro è in equilibrio in area 1,092.

Petrolio in rialzo con la crisi in Medio Oriente. Si stabilizza l’oro

Tra le materie prime il petrolio cerca di allontanarsi dai minimi da molti mesi, alimentati dai timori sulla debolezza della domanda a causa dell’andamento dell’economia cinese e dagli ultimi dati macroeconomici statunitensi. A fare da contrappeso è il rischio di un conflitto in Medio Oriente sempre più intenso e contagioso.

A pesare sull’oro nero ieri ha contribuito anche la notizia che le scorte di greggio, benzina e distillati degli Stati Uniti sono aumentate la scorsa settimana, secondo fonti di mercato che hanno citato i dati dell’American Petroleum Institute. Oggi però la U.S. Energy Information Administration ha pubblicato dati che dicono qualcosa di diverso, vale a dire che le scorte sono scese in misura superiore alle attese. Così i future di Brent e Wti si apprezzano intorno al 3%, rispettivamente intorno a 78,70 dollari al barile e 75,60 dollari al barile.

Anche il prezzo dell’oro spot si avvicina nuovamente ai 2.400 dollari l’oncia, dopo quattro sedute in ribasso.

Onda verde in Piazza Affari; Giorgetti rassicura le banche

Dopo giorni di passione, il principale listino di Piazza Affari è stato investito oggi da un’onda verde. I titoli bancari, particolarmente penalizzati, mostrano rialzi importanti, con Unicredit (+4,72%) e Intesa (+2,77%) tra le blue chip migliori del giorno. 

Sono più caute le ex popolari. Bper, dopo qualche oscillazione a fronte di una trimestrale non entusiasmante, chiude con un progresso dell’1,11%.

A rafforzare il sentiment anche le parole del ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti sul fatto che non ci sarà una tassa sugli extra-profitti.

Nella top ten del giorno ci sono inoltre Nexi +3,71%, Finecobank +3,59%, Banca Mediolanum +3,14%, Unipol +2,61%. Poste sale del 2,55%, dopo aver annunciato una seconda tranche del programma di buyback, con un esborso fino a 41 milioni di euro per un massimo di 2,3 milioni di azioni, pari allo 0,18% del capitale.

Tra i titoli industriali svetta Prysmian +3,78%, mentre Interpump cede lo 0,27%, a causa di conti sotto le attese. Il titolo era arrivato a perdere fino al 4%.

Tra le utility si mette in luce Hera, +3,24%%. Bene Telecom +2,88%.

Spread in calo e tassi in rialzo

Il ritorno degli acquisti sull’azionario ha penalizzato i titoli di Stato, che oggi vedono tassi in crescita.

Il Btp decennale si porta al 3,69%, ma il rendimento del Bund di pari durata sale in misura maggiore al 2,24%, per uno spread in netto calo a 145 punti base.

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