Le Borse europee lottano con l’alta volatilità dopo un lunedì drammatico a livello globale, caratterizzato da tre sedute consecutive di forti ribassi e un crescente timore di recessione negli Stati Uniti. La giornata è iniziata cercando di sfruttare il rimbalzo record di Tokyo, dove il Nikkei ha segnato la più grande risalita in un solo giorno della sua storia dopo il peggior calo degli ultimi 37 anni. Tuttavia, l’incertezza ha prevalso in Europa e gli indici hanno cambiato rotta, influenzati dalla debolezza dei futures a Wall Street e dalla mancanza di dati economici statunitensi rilevanti.
A metà seduta, viaggiano in ordine sparlo le principali piazze europee: Milano con un calo contenuto intorno al 16%, mentre Francoforte e Londra viaggiano poco sopra la parità. Fiacca anche Parigi con un decremento dello 0,17%.
La domanda per gli investitori è: l’ondata di panico sui mercati è terminata, o gli scambi più popolari dell’anno – long tech, short yen giapponese – potrebbero invertire di nuovo la rotta?
Secondo Bloomberg, non è il momento di farsi prendere dal panico. I recenti ribassi sono stati innescati da fattori minimi, come un lieve aumento della disoccupazione negli Usa e un modesto rialzo dei tassi in Giappone. Una recessione negli Stati Uniti sembra improbabile al momento, e la Fed ha ancora ampio margine per ridurre i tassi, attualmente al 5%. Inoltre, il mercato sta realizzando che le aspettative sui profitti delle grandi aziende tecnologiche erano forse troppo ottimistiche. Sebbene l’intelligenza artificiale rappresenti una grande rivoluzione, non giustifica ancora i prezzi stellari delle ultime settimane.
A Piazza Affari brilla Mps
A Piazza Affari, le trimestrali continuano a tenere banco. Mps guida il rialzo con un’impressionante crescita dell’8,16%, dopo aver toccato il 10% in apertura, sostenuta dalla notizia di un utile netto semestrale significativamente superiore alle attese. Seguono Nexi (+2,64%), Iveco (+2,17%) e Tim (+1,52%). In territorio positivo anche Saipem (+1,32%).
Attese anche le comunicazioni di Banco Bpm (+0,77%) riguardo a Numia, il polo dei servizi di pagamento, e i dati della Popolare di Sondrio (+0,32%).
Nel frattempo, Ferrari è la grande delusa di giornata, con un calo dell’1,7%. Brunello Cucinelli perde l’1,41%, e Interpump cede l’1,23%. Rosso anche per Inwit che cede l’1,18%.
Al di fuori del listino principale, brillano Alerion Clean Power (+4,23%), Ferretti (+3,08%) e Maire Tecnimont (+1,82%). Le vendite più pesanti si concentrano su Digital Value, in forte calo del 3,07%, seguita da Tinexta (-1,59%).
Gli altri mercati
Il prezzo dell’oro risale a 2.413,51 dollari l’oncia, rispetto ai 2.410,24 dollari della chiusura precedente, mentre il petrolio mostra segni di volatilità dopo aver toccato i minimi dell’anno, con il Brent a 76,8 dollari al barile e il Wti in leggero aumento a poco più di 73 dollari. Il gas Ttf sale sopra i 36 euro al megawattora, con un incremento del 2,5%, nonostante i flussi dalla Norvegia stiano tornando alla normalità. I timori per la situazione in Medio Oriente continuano a influenzare i mercati.
Il dollaro si rafforza, con l’euro e le altre valute che ne risentono.
Lo spread tra Btp e Bund si restringe, scendendo a 150 punti base. Il rendimento del Btp decennale si mantiene al 3,64%, dopo le vendite generalizzate del lunedì nero che hanno colpito il mercato obbligazionario.