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Il Governo rallenta la transizione verde: critiche dalle aziende sui decreti aree idonee e agricoltura

Due provvedimenti del Governo pesano come un macigno sull’ulteriore sviluppo delle fonti rinnovabili

Il Governo rallenta la transizione verde: critiche dalle aziende sui decreti aree idonee e agricoltura

Un titolo dietro l’altro e una lunga serie di dati per salutare il sorpasso delle fonti rinnovabili su quelle tradizionali. Da una settimana, esperti di energia e manager sono euforici per un + 27,3% nel primo semestre di fotovoltaico, eolico e altro su petrolio e gas. Il verde va. Agostino Re Rebaudengo, Presidente di Elettricità Futura, organizzazione di Confindustria, è, però, afflitto dalle conseguenze di due recenti decisioni del governo che bloccano i nuovi progetti rinnovabili. A Milano ha riunito specialisti e consulenti per approfondire gli effetti del decreto sulle aree idonee e quello sull’agricoltura. Due provvedimenti che rischiano di fermare iniziative in piedi anche da tre anni. Il quadro si è fatto incerto, è un labirinto come è stato detto, ma a Palazzo Chigi non ne tengono conto. Forse non sanno che nel 2023 nel settore sono stati investiti 80 miliardi di euro.

Ci sono o ci fanno? Il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida da par suo, si è dichiarato soddisfatto di vedere i pannelli fotovoltaici sui tetti delle aziende agricole. Lollobrigida è esilarante e per questo magari ignora che quelle soluzioni frazionate costano fino a tre volte di più rispetto all’energia elettrica prodotta su larga scala. Gli industriali delle rinnovabili stanno provando a spiegarlo a lui e ai suoi colleghi. Fare un passo indietro vuol dire ricredersi e non insistere negli errori. La conseguenza delle decisioni del governo “è un effetto domino che porta all’aumento dei costi dei terreni, già adesso tra i più cari d’Europa, di realizzazione degli impianti per i maggiori costi del permitting e quindi del costo dell’energia elettrica prodotta” dice Re Rebaudengo. Spera di essere ascoltato, il presidente, come nella buona prassi istituzionale. Chissà.

Il paradosso come metodo di governo

Ai paradossi, tuttavia, non ci si abitua mai e all’incontro di Milano, Elettricità Futura ha ribadito di battersi contro tutto ciò che rallenta la crescita delle rinnovabili in Italia. Quel +27,3% festeggiato con i titoloni potrebbe salire ancora, ma i sagaci governanti con i paradossi hanno familiarità. L’Italia ha 4 milioni di ettari di terreni agricoli abbandonati, però Lollobrigida, Pichetto Fratin e la compagnia governativa non ne vogliono far usare alcune migliaia che sarebbero utili per impianti che producono elettricità al minor costo. Incredibile ma vero. Campi abbandonati con animali a spasso ? Dietro i ministri ci sono anche gli animalisti, i mezzani dei cinghiali e degli orsi liberi ? Pannelli, pale eoliche, biomasse ecc. non piacciono nemmeno a Michela Vittoria Brambilla del Movimento pro animali ? Tutto può essere. Per la cronaca, un terreno incide per oltre il 20% sul costo di un impianto. Quanto a paradossi non finisce nemmeno qui. Il fenomeno contagia anche le Regioni che hanno 6 mesi di tempo per definire la aree utili, ma alcune che hanno già preso decisioni ” che vanno nella direzione opposta rispetto agli obiettivi rinnovabili al 2030 “. L’esempio è la distanza dei 7 km dai beni tutelati per i nuovi progetti, cosa che rende la “quasi totalità del territorio nazionale non idoneo alle rinnovabili, essendo il nostro Paese ricco di beni soggetti a vincoli” precisano le aziende. In Campania, il ministro Gennaro Sangiuliano – ora cittadino onorario di Pompei – sta dando la caccia a chi vuole mettere le pale eoliche nel vecchio Foro pompeiano. Siamo seri. Le obiezioni di Elettricità Futura possono essere anche eccessive, ma se ne discuta. Resta che l’esultanza per il sorpasso rinnovabili-fossili ha incocciato l’autovelox di Giorgia Meloni. Una vigilante molto contestata.

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