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Mostra del cinema di Venezia, focus su Gaza e Ucraina: da Clooney a Jolie, i divi tornano sul red carpet

Cinque film italiani in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, edizione numero 81, che dal 28 agosto al Lido si appresta a celebrare un ritrovato rapporto con il pubblico. Film, registi e attori: ecco quel che c’è da sapere

Mostra del cinema di Venezia, focus su Gaza e Ucraina: da Clooney a Jolie, i divi tornano sul red carpet

Il Covid è solo un vecchio ricordo, lo sciopero di Hollywood un inciampo superato. La 81esima Mostra del Cinema di Venezia (5 i film italiani in concorso) si basa su un ricco programma presentato ieri dal presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco e dal direttore Alberto Barbera. Una Mostra che si appresta a celebrare dal 28 agosto al Lido di Venezia un ritrovato rapporto con il pubblico, riporta sul red carpet divi del calibro di George Clooney e Angelina Jolie. E, soprattutto, cerca di far riscoprire tutto il piacere di uscire di casa ed immergersi nel buio delle sale anche per film che superano spesso le due ore ridando fiato a un un’industria in difficoltà.

Insomma, nuovi inediti spazi di libertà come ricorda il direttore Barbera. “Da un lato – dice Barbera – i film si fanno più piccoli, brevi o brevissimi per adattarsi ai nuovi contenitori dei social ma dall’altro si assiste all’espansione della durata tradizionale anche oltre le due ore che trasformano i film in veri e propri eventi”.

Il presidente della Biennale, Buttafuoco insiste sulle caratteristiche della Mostra che sempre più interagisce e dialoga con Arti visive, Danza Musica e Teatro. E che ha spesso tutta la forza di predire e interpretare il futuro. “Questa Mostra – spiega Buttafuoco – possiede il potere oracolare di captare quello che arriva domani e sono certo che nell’edizione 81 i film saranno capaci di leggere la realtà in atto e captare ciò che arriva domani”.

Gaza e Ucraina nei film di Orizzonti

Difficile dargli torto se si pensa ad alcuni film presenti specie nella rassegna Orizzonti e che raccontano le due grandi crisi in Ucraina e a Gaza. Russians at War di Anastasia Trofimova, produzione franco-canadese, racconta la crisi dal poco noto versante russo mentre il film Songs of slow burning earth di Olha Zuhrba indaga la crisi dalle trincee ucraine. Sulla crisi israelo-palestinese Amos Gitai in What War? si interroga sul dialogo tra Freud ed Einstein, invece Al klavim veanashim (“Of dogs and men”) di Dani Rosenberg è un affresco spietato sugli effetti dell’attacco di Hamas ad Israele del 7 ottobre e sulla risposta ancora in corso a Gaza. Svedese la produzione del film di Goran Hugo Olsson Israel Palestine non Swedish TV 1958-1989, che ripercorre 30 anni di informazione sulla crisi israelo-palestinese trasmessa dalla tv svedese. Film di apertura di Orizzonti Extra September 5 di Tim Fehlbaum, che indaga su aspetti toccati solo superficialmente dal Munich di Steven Spielberg ed ossia le difficoltà per i giornalisti sportivi americani di raccontare l’attentato alle Olimpiadi di Monaco del ’72. In altre parole: film che cercano di capire dove andrà il mondo affidandosi più ai rapporti umani più che al potere della politica e della diplomazia.

Film di impegno civile che convivono come sempre con lo Star system e il red carpet che quest’anno si annuncia paritcolarmente affollato: Brad Pitt e George Clooney, per il film Wolfs di Jon Watts (uno dei registi di Spiderman). Molta attesa per il primo film in inglese girato dallo spagnolo Pedro Almodovar con Tilda Swinton e Julianne Moore in The room next door, “il regista ha fatto un tour de force per montare il film in tempo e io lo ringrazio” ha detto Barbera.

Sequel Joker di Phillips torna a Venezia

Un’altra diva, Angelina Jolie è Maria nel film di Pablo Larraín sull’ultima parte della vita di Maria Callas. Nel cast Pierfrancesco Favino e Alba Rohrwcher nei panni delle due persone che l’hanno seguita all’ultimo. E poi felici ritorni a Venezia come per Todd Phillips già leone d’oro per Joker che presenta di sequel Joker: folie à deux, atteso perché oltre a Joaquin Phoenix, ci sarà Lady Gaga. Atri divi come Nicole Kidman e Antonio Banderas in Baby girl, storia di una potente donna d’affari che mette a repentaglio la sua vita per una relazione con il suo giovane assistente. Il film inaugurale della Mostra la cui giuria sarà presieduta da Isabelle Huppert è affidata a Tim Burton e al suo Beetlejuice Beetlejuice con una sfilata di stelle, da Michael Keaton a Winona Ryder, da Catherine O’Hara a Justin Theroux, Monica Bellucci e Willem Dafoe.

Cinque film italiani in concorso

Cinque i film italiani in concorso. C’è Campo di battaglia di Gianni Amelio con Alessandro Borghi. Storia di due ufficiali medici alle prese con i feriti della prima guerra mondioale e con la pandemia di spagnola. Vermiglio di Maura Delpero (aveva vinto il festival di Locarno con il suo film d’esordio) è un’opera seconda ambientato in un paesino delle Dolomiti con molti riferimenti all’Albero degli zoccoli di Ermanno Olmi.

Iddu di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza con Toni Servillo e Elio Germano è la vicenda ispirata a Matteo Messina Denaro in chiave farsesca. Grande attesa per Queer di Luca Guadagnino con Daniel Craig, dal romanzo di William S. Burroughs con l’ex Bond che si mette in gioco in un ruolo inconsueto, tutto girato a Cinecittà dove è stato ricostruito un quartiere di Città del Messico. Diva futura di Giulia Louise Steigerwalt racconta Riccardo Schicchi (interpretato da Sergio Castellitto) e il suo cinema porno.

Nella Sala Grande si chiude la Biennale di Venezia

Ma già prima del 28 agosto, il 2 e 3 agosto, la sala grande del Palazzo del Cinema del Lido aprirà i suoi battenti per una prima mondiale di Wayne McGregor, pensata proprio per la Sala Grande realizzata in collaborazione con i sedici giovani danzatori di Biennale College, unitamente alla compagnia di fama internazionale, Company Wayne McGregor. Una conclusione inedita per la Biennale Danza dal titolo “We Humans” che ha visto assegnare i leoni d’oro alla carriera a Cristina Caprioli e a Trajal Harrell. Una collaborazione ad alto impatto e ad alta tecnologia che celebra il movimento nel cuore stesso del cinema, dell’architettura e dell’esperienza umana. A riprova della stretta interdipendenza che esiste tra i vari settori artistici della Biennale.

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