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Borsa chiusura 16 luglio: il tracollo di Hugo Boss (-7,45%) affonda il lusso ma Milano si salva e Wall Street scommette sul Trump bis

È anche oggi il lusso la croce delle Borse europee, di nuovo in rosso tranne Milano. L’effetto Trump continua invece a dare fiato a Wall Street che punta sul ritorno del tycoon alla Casa Bianca

Borsa chiusura 16 luglio: il tracollo di Hugo Boss (-7,45%) affonda il lusso ma Milano si salva e Wall Street scommette sul Trump bis

I listini europei chiudono anche oggi una seduta nervosa, con vendite sostenute su petroliferi e lusso, nonostante l’andamento brillante di Wall Street che vede il Dow Jones (+1,35%) proiettato verso vette mai raggiunte. Le prossime elezioni Usa e le maggiori probabilità di una vittoria di Donald Trump dopo l’attentato di sabato e l’indicazione di JD Vance come vice gettano un’ombra sulle solide relazioni tra Usa e Ue e questo si riflette in parte sui mercati.

In attesa della riunione della Bce di giovedì (che non dovrebbe toccare il costo del denaro), pesa sull’umore degli investitori europei anche il calo del sentiment economico tedesco: l’indice Zew a luglio è risultato pari a 41,8 contro il 47,5 di maggio.

Milano si salva, in un’Europa in rosso

Piazza Affari si salva dalle vendite in un contesto europeo moderatamente negativo. Il listino principale chiude praticamente piatto (-0,02%), dopo un piccolo recupero nell’ultima ora, in una giornata dai volumi scarsi, ormai pienamente estivi. A dare verve agli scambi sono stati i titoli del risparmio gestito (in particolare Finecobank +3,28%), mentre petroliferi (Eni -1,59%) e grandi firme (Cucinelli -0,94%) hanno segnato il passo.

La situazione si aggrava leggermente a Parigi -0,69%, Francoforte -0,42%, Madrid -0,49%, Amsterdam -0,43% e Londra -0,23%. Sui titoli del lusso pesa il tonfo di Hugo Boss (-7,58%) dopo che la casa di moda tedesca ha tagliato le previsioni di vendita per l’anno in corso a causa dell’indebolimento della domanda globale dei consumatori, soprattutto in mercati come la Cina e il Regno Unito.

Wall Street da record

Oltreoceano si muove in progresso Wall Street, tra risultati trimestrali positivi (in particolare corre UnitedHealth, sono in chiaroscuro le grandi banche, Morgan Stanley e Bofa) e con le vendite al dettaglio invariate, a giugno, contro attese per un calo dello 0,2%. Inoltre, si resta ottimisti sull’atteggiamento della Fed, per un taglio dei tassi a settembre dopo le parole del presidente Jerome Powell di ieri.

Guardinghi i titoli tech.

Il Fondo Monetario mette in guardia da politiche fiscali spericolate e protezionismo

A tenere sulla corda i mercati del Vecchio Continente c’è la frenata del pil cinese nel secondo trimestre (+4,7%, contro +5,3% dei tre mesi precedenti) vista ieri, ma anche la crescente probabilità che Trump torni alla Casa Bianca, con la popolarità del tycoon che si è rafforzata dopo l’attentato di sabato, dove è rimasto ferito solo leggermente e l’indicazione di DJ Vance come suo possibile vice. L’ex marine di 39 anni, senatore Usa, conosce la povertà americana perché è da lì che proviene come ha raccontato nella sua splendida autobiografia (Hillbilly Elegy), è molto popolare e potrebbe indebolire i rapporti economici e di sicurezza con l’Europa.

A mettere in guardia il mondo da politiche fiscali spericolate e di protezionismo è però oggi il Fondo Monetario Internazionale, per il rischio che il processo di deflazione rallenti e si creino nuovi incidenti di percorso. Aggiornando il World Economic Outlook, l’FMI indica una crescita del pil globale del 3,2% quest’anno e del 3,3% il prossimo. Per l’area euro la stima per il 2024 sale di un decimo allo 0,9%, mentre è confermata a +1,5% la proiezione 2025. Per gli Stati Uniti 2,6% quest’anno (-0,1%) e 1,9% il prossimo (invariata). È 

Per la Cina 5% (+0,4%) e +4,5% per il 2025 (+0,4%). Per l’Italia 0,7% nel 2024, ma accelererà leggermente allo 0,9% nel 2025.

Dollaro in recupero, petrolio in calo, vola l’oro

Sul mercato valutario si rafforza il dollaro, dopo la debolezza degli ultimi tempi. L’euro tratta leggermente sotto 1,09.

Tra le materie prime arretra il petrolio, allarmato dai dati cinesi. Il Brent cede circa l’1% e tratta poco distante da 84 dollari al barile.

Tornano massicci invece gli acquisti sull’oro, che tratta in area record in rialzo dell’1,55% oltre 2460 dollari l’oncia.

Piazza Affari, positivi i titoli finanziari 

A Milano sono positivi i titoli finanziari, guidati da Finecobank dopo indiscrezioni stampa di interesse da parte dei fondi private equity a entrare nel capitale.

Sono in luce anche le banche: Pop di Sondrio +2,36%, Bper +1,37%, Mediobanca +0,88%, Unicredit +0,75%, Banco Bpm +0,77%.

In altri settori bene Prysmian, +2,12%, anche grazie al giudizio positivo degli analisti di Morgan Stanley.

Sono tornati gli acquisti su Diasorin +2,26%. 

Le blue chip peggiori del giorno sono Eni -, Saipem -1,46%, Cunicelli, Amplifon -1,2%. Su quest’ultimo titolo gli analisti di Oddo hanno tagliato il giudizio a neutral da outperform.

Nell’auto arretra Stellantis -0,88%.

Spread stabile

Chiude bene la carta italiana: lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata si ferma a 130 punti base, in leggero calo rispetto alla seduta precedente. Tassi rispettivamente al 3,71% e 2,41%.

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