L’industria farmaceutica italiana ha raggiunto il primo posto a livello mondiale per crescita dell’export tra il 2021 e il 2013, con un valore di oltre 49 miliardi di euro su un totale di 52 mld di produzione lo scorso anno. Un traguardo significativo considerando l’aumento del 30% dei costi nel biennio considerato.
Le ricerche presentate la scorsa settimana all’Assemblea di Farmindustria hanno evidenziato che farmaci e vaccini rappresentano il secondo settore Made in Italy per saldo estero, generando un valore di 17 mld nel 2023. Inoltre, la quota dell’export farmaceutico sul totale manifatturiero è più che raddoppiata negli ultimi 20 anni, passando dal 3,8% all’8,3%.
Farmaceutica si conferma settore strategico per l’Italia
Il settore si conferma essere altamente strategico per il paese, non solo generando ricchezza ma anche guardando al futuro: gli investimenti sul territorio sono stati di 3,6 miliardi, di cui 2 in ricerca e sviluppo. L’impegno si traduce in un aumento del numero di addetti (70.000, +2% nel 2023 e +9% in 5 anni), con una particolare attenzione ai giovani (quasi il 20% in più di under 35 negli ultimi 5 anni) e alle donne (che rappresentano il 45% della forza lavoro).
L’industria farmaceutica italiana si distingue per il proprio welfare aziendale all’avanguardia e rappresenta il primo settore tra quelli manifatturieri, secondo Istat, per competitività, con il più alto valore aggiunto per addetto. Inoltre, è stato recentemente firmato un Protocollo d’Intesa con l’Egitto, nell’ambito del Piano Mattei, per la partnership tra imprese e per la formazione, attraverso scambi accademici e professionali di docenti e studenti.
Svetta la capacità innovativa del settore
Il cuore del successo è la capacità innovativa: negli ultimi 5 anni, le domande di brevetto farmaceutico sono cresciute del 35%, contro il +23% dei grandi partner Ue. Un dato che riflette l’accelerazione scientifica e tecnologica in atto, con intelligenza artificiale, data-driven industry, ricerca nello spazio e nuovi modelli di trial clinici che aprono la strada a terapie sempre più personalizzate. A inizio 2024 è stato raggiunto un record storico, per i farmaci in sviluppo nel mondo: 23.000, con investimenti in R&S da parte delle imprese farmaceutiche di oltre 1.700 miliardi di dollari tra il 2023 e il 2028.
Si punta a ridurre il gap dai principali competitor
A livello globale, l’obiettivo è quello di ridurre il divario con i principali competitor come USA, Cina, Singapore, Emirati Arabi e Arabia Saudita, che stanno investendo massicciamente nel rafforzamento delle proprie strutture industriali. Il gap di investimenti in R&S tra Ue e Usa è passato in 20 anni da 2 miliardi di dollari a 25. Con il 60% dei nuovi lanci di medicinali che avviene negli Usa mentre in Ue è meno del 30%.
Secondo recenti dati Efpia, la Cina nel 2023 ha superato l’Europa come area di origine di nuovi farmaci: su 90 molecole a livello globale 28 arrivano dagli Usa, 25 dalla Cina, 17 dall’Ue. In fin dei conti, a livello di ricerca e sviluppo la Cina cresce a ritmi 3 volte superiori a quelli del Vecchio Continente.