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Gli occhi di Bosch su Whirlpool: chi compra davvero e perché. Il ruolo di Electrolux e la mossa anti-dazi

Lo scenario mondiale delle M&A che pareva concluso è invece in convulsione. Cosa sta facendo Bosch che punta a Whirlpool con un occhio ai dazi Usa che saliranno e la necessità di arginare l’arrivo di capitali cinesi. Il ruolo di Electrolux nello shopping

Gli occhi di Bosch su Whirlpool: chi compra davvero e perché. Il ruolo di Electrolux e la mossa anti-dazi

Fermi tutti. Lo scenario mondiale delle M&A nel settore strategico della tecnologia domestica (elettrodomestici, Smart Home, elettronica di consumo, clima, componenti, eccetera) che pareva concluso con l’acquisizione da parte del gruppo Beko (della conglomerata turca Koç, una potenza finanziaria mondiale) della Whirlpool (Europa, Africa, Russia e MO), è in convulsione. Non solo perché i mercati ovunque, anche in Asia,si mantengono negativi (gennaio-maggio l’autorevole Gfk certifica anche per l’Italia un quasi -6 per cento, cioè 5,8) e questo provocherà dei cambiamenti. Ma anche perché è sospesa comunque la conclusione della vicenda Electrolux (in lizza Midea, Hisense, Samsung o LG) e poi perché la Whirlpool Us (quel che resta della multinazionale) starebbe per essere comprata dalla Bosch. Che però è ben diverso.

Bosch compra Whirlpool?

Mesi orsono un alto dirigente della società di Stoccarda (Gerlingen) aveva confermato in risposta ad una nostra domanda che, sì, il gruppo aveva intenzioni di fare shopping ma solo per accrescere realmente e consistentemente i perimetri attuali. La news, uscita di recente da Handelsblatt e Reuters che il gruppo tedesco aveva fatto un’offerta a Marc Bitzer, Ceo e presidente Whirlpool (tra tedeschi ci si intende sempre) è ben diversa da come è stata diffusa. A comprare sarebbe non la Corporation ma la Fondazione Robert Bosch, il che è decisamente diverso poiché essendo una istituzione senza scopo di lucro, non dovrebbe per esempio distribuire dividendi agli azionisti. Oltre ad avere compiti e opportunità ben diverse dalla Corporation. Non solo….

Bosch, scenari clamorosi

Posto che Bosch deve assolutamente diversificare attività e investimenti (meno auto in forte crisi), il problema è che il prossimo governo americano calerà la mannaia di dazi ingenti su tutto ciò che non è made in Usa e che la competizione con i cinesi e i coreani è impari e sempre più insostenibile. L’accordo tra le due company prevederebbe – secondo rumor – eventualmente l’aggiunta a prezzi molto buoni anche di Electrolux per una nuova società interamente made in Usa (esente dazi e anzi…) subito da mettere in quotazione allo Stock Echange. Dove capitali finanziari in cerca di opportunità e in gran parte legati alla fiorentissima e abilissima finanza ebraica (presente tra l’altro nei fondi pensione pare di Whirlpool e legata anche a Bosch) sono disponibili. Sono mesi che la Fondazione ci ragiona…Non basta, rumors molto insistenti riferiscono anche di un accordo tra Beko e Whirlpool per acquisire Electrolux e procedere alla messa in Borsa. Dietro questi presunti movimenti si cela la ricerca di soluzioni che escludano capitali e aziende cinesi.

I conti senza l’oste, gli stretti e Boko Aram

Dal Forecast Research di Allianz Trade arriva la news che a causa dell’aggravamento dei disastri sui nove stretti mondiali, le aziende prevedono un ulteriore calo del fatturato del 15 per cento e, attenzione, quasi solo per il blocco dello Stretto delle Lacrime cioè Bab Al Mandeb. In mano ormai non ai pirati ma a tutto il pulviscolo ex Isis e Boko Aram che dall’Africa si sono spostati da molti mesi sugli stretti. E che concedono ai pirati la “licenza” di lavorare previo pagamento di una mazzetta del 20-30 cento.

Chi si salva?

Le Pmi e soprattutto le grandi, piccole e medie aziende che costituiscono il tris d’assi italiano che continua a macinare aumenti di esportazione (male l’Europa ma molto bene nord America, Asia, MO, eccetera…). Tris d’assi delle tre F: Fashion, Food e Forniture, che, e non è casuale, si basa su manifatture in Italia, su bassissimi o nulli livelli di delocalizzazione e che comunque sforna sempre qualità, e innovazione. Come del resto Edi Snaidero (presidente dei mobilieri europei) e Maria Porro (presidente del Salone del Mobile Milano) ci hanno confermato. Non è vero che non ci siano spazi per altri settori: per esempio nel mercato europeo e mondiale in piena crisi, trionfano le innovative friggitrici ad aria inventate da Philips. Lanciate dai ragazzini, a digiuno dei McDonalds, di Tik Tok durante e dopo il Covid e oggi star indiscusse di un settore fermo. Trionfano per esempio i nuovi robot che puliscono e lavano i vetri (Ecovacs ne ha sfornato una serie clamorosa) senza disastrose cadute…..Ma solo se lo fanno bene.

E tirano i componentisti italiani

Si sa che che aziende italiane che fabbricano da sempre componenti strategici per elettrodomestici e che sono sopravvissute allo tsunami dei prodotti cheap cinesi, oggi lavorano bene. La case history della campana Pasell insegna molto su come l’innovazione può aiutare. Fabbrica contrappesi per lavatrici (senza di questi le macchine ballerebbero in giro per la casa) per tutti i big e in questi giorni ha aperto una fabbrica a Manisa il centro turco dell’elettrodomestico. Ma mantenendo sempre la produzione della fabbrica campana.

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