La Nato designa un inviato speciale per il sud, in riferimento al Medio Oriente e all’Africa. È quanto si legge in una bozza del comunicato finale della Nato, riportata da un giornalista di Reuters, nella quale si specifica anche che l’Alleanza Atlantica continuerà a sostenere l’Ucraina “nel suo percorso irreversibile verso la piena integrazione euro-atlantica, compresa l’adesione alla Nato”. Non solo: sempre nella dichiarazione finale ci sarà scritto che i leader della Nato riuniti al vertice di Washington si impegnano a dare all’Ucraina almeno 40 miliardi di euro in aiuti militari “entro il prossimo anno” per aiutarla a combattere contro la Russia. E ancora, confermato l’invio degli F16 a Kiev: un segnale sia a Mosca sia a Pechino.
L’adesione dell’Ucraina alla Nato
L’inserimento del termine “Irreversibile” nella dichiarazione finale non era scontato, ma alla fine gli alleati sono riusciti a trovare un accordo, nonostante la resistenza dell’Ungheria di Viktor Orban. La Nato sarà “in grado di estendere all’Ucraina l’invito ad entrare nell’alleanza quando gli alleati saranno d’accordo e le condizioni saranno soddisfatte”, si leggerebbe inoltre nella bozza che, nonostante le parole altisonanti, non risponde alla richiesta principale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che da tempo chiede una data. L’indicazione però non c’è e non ci può essere sia perché, da un lato, non si può prevedere quanto tempo sarà necessario perché i Parlamenti dei singoli Stati membri diano il via libero all’ingresso di Kiev nell’alleanza Atlantica, dall’altro, l’articolo 5 del Trattato della Nato prevede che, in caso di aggressione esterna a uno Stato membro, tutti gli altri accorrono in soccorso. Tradotto: se l’Ucraina entrasse a far parte dell’Alleanza mentre la guerra è ancora in corso, i Paesi Nato dovrebbero entrare ufficialmente nel conflitto. Il percorso d’adesione viene dunque definito “irreversibile”, ma quanto sarà lunga la strada ad oggi non è dato sapere.
“Naturalmente al summit Nato si affronterà anche il tema della futura adesione dell’Ucraina all’Alleanza, ma questo succederà dopo la guerra“, aveva detto questa mattina il ministro degli Esteri Antonio Tajani, spiegando che al vertice la Nato sta facendo “una sorta di gemellaggio di lavoro comune che è prodromico alla futura adesione dell’Ucraina: è un percorso segnato ma che si concluderà dopo la guerra”.
Nel frattempo però l’Ucraina ottiene qualcosa di più pratico: “I Paesi della Nato hanno iniziato a trasferire gli F16 all’Ucraina“, ha annunciato Antony Blinken, a margine del summit dell’Alleanza. “Proprio mentre stiamo parlando, il trasferimento all’Ucraina di Jet F16 da parte della Danimarca e dei Paesi Bassi è iniziato”, ha annunciato il segretario di Stato americano.
“Gli F16 avvicinano una pace giusta e duratura, dimostrando che il terrorismo deve fallire ovunque e in qualsiasi momento”, ha affermato Zelensky.
Nato: “La Cina interrompa il sostegno alla Russia”
Nella dichiarazione finale, la Nato chiede alla Cina, “in quanto membro del Consiglio di sicurezza dell’Onu”, di interrompere “ogni sostegno materiale e politico alla Russia” nella guerra contro l’Ucraina. Secondo le anticipazioni, nella bozza si leggerebbe inoltre: “La Cina continua a costituire una minaccia per l’Europa e la sicurezza”.
L’inviato speciale per il sud
Nella bozza finale troverà spazio anche l’introduzione di una nuova figura, quella dell’inviato speciale per il sud, fortemente voluto dall’Italia. E tra Francia, Spagna e Italia parte già la gara delle candidature: “Ci sono anche degli eccellenti candidati italiani. Credo che proprio per la conoscenza che l’Italia ha di tutta l’area mediterranea, a partire dai Balcani all’Africa e al Medio Oriente, ma anche l’area del Golfo. Possiamo mettere a disposizione dell’Alleanza atlantica nomi di alto livello con conoscenza sia della Nato sia della realtà del fianco Sud”, ha detto il ministro degli Esteri Tajani parlando con la stampa italiana a margine del summit Nato di Washington.
Soddisfatto anche Il premier spagnolo Pedro Sánchez, secondo cui un maggior “impegno” della Nato per i problemi del “fianco sud” dell’Alleanza è uno degli aspetti considerati “importanti” dalla Spagna. Instabilità, effetti del cambiamento climatico, la presenza russa nell’area del Sahel e le attività di gruppi terroristici o di trafficanti di esseri umani sono tra le principali questioni da affrontare, secondo il premier spagnolo. Sánchez ha aggiunto che il messaggio prioritario del summit Nato nel suo 75esimo anniversario e quello della “solidarietà con l’Ucraina”.
E di Mediterraneo ha parlato anche il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, definendolo un “quadrante strategico non solo per l’Europa ma anche per la Nato e quindi richiede maggiore attenzione”. “Nelle conclusioni ci siamo molto spesi per riconoscere un inviato speciale per il tema del Sud e mi pare ci siano segnali interessanti ma lo vediamo alla fine del vertice”, ha aggiunto Meloni.
Stoltenberg: 23 paesi hanno promesso l’aumento della spesa militare al 2% del Pil
Fino allo scorso anno “sono stati pochi i Paesi alleati che hanno rispettato la promessa di investire il 2% del Pil in spese per la Difesa e la Nato” ma “proprio negli ultimi anni abbiamo assistito a un drammatico aumento della spesa per la difesa in Europa e Canada” e “quest’anno 23 paesi membri hanno promesso di farlo, si tratta di impegni importanti, è un numero record”, ha dichiarato in conferenza stampa da Washington il segretario generale uscente della Nato Jens Stoltenberg, che ha inoltre ribadito di non vedere “alcuna minaccia militare imminente contro alcun alleato della Nato”, ora che “la Russia è completamente impegnata dala guerra contro l’Ucraina”.
“L’Italia terrà fede ai suoi impegni riguardo al 2% del Pil da dedicare alle spese per la difesa, ma lo farà compatibilmente con la situazione e con i tempi e le possibilità che abbiamo. Facciamo dei piccoli passi in avanti e penso che vada considerato anche l’impegno che si mette nell’Alleanza atlantica, il lavoro che si fa a 360 gradi perché non è solo un problema di soldi”, ha detto la premier Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti a Washington.