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Mélenchon, il populista di sinistra che si credeva premier in pectore ma che i numeri sconfessano due volte

Liberarsi di Melenchon, il “black bloc senza cappuccio”, antisemita e filo-Putin, è la priorità del Fronte Popolare francese che può aprire la porta a un governo di coalizione con i macroniani senza Melenchon. I numeri parlano chiaro

Mélenchon, il populista di sinistra che si credeva premier in pectore ma che i numeri sconfessano due volte

Non si sa quanto durerà il governo provvisorio di Gabriel Attal, fino alle Olimpiadi o dopo?, ma visti i risultati a sorpresa usciti dal ballottaggio di domenica e salvo nuovi colpi d’ala del Presidente Emmanuel Macron, in Francia l’ipotesi più probabile di formare una maggioranza che per ora non c’è è quella di tentare un governo di coalizione tra larga parte del Fronte Popolare e i macroniani, con il sostegno di almeno una ventina di repubblicani. Con buona pace di Jean-Luc Mélenchon, il leader dell’ala massimalista del Fronte Popolare, antisemita e filo-Putin, che Giuliano Ferrara ha stroncato ieri su “Il Foglio” con un titolo che dice tutto: “Mélenchon è solo un bluff”. Domenica, un minuto dopo le prime proiezioni sui ballottaggi, Mélenchon, da autentico tribuno, si è autoproclamato leader del Fronte e nuovo premier in pectore, escludendo ogni alleanza con macroniani (che hanno preso più seggi di lui: 98 contro 71)) e annunciando un programma economico da far tremare i mercati. Ma i numeri sconfessano due volte Mélenchon, anche se forse lui non lo sa. Lo sconfessano all’interno del Fronte Popolare che ha preso 180 voti e in cui La France Insoumise (il partito di Mélenchon) ha sì preso più voti degli altri ma è divisa su Mélenchon ed è in minoranza all’interno del Fronte stesso (FP). Ecco i numeri: dei 180 seggi del Fronte Popolare 71 sono andati a LFI (La France Insoumise), 64 ai socialisti, 33 agli ecologisti, 9 al Pc e 3 ad altri. Come si vede l’asse tra socialisti e ecologisti ha nettamente la maggioranza all’interno del Fronte e Mélenchon, che è contestato anche dentro LFI. Non a caso il segretario del Partito socialista Olivier Faure si è ieri autocandidato alla premiership. Ma oltre che all’interno del Fronte Popolare, Mélenchon è in schiacciante minoranza in Parlamento e non ha alcuna probabilità di formare un governo, anche se non si può escludere che possa ricevere un iniziale mandato esplorativo che metterebbe in fibrillazione – questo è certo – i mercati finanziari. Anche qui i numeri parlano chiaro e mandano in frantumi i sogni di Mélenchon. Nel Parlamento francese la maggioranza è di 289 seggi ma un Governo imperniato sul Fronte Popolare con Mélenchon ne può raccogliere, nella più ottimistica delle ipotesi, 189. Al contrario un Governo fondato sull’alleanza tra macroniani, altre forze centriste (Modem e Horizon) e Fp senza Mélenchon ne raccoglierebbe 276, una soglia molto vicina alla maggioranza che potrebbe raggiungere con il sì di almeno una parte dei 64 Repubblicani. Naturalmente Mélenchon può sempre sognare ma per lui il risveglio rischia di essere amaro, molto amaro. Come quello di Marine Le Pen.

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